Le analisi del sangue (50 sfumature di Sticazzi)

Una mattina, dopo una notte di incubi tormentosi, Andrea Guglielmino, alias Ang, si ritrovò nel suo letto tramutato in un enorme ‘Sticazzi‘. Pensavate che avrei detto ‘scarafaggio’ solo per omaggiare lo scarabeo stercorario del post di un paio di giorni fa, eh? E invece no.

 

Oggi il mio mood è questo, Sticazzi a manetta. A circa metà Festival l’istinto di sopravvivenza prende il sopravvento. Non hai dormito? Sticazzi! Mal di testa? Sticazzi! Ti cascano tutte le fottute monete dalle tasche mentre ti cambi i pantaloni? Sti gran cazzi! Non fai in tempo a vedere il film che volevi vedere? Sti mega-cazzi! Il film che volevi vedere si rivela una sonora vaccata? Sti cazzi rovesciati! Ti perdi l’intervento più importante della conferenza stampa per fare la fila al cesso? Sticazzi ar sugo!

Oggi è la giornata di Marco Bellocchio, che presenta al pubblico il suo nuovo film, Sticazzi del mio Sticazzi. È una storia doppia, quindi se non vi piace Sticazzi doppi.

metallicaNella prima parte, ambientata nel Settimo secolo, parlano di una povera Crista che è costretta dall’inquisizione a dichiararsi strega e finire murata viva da alcuni simpatici pretini di campagna. E Guadagnino ancora a piede libero, notare bene. Il secondo episodio è la storia di un vampiro dei giorni nostri, con annessa metafora scorreggiona sulla connivenza tra Stato e Chiesa e del Dominio della Democrazia Cristiana che promette benessere succhiando però linfa vitale a una prospettiva di novità e cambiamento. Se vi sembra che il genio dietro a Il nome del padre, I pugni in tasca e L’ora di religione abbia le idee un po’ confuse sappiate che non vi ho ancora raccontato la parte più bella, quando si vede una tizia che affoga mentre le monache cantano Nothing Else Matters dei Metallica, che erano, come noto, già una band di culto nella Bobbio del Seicento. Non ridete che non è una battuta. Probabilmente dopo ruttano e dicono ‘motherfucker’, ma il film non lo spiega. Però giuro che mi stava piacendo. Non chiedetemi il motivo, dev’essere lo stesso per cui sono attratto dal quelle orrende provette per le urine che riempiono di tè in sala stampa o per cui nel ’98 mi sono provocato un attacco di diarrea fulminante per non aver resistito a consumare del Mars da bere su un’assolata spiaggia dell’isola di Rodi.

Comunque, ho dovuto lasciare a metà la proiezione per un sopraggiunto impegno lavorativo. L’ho fatto naturalmente al grido di ‘Sticazzi al sangue!‘, urlato con fierezza in mezzo alla sala grande tra lo stupore degli astanti. Un energumeno in doppiopetto mi ha afferrato e cacciato con violenza dalla sala, ma non sa che io ho il potere degli Sticazzi incravattati.

Altro film della giornata è Anomalisa. È un bel dramma psicologico, ma sarà ricordato perché è interpretato da pupazzi animati in stop-motion che a un certo punto si accoppiano come ricci. Niente che Kermit la rana e Miss Piggy non abbiano già filmato nei loro video privati, intendiamoci, ma come esperimento è interessante. Purtroppo durante la proiezione ho avuto un problema di percezione – forse perché ieri sera alla cena di cui vi parlavo un post fa mi sono bevuto, sempre per spirito di cortesia, una cosa come due bottiglie di bianco e ci ho aggiunto sopra pure uno sgroppino, per pulire – che mi ha rovinato in pratica la visione dell’intero film. Per un abile gioco narrativo il protagonista vede quasi tutti gli altri personaggi con la stessa faccia, e con la stessa voce, maschile. Per dire, sua moglie – che sostanzialmente gli sfrantica i coglioni– ha la stessa faccia del tassista e del suo vicino di casa. Ebbene, essendo pupazzi, io di questa cosa non me ne sono accorto. Per me Topolino con le ciglia è Minnie oh, che cazzo ne so che volete fà introspezione psicologica. Lo scopro in conferenza stampa e mi si apre un mondo di riflessioni profonde: la prima è ’nonostante tutto, non credevo di essere così rincoglionito’.

E comunque Sticazzi a passo uno.

Ora mi devo murare in redazione come la Santa di Bellocchio che c’ho un botto di cose da scrivere, ma se volete venire a cantare per darmi sostegno, sappiate che – tanto per restare in tema di pupazzi – ho sempre preferito Master of Puppets.

(Ang)

Vorrei anch’io ballare lo sticazzi. Ma ancora non ci riesco, abbiate pazienza, ma alcune cose siccome sono un donnino mi turbano particolarmente. Vi tralascio che me so svegliata all’alba per i due film in concorso, che qua fa freddo e in sala (ormai ci tengo a rincuorarvi) continuiamo a fare ‘ste sedute di crioterapia (che almeno spero mi ritardino la comparsa delle rughe). Vi tralascio tutto l’ordinario, perché ci tengo proprio a raccontarvi qualcosa che invece è straordinaria. Questa storia si intitola ‘ma Bellocchio, quando sogna, sogna pecore elettriche?’

C’era una volta in una specie de monastero, co’ ‘na sottospecie di monaci, monache e Alba Rohrwacher. Un giovane uomo belloccio, gemello di un altro che non si sa che fine ha fatto, arriva sul posto, perché il gruppo così variamente composto alla cazzodicane vuole far luce sulla vicenda. Ma allora, come i migliori gialli insegnano, non so pensiamo ad Agatha Christie, uno come fa per indagare? Cerca indizi? Ceeerto. Attraverso la precisa arte del vaticinio, insomma si affidano a Dio. Sospettano che sto gemello, prete del posto, sia morto/sparito perché se trombava una monaca maledetta. Allora sai che facciamo? Intanto vediamo se è davvero maledetta.

prova n 1: facciamole i capelli di Arisa così pare un cesso e la smette de fa la sgualdrina! però fingiamo che stiamo cercando il segno di Satana così sembriamo intellettuali mica quattro stronzi invidiosi perché non trombano da quella volta che fingevamo di dire le preghiere in ginocchio tutti insieme.

prova n 2: leghiamola come un salame, riempiamola di piombo e buttiamola in acqua. Se vive è colpevole! Ovviamente poi la raccattiamo, ma non perché è innocente, ma semplicemente perché così continuiamo a divertirci che qua non succede ‘na mazza dai tempi de quella sgualdrina della Monaca di Monza.

prova n 3: ‘facciamola piangere! se piange è innocente!’ (diamole una prova facile così se crede che ha svortato)

prova n 4: ‘marchiamola a fuoco!’ ‘poi bruciamola!’ ‘poi muriamola viva!!!’ (così, a buffo)

Insomma uno script dallo snodo narrativo raffinato, una roba pe’ signori mica le solite cafonate. La messa in scena è classica, na puntata di Fantaghirò a caso.

FINE

E invece no! Scherzetto! ahah!

Ecco a voi la seconda parte: ‘prendi più personaggi che puoi, buttali in mezzo a un Paese, fai fa a Timi lo scemo del villaggio che glie viè sempre un sacco bene e tieni dritta sta fottuta videocamera, cazzo’.

Ecco a voi le analisi del sangue (del mio sangue). C’ho la rabbia me sa.

p.s. oggi in conferenza stampa è stato svelato che in realtà se scorri la seconda parte a ralenti c’è un cameo di Gianni Morandi mentre pota gli alberi della sua villa in campagna. Il footage, ovviamente, è di Anna.gianni-morandi

(Vì)

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