Venezia 78: la mostra tornerà alla normalità, Dune e Freaks Out primi titoli in ballo

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La Mostra del Cinema di Venezia si prepara al ritorno alla normalità con l’organizzazione di un evento al 100% in presenza, con il ritorno del red carpet e una selezione di titoli di alto profilo.

 

Mentre il Toronto Film Festival, che si svolgerà dal 9 al 18 settembre, si sta settando per una combinazione di proiezioni digitali e in presenza, così come il Sundance 2022, l’imminente edizione della Mostra di Venezia, prevista dall’1 all’11 settembre, salvo complicazioni, sta puntando ad un ritorno alle modalità pre-pandemia.

Questo è lo scenario che l’organizzazione madre del festival, la Biennale di Venezia, sta cercando di realizzare per la sua imminente Biennale di architettura che ha il tema tempestivo di “How Will We Live Together?” che apre a Venezia il 22 maggio.

Si prevede che a Venezia arriveranno presto delegazioni in rappresentanza di oltre 100 progetti della Biennale di Architettura da 46 paesi, insieme a più di 400 giornalisti internazionali. Seguiranno naturalmente i protocolli di sicurezza prescritti in conformità con le normative italiane COVID-19. Il Veneto è attualmente una cosiddetta “zona gialla” a basso rischio dove bar e ristoranti possono rimanere aperti tutto il giorno fino al coprifuoco delle 22.00, anche se solo per il consumo all’aperto. Le mascherine sono ancora obbligatorie.

Nel frattempo, le prime voci sui titoli dei film che andranno a Venezia stanno iniziando a diffondersi con Dune di Denis Villeneuve che dovrebbe essere presentato al Lido – sebbene sia la Warner Bros., il distributore del film, sia il festival non hanno risposto alle richieste di conferma. Villeneuve è stato a Venezia nel 2016, presentando il suo magnifico film di fantascienza non convenzionale, Arrival.

Altre voci parlano di titoli italiani attesissimi che potrebbero sbarcare al Lido, dal dramma intimo e personale di Paolo Sorrentino È stata la mano di Dio, che è un originale italiano di Netflix, al genre bender del collega Gabriele Mainetti Freaks Out.

L’anno scorso Venezia è stata l’unico festival cinematografico di alto livello a realizzare un’edizione fisica, anche se con meno stelle del solito e un contingente minore di ospiti e giornalisti internazionali presenti.

Anche se meno forte rispetto agli altri anni sui titoli statunitensi di alto profilo, l’edizione 2020 del Lido ha lanciato Nomadland, che ha vinto tre premi Oscar, confermando lo status di Venezia come uno dei principali produttori di film vincitori della stagione dei premi. Come lo scorso anno, il festival riveste un significato speciale per l’Italia come un forte simbolo della sua ripresa post COVID.

Come annunciato in precedenza, il regista di Parasite Bong Joon-Ho presiederà la giuria principale di Venezia, mentre l’attrice italiana Serena Rossi sarà la maestra di cerimonie. Il pluripremiato Roberto Benigni riceverà un premio alla carriera.

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