What If… ?: un’importante svolta narrativa per l’Osservatore

Jeffrey Wright, che presta la sua voce all'Osservatore nella versione originale di What If... ?, ha commentato l'importante svolta narrativa del personaggio nel quarto episodio della serie.

what if

Chi ha letto i fumetti della serie What If… ?, sa bene che un Osservatore, di regola, non ha la possibilità di intervenire in ciò che accade nell’universo. Tuttavia, è capitato più volte che Uatu abbia infranto questa regola, intervenendo di fatto negli affari della Terra.

 

L’ultimo episodio della serie Disney+, “E se… Dottor Strange avesse perso il cuore invece delle mani?”, ha visto per la prima volta l’Osservatore giocare un ruolo molto diverso all’interno della storia, intervenendo in prima persona negli eventi e confrontandosi con il personaggio di Doctor Strange.

Ora, in una recente intervista con EW, Jeffrey Wright, che presta la voce al personaggio nella versione originale, ha parlato per la prima volta di questo cambio di rotta all’interno della serie e di cosa spingerà l’Osservatore, in futuro, a diventare più di un semplice narratore.

“L’Osservatore è costretto a intervenire per via della minaccia che Strange sta evocando. Ovviamente non solo per se stesso, ma per tutta la realtà”, ha spiegato l’attore. “Ci sono tante cose che l’Osservatore può solo guardare e sulle quali non può intervenire. Non è un voyeru per il solo amore del voyeurismo. È come se fosse costituito da questi personaggi. Senza di loro, cosa guarderebbe? (ride). È spinto da loro, nel profondo, e forse ci saranno ancora molte cose che, in realtà, potrà fare. Vedremo…”

A questo punto, la fonte ha voluto sapere se l’Osservatore sarà effettivamente coinvolto nella storia ad un livello completamente diverso rispetto a quanto visto fino ad oggi. Questa la risposta di Wright: “È un cambio di atteggiamento, ma anche di scopo e di intento. È un cambio di marcia che è stato divertente interpretare. Inevitabilmente, diventa anche meno disincarnato. Si sta avvicinando un po’ di più a tutti questi mondi, ma al tempo stesso si sta avvicinando di più anche al pubblico. A questo punto, credo che la domanda sia: ‘Quanto è affidabile l’Osservatore come narratore? Quanto possiamo fidarci della sua descrizione di se stesso e delle regole che dice di rispettare?’. Vedremo…”

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