Il Gladiatore II: Ridley Scott spiega perché i suoi imperatori romani sono tutti “fo—-e pazzi”

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Non è difficile trovare una moltitudine di parallelismi tra i film del Il Gladiatore di Ridley Scott. Usciti a più di due decenni di distanza l’uno dall’altro, i due film sono molto diversi tra loro, pur essendo legati da alcuni temi, circostanze e persino da una linea di sangue. Oltre al fatto che il Lucio di Paul Mescal è il figlio della Lucilla di Connie Nielsen e del Massimo di Russell Crowe, uno degli altri più evidenti rispecchiamenti è quello dei governanti di Roma.

Nel film originale, Commodo di Joaquin Phoenix era assolutamente fuori di testa, costantemente in bilico sull’orlo della follia, con ogni decisione sbagliata che si accumulava su un’altra. Nel sequel, il pubblico viene introdotto agli ultimi sovrani di Roma, i fratelli gemelli Geta (Joseph Quinn) e Caracalla (Fred Hechinger).

Qualcuno potrebbe chiedersi come mai tutti coloro che siedono sul trono finiscano in stati mentali così fragili e per le risposte a queste domande non c’è bisogno di guardare oltre il regista stesso, con Scott che interviene per darci un po’ di contesto. Mentre il sequel spiega che Caracalla è afflitto da un attacco di sifilide che ha iniziato a divorare il suo cervello, Scott incolpa anche un altro veleno per lo scarso benessere mentale dei leader di Roma. In una chiacchierata con The Hollywood Reporter, il regista di Napoleone ha spiegato

La gente dimentica che tutta la ricca aristocrazia senatoriale romana viveva di acqua che veniva convogliata attraverso tubi e serbatoi di piombo. La gente non ci pensa. La scelta è tra acqua e vino. Quando si beve l’acqua, è attraverso un sistema di piombo che a quel punto potrebbe avere 200 anni. Non c’è da stupirsi che siano pazzi. Stanno andando tutti verso l’Alzheimer”.

L’effetto del piombo sul nostro cervello

Il regista collego l’antica Roma alla recente storia degli Stati Uniti. Chi di noi ha un certo apprezzamento per la conoscenza del lato più morboso della vita, saprà che gli anni ’60, ’70 e ’80 sono stati un periodo particolarmente vivace per l’attività criminale, in particolare per gli omicidi seriali.

Quando all’inizio degli anni ’90 la criminalità ha subito una flessione, i ricercatori hanno iniziato a seguire le briciole di pane, che alla fine li hanno portati a individuare nel piombo presente nella benzina e in altri prodotti il principale tassello del puzzle dietro l’esplosione dei crimini violenti. La teoria è che i bambini cresciuti negli anni ’40 e ’50, che erano costantemente a contatto con il piombo, avessero il cervello alterato dalla sostanza chimica, diventando così, in seguito, criminali violenti.

Quando sono state introdotte le restrizioni sul piombo, queste tendenze si sono lentamente ma inesorabilmente attenuate, e gli anni ’90 hanno inaugurato una nuova era con molti meno casi di comportamenti di questo tipo. Tenendo conto di ciò, il ritratto che Scott fa dei suoi imperatori squilibrati è perfettamente in linea con quanto la scienza ha dimostrato sull’avvelenamento da piombo e sul comportamento cognitivo.

Redazione
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