L’intelligenza artificiale ha diretto un film. Hollywood è in fermento negli ultimi giorni dopo la presentazione di Tilly Norwood, che secondo il suo creatore è la prima attrice generata dall’intelligenza artificiale che potrebbe firmare un contratto con un’agenzia di talenti. Molti attori, tra cui Emily Blunt, hanno reagito con opposizione a questa “terrificante” proposta dell’intelligenza artificiale, ma sembra che nemmeno il posto di regista sia al sicuro.
Il produttore italiano Andrea Iervolino, che ha lavorato a film hollywoodiani come Ferrari e To The Bone, ha infatti annunciato quello che definisce il primo film diretto dall’intelligenza artificiale, The Sweet Idleness. Il film descrive una società futura in cui solo l’1% dell’umanità lavora ancora, poiché le macchine hanno sostituito la maggior parte dei posti di lavoro, consentendo al resto della popolazione di vivere tranquillamente.
Il programma di intelligenza artificiale utilizzato per dirigere il film si chiama FellinAI, evidentemente in riferimento al leggendario regista italiano Federico Fellini. Sebbene la tecnologia sia stata progettata per “celebrare il linguaggio poetico e onirico del grande cinema europeo”, Iervolino ha affermato di essere stato lui il “human-in-the-loop”, ovvero il supervisore e produttore incaricato di monitorare la tecnologia.
Il cast del film, invece, è prodotto dalla società di Iervolin, Actor+, che lavora con persone reali che prestano la loro immagine e personalità per creare personaggi digitali. In una dichiarazione, Iervolino ha affermato che FellinAI “non intende sostituire il cinema tradizionale. Si tratta piuttosto di un metodo alternativo di creazione”. È stato poi rilasciato anche teaser trailer del film (lo si può vedere qui riportato da Variety) annuncia che The Sweet Idleness uscirà nelle sale nel febbraio 2026.
Indubbiamente, un progetto che farà molto discutere e getterà ulteriore benzina sul fuoco di questo argomento ora più che mai al centro delle attenzioni del mondo dello spettacolo. I rapidissimi progressi ottenuti nel campo delle intelligenze artificiali spingono inevitabilmente a questo tipo di riflessioni, specialmente quando si legano a prodotti artistici fino ad oggi esclusiva del pensiero e della mano umana. Ora che anche quest’ultima certezza inizia a venire meno, occorrerà riflettere su quale sarà il futuro dell’arte.