Chiamami col tuo nome: il sequel ambientato nel 1989 a Berlino?

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Quattro nomination agli Oscar 2018 e grandi riscontro sia dalla stampa che dal pubblico (il primo giorno di programmazione in Italia ha registrato una cifra pari al complessivo incasso del suo film precedente), con Chiamami col tuo nome Luca Guadagnino ha fatto senz’altro centro e non c’è da meravigliarsi che il regista palermitano voglia fare tesoro di questo successo, continuando a raccontare le vicende di Elio.

 

Partendo dal fulgido esempio di François Truffaut e del suo Antoine Doinel, Guadagnino aveva già dichiarato di voler fare la sua saga sulla crescita del suo eroe: Elio.

 

Adesso, durante un’intervista con Collider, ha spiegato: “Credo che farò un ciclo di questi film su questi personaggi perché li amo moltissimo. E credo che la loro esperienza della vita sia adatta a tantissime avventure… Credo che il prossimo capitolo potrebbe essere ambientato nell’autunno successivo, durante la caduta del Muro di Berlino e della fine dell’Unione Sovietica. E potremmo vedere delle persone che lasciano la casa e vanno in giro a vedere il mondo per la prima volta.”

Chiamami col tuo nome, recensione del film di Luca Guadagnino

Chiamami col tuo nome è tratto dell’omonimo romanzo di André Aciman ed è nelle sale italiane da giovedì 25 gennaio distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Girato nella campagna lombarda, il film racconta un’estate italiana in cui il giovane Elio, interpretato da Timothée Chalamet, vivrà le sue prime esperienze sentimentali dopo l’incontro con uno studente americano, Oliver (Armie Hammer). Completano il cast Michael Stuhlbarg, Amira Casar e Esther Garrel.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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