Mark Hamill ha detto addio al suo Luke Skywalker in Star Wars: Gli Ultimi Jedi, film in cui dopo uno sforzo colossale per salvare quel che resta della Resistenza contro la furia distruttiva di Kylo Ren, l’ormai vecchio Jedi si unisce alla Forza.

 

Durante un’intervista con IGN, Hamill ha riflettuto in generale su com’era il mondo nel 1970, comparandolo alla realtà di oggi. Ha spiegato che quando, in origine, accettò il ruolo di Luke, era un ragazzo idealista almeno quando lo era il personaggio; e anche se non si è mai considerato un attore di metodo, non ha potuto fare a meno di non usare un approccio simile. Quando ha letto la sceneggiatura di Lucas, ha confrontato il suo messaggio con un sentimento generale di “pace e amore“, riferendosi ai Beatles come fautori e rappresentanti di questa idea generale. Detto questo, la musica è cambiata da allora, riferendosi alla sua generazione come un “fallimento” e alla società come “indiscutibilmente peggiore di quanto non fosse allora”.

Mark Hamill non ha mai conosciuto sua “madre” nell’universo di Star Wars

Ha detto: “È tragico, non sono un attore di metodo, ma una delle tecniche che un attore usa è provare e utilizzare le esperienze della vita reale per relazionarsi con qualsiasi scenario immaginario in cui è coinvolto. L’unica cosa che potevo pensare, data la sceneggiatura che ho letto, era che io ero della generazione dei Beatles, All You Need Is Love, peace and love. Ho pensato a quel tempo, quando ero un adolescente: ‘Quando arriveremo al potere non ci saranno più guerre, non ci saranno discriminazioni razziali e l’erba sarà legale. Quindi ne ho indovinata una su tre. Quando ci pensi, [la mia generazione è] un fallimento. Il mondo è indiscutibilmente peggiore ora di quello che era allora.”

Chissà che invece il mondo di Star Wars non continui a regalare speranza.

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