Fuori concorso al Festival di Venezia 73, Mel Gibson presenta il suo ultimo film da regista, Hacksaw Ridge (qui la nostra recensione), storia vera di un soldato obiettore di coscienza, Desmond Doss, arruolatosi come volontario alla fine della Seconda guerra mondiale. Per scelta Doss non voleva impugnare armi, ma come medico dell’esercito portò in salvo decine di suoi commilitoni durante la pioggia d’acciaio della battaglia di Okinawa.

 

Alla domanda su quale delle due professioni che esercita con successo, attore e regista, preferisce, Gibson ha risposto: “Regista o attore fanno parte di uno stesso processo, quello di raccontare una storia. Personalmente preferisco dirigere, forse perché sono megalomane, ma mi piace raccontare una storia in base alla mia visione. In questo caso, la vicenda di un uomo ordinario in circostanze straordinarie è una delle combinazioni più feconde per creare un racconto leggendario. Desmond vive l’inferno in terra, armato solo di fede e convinzione.”

Come si sa da tempo, Mel Gibson e Hollywood non sono in rapporti troppo felici, per sua stessa definizione si tratta di “sopravvivenza”, ma in questo caso dei produttori hanno sostenuto il suo progetto e Gibson si è trovato a lavorare con un cast di superstar: Vince Vaughn, Hugo Weaving, Andrew Garfield, Teresa Palmer.

Garfield, interprete del protagonista, ha dichiarato: “Era un uomo semplice, nel cuore sapeva che non doveva uccidere un altro essere umano, che il suo percorso era più grande di lui. Viviamo in un periodo pieno di violenza ideologica, mentre Desmond era un simbolo meraviglioso del motto ‘vivi e lascia vivere’, non importa quale ideologia o sistema di valori porti avanti. È stato un uomo che sapeva chi fosse e cosa dovesse fare e l’ha perseguito in un contesto in cui tutti facevano l’opposto. Anche nel mondo in cui viviamo non vieni certo incoraggiato a seguire la via che ritieni giusta per te. Mentre giri Mel è sempre con te, accanto a ogni attore in ogni singolo momento, come un buon padre.”

Sui veri eroi, lui che ne ha interpretato uno ‘finto’ sul grande schermo, Andrew Garfiled ha dichiarato: “Ho un fratello che è dottore, ha una moglie e tre bei figli, non fa conferenze stampa o riceve applausi, è come Desmond, uno di quei veri eroi che non cercano di esserlo, ma sono semplicemente se stessi nel loro piccolo angolo di mondo. È stato un grande regalo potere rappresentare uno di questi eroi silenziosi.”

Il protagonista del film è un obbiettore di coscienza, che si rifiuta di impugnare le armi, un messaggio forte in un Paese, gli USA, dove l’uso delle armi è una delle principali questioni sociali e politiche dibattute negli ultimi anni: “sicuramente rifiutare di uccidere e usare un fucile può essere un messaggio del film, ma pur odiando le guerre bisogna amare i nostri guerrieri e onorarli, come fa questo film nei confronti di chi si è sacrificato; penso anche al Vietnam. È innegabile la fede enorme che aveva Desmond, altrimenti non si sarebbe lanciato contro quella pioggia di piombo, come la chiamarono i giapponesi. Tanto che lui tributava le sue azioni a un potere superiore.”

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