L’episodio finale di Better Call Saul, l’avvincente ma oscuro prequel di Breaking Bad, è andato in onda il 15 agosto su AMC+ suscitando molti quesiti e lasciando spazio ad ampie speculazioni da parte della considerevole fanbase che lo show si è guadagnata.
Pochi erano sicuri che uno spin-off di una serie così apprezzata (sia dalla critica che dai fan) come Breaking Bad potesse raggiungere le stesse vette narrative e drammatiche di ciò che l’ha preceduta, ma Better Call Saul è riuscita sia a onorare il grandissimo predecessore seriale da cui deriva che a ritagliarsi un nuovo percorso e una nuova identità. Tuttavia, ci sono ancora diverse domande scottanti a cui i fan vorrebbero una risposta: analizziamole insieme.
Saul si è pentito?
Dal suo debutto nel 2015, sono successe molte cose per il personaggio di Saul, che, se non altro, sembra invincibile alla legge e a qualsiasi parvenza di giustizia morale. La domanda che molti spettatori si pongono dopo il finale del 15 agosto è: Saul si è davvero pentito di ciò che ha fatto?
Dopo tutto, Saul Goodman non è sempre stato l’avvocato furbo, sicuro di sé e irriverente che nascondeva la sua identità di manager di Cinnabon. I fan della serie, dopo aver visto il finale, potrebbero chiedersi se Saul Goodman abbia almeno avuto un momento di consapevolezza della portata dei suoi crimini, o se sia il perdente che Walter White e Mike Ehrmantraut hanno sempre ritenuto essere.
Confessione in aula
Uno dei momenti salienti del finale della serie è la scena del tribunale in cui Saul Goodman, con una svolta a sorpresa, confessa la sua miriade di crimini, nonostante abbia preso tutte le precauzioni per ridurre la sua pena detentiva in un magistrale patteggiamento. La domanda che si pongono i fan a riguardo è: perché ora vuole confessare? Cosa ci guadagna?
Secondo l’attore Bob Odenkirk, come riporta il LA Times, “È una scena immensa. È il viaggio più grande che il personaggio compie in tutta la serie”. Ma i fan continuano a cercare di capire il motivo che spinge Saul a rinunciare, secondo il giudice, a una delle offerte più generose che abbia mai visto negli ultimi decenni.
Racconto oscuro o tragica storia d’amore?
Anche il sorprendente riavvicinamento di Saul all’ex moglie Kim Wexler (brillantemente interpretata da Rhea Seehorn) nel finale di stagione suscita potenzialmente molte domande per i suoi fan più accaniti. In quanto frequente partner di Saul, il finale di stagione mostra l’emotività connessa al senso di perdono che ha Kim, che alla fine confessa i suoi crimini portando poi Saul a fare ulteriori ammissioni in tribunale.
La domanda profonda che rimane agli spettatori dello show è se si tratta solo di un improvviso cambiamento di coscienza o se Better Call Saul sia in realtà una tragica storia d’amore.
La scena finale di Saul e Walt
Il finale ritorna a momenti toccanti della serie e si sposta velocemente nel futuro, quando Kim (Rhea Seehorn) fa visita a Saul dopo che questi ha ricevuto una condanna a 86 anni di reclusione.
Gli spettatori potrebbero chiedersi il significato di un flashback in cui né Walter White né Saul Goodman sono disposti ad accettare l’oscurità dei loro crimini e le loro conseguenze irreversibili. Perché Saul ripete il proverbiale errore di nascondersi in un bunker sotterraneo in fuga dalla polizia con qualcuno molto più intelligente di lui, come ha fatto più volte con suo fratello Chuck?
Saul riscatta la sua anima?
L’unico episodio di Better Call Saul interamente scritto e diretto dal venerabile Peter Gould, il finale della sesta stagione, ha suscitato nei fan di tutto il mondo la domanda se questo sia un ultimo tentativo per Saul per redimersi. Con diversi riferimenti al ritorno indietro nel tempo nel corso dell’episodio, è forse questo l’obiettivo del co-creatore Gould di riportare sul piccolo schermo una qualche essenza di bontà umana, anche se per Saul Goodman si tratta di una versione offuscata?
Saul era il malvagio?
I fan di Breaking Bad che hanno seguito anche Better Call Saul, potrebbero porsi questa domanda: chi era il vero villain, Walt o Saul? Guardando entrambe le serie, la progressione oscura, subdola e vile di Saul verso la malvagità avviene attraverso le sue minacce verbali e le sue azioni, non con la forza bruta come nel caso del boss della droga Walter White. Ma questo lo rende davvero meno malvagio?
Il dibattito continua, visto che Gould, in un’intervista a Deadline, osserva in maniera accorta che “… a volte le persone che non esercitano personalmente la violenza possono essere responsabili di tutto il dolore del mondo tanto quanto quelle che premono il grilletto”.
Flashback
Better Call Saul ha avuto diversi flashback chiave nel corso della serie, tra cui un ritorno a tempi più semplici, quando Chuck, il fratello maggiore di Saul, gli porta la spesa, prima che diventasse un famoso avvocato e poi perdesse tutto.
I fan hanno messo in dubbio lo scopo ultimo del guardare indietro, soprattutto per quanto riguarda i personaggi più oscuri del cast, poiché il rimorso e l’introspezione sembrano raramente comparire in questi momenti o come parte integrante del loro carattere. Mentre alcuni hanno regalato momenti divertenti, altri non sono mai sembrati avere un impatto significativo.
Amare l’antieroe
Una domanda universale che potrebbe essere posta, e che in effetti è stata sollevata anche dall’attore Bob Odenkirk, è perché noi, come pubblico, amiamo il cupo e senza cuore Saul? Odenkirk, dal 2015, ha meravigliosamente svelato i molti aspetti di Saul Goodman e la sua evoluzione in una spietata canaglia.
Quando l’attore Odenkirk ha avuto un infarto durante le riprese della serie nel 2021, è rimasto scioccato dall’autentica manifestazione di affetto nei suoi confronti, nonostante il personaggio oscuro che interpreta. La serie porta alla ribalta il bisogno universale di abbracciare l’antieroe e il fascino di questo tipo di personaggio sul piccolo schermo e, spesso, anche nella vita reale.
Il ruolo di Marion
Una domanda che molti fan si staranno ponendo è: perché Saul ha permesso a Marion (interpretata dall’iconica Carol Burnett) di consegnarlo alla polizia e alle autorità? In quanto madre anziana del suo ex complice, perché, in questo momento cruciale, il personaggio malvagio di Saul non riemerge per minacciare o fare del male al personaggio di Marion? Una domanda scottante potrebbe essere se questo sia un punto di svolta o un barlume di rimorso che viene mostrato attraverso la trama, ma di certo non era quello che alcuni spettatori si aspettavano che accadesse.
Seconde possibilità
Rhea Seehorn e Bob Odenkirk concludono il finale di stagione con Saul Goodman ritratto dietro le sbarre mentre fuma una sigaretta con la sua ex moglie, Kim Wexler, in una particolare inquadratura che ricorda una versione riconciliata del loro rapporto. Lo spettatore si chiede: è questo il “lieto fine” della storia? Ci sarà modo di capire se le seconde possibilità esistono davvero? La sensazione di autentica perplessità che accompagna la narrazione lascia gli spettatori con quest’ultima, grande, domanda.