La città incantata: quello che forse non sai sul film di Hayao Miyazaki

19136

La città incantata è il capolavoro di Hayao Miyazaki. Per quanto ci possano essere tanti altri film, della filmografia del grande maestro giapponese che rientrano trai nostri preferiti, il film del 2001 è sicuramente il più complesso, riuscito, compiuto.

Da poche settimane, insieme a molta altra produzione dello studio Ghibli, La città incantata è disponibile su Netflix e si conferma uno dei film più visti degli ultimi giorni, complice anche la clausura necessaria a contrastare l’imperversare del coronavirus su territorio nazionale (mondiale!).

Proprio per questo, per apprezzare ancora di più il film e per carpirne qualche segreto nascosto, ecco quello che forse non sai su La città incantata:

1Una scena riciclata

La scena alla fine del film in cui Chihiro e i suoi genitori stanno camminando attraverso il tunnel per tornare in macchina è esattamente la stessa scena dell’inizio del film, solo invertita.

L’enigma dei nomi

I personaggi de La città incantata riflettono la loro essenza nei loro nomi. “Bô”, l’enorme figlio di Yubaba, significa ragazzino o figlio, “Kamaji” significa vecchia caldaia, “Yubaba” significa strega da bagno e “Zeniba” significa strega da soldi. Il nome dell’eroina “Chihiro” significa un migliaio di braccia o ricerche, mentre il suo nome da sguattera “Sen” significa solo mille.

La città incantata streaming

Il film è disponibile in streaming su Netflix, insieme a tutto il catalogo Ghibli. La storia narra l’avventura di Chihiro, una bambina che, dopo aver perso i genitori in un incidente alquanto inquietante (a tratti disgustoso), intraprende un’avventura che la porterà a lavorare in uno stabilimento balneare, a incontrare streghe, draghi, misteriosi spiriti, fino a ritrovare i suoi genitori.

Successivo