Un’auto come prigione, il proprietario che controlla tutto a distanza, il ladro bloccato dentro senza vie di fuga: l’idea di Locked – In Trappola sembra da high-concept hollywoodiano, ma quanto è davvero possibile nel 2025? Più di quanto sembri. Tra servizi di immobilizzazione remota già in uso (su richiesta delle forze dell’ordine), sistemi di deadlock che disattivano le maniglie interne, telemetria e modalità “sentinella” con videocamere sempre attive, l’ecosistema dell’auto connessa offre già oggi strumenti capaci di trasformare un furto in un duello tecnologico.
Il film estremizza alcuni elementi (come le “scosse dal sedile”, che non esistono nei sistemi OEM e sarebbero illegali), ma il nucleo realistico resta: bloccare qualcuno a bordo di un veicolo e gestire la situazione da remoto è tecnicamente plausibile se si combinano funzioni di sicurezza avanzate, chiusura centralizzata e controllo digitale. In questo articolo separiamo ciò che è reale, ciò che è probabile e ciò che è puro cinema.
5Immobilizzare a distanza: già oggi
Servizi come OnStar Stolen Vehicle Assistance possono rallentare un’auto rubata su richiesta della polizia (Stolen Vehicle Slowdown), fino a portarla al minimo: è tecnologia commerciale attiva da anni.
4Porte che non si aprono dall’interno: i “deadlock”
Molte vetture offrono il deadlocking (o super-lock): se attivato dal telecomando, disabilita le maniglie interne e impedisce l’apertura anche da dentro. È un sistema diffuso su vari brand e documentato nei manuali (es. Volvo, Renault, Kia). Rischio: se attivato con qualcuno a bordo, può intrappolare l’occupante.
Nota normativa: gli standard USA FMVSS 206 regolano resistenza e requisiti delle serrature/chiusure; a livello ONU, i regolamenti su antifurto/immobilizer (UN R116/R163) riguardano dispositivi e allarmi, non definiscono il comportamento dettagliato del blocco porte.
3“Auto-telecamera”: sorveglianza e allerta
Sistemi come Tesla Sentry Mode sorvegliano l’auto da ferma con camere e sensori, registrano e inviano notifiche: un tassello realistico del “controllo a distanza” mostrato nel film.
2Come i ladri aggirano i sistemi (e perché il film non è fantascienza)
Le auto moderne restano vulnerabili a relay attack (chiavi keyless) e a tecniche come la CAN injection, che imitano messaggi sulla rete dell’auto per sbloccare/avviare il veicolo; negli ultimi anni l’Europa ha visto un incremento di furti legati a exploit sulle chiavi/keyless e vari costruttori stanno correndo ai ripari.
1Cosa è poco plausibile
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Sedili “a scossa”: non esistono funzioni OEM che eroghino scosse elettriche agli occupanti; i sedili riscaldati/massaggianti lavorano a bassa tensione e non sono progettati per danneggiare. Una “tortura” integrata sarebbe illegale e fuori dai requisiti di sicurezza.
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Chiusura totale senza vie di fuga: il deadlock può impedire l’uscita, ma tra norme di sicurezza, manual override e vetri, la “prigione perfetta” richiederebbe modifiche non standard. (Resta comunque verosimile scenicamente: deadlock + finestre chiuse + controllo remoto).
Verdetto
La premessa di Locked – In Trappola poggia su tecnologie reali (immobilizer/slowdown, deadlock, telemetria/sorveglianza). Il film estremizza alcuni aspetti (dolore inflitto via sedile), ma bloccare un intruso dentro l’auto e gestire la situazione da remoto è, a grandi linee, plausibile nel 2025. In sala dal 20 agosto con Eagle Pictures.
Fonte: experience.gm.com, onstar.com, Schneier on Security, The Autopian, Volvo Cars, E-Guide Renaultkia.com,