Il grande dittatore, il capolavoro di Charlie Chaplin

Il grande dittatore

Il grande dittatore è il film culto del 1940 di Charlie Chaplin con protagonisti lo stesso Chaplin e Paulette Goddard

 
  • Anno: 1940
  • Regia: Charlie Chaplin
  • Cast: Charlie Chaplin, Paulette Goddard.

La sua prima edizione risale al 15 ottobre del 1940, nel pieno della Seconda Guerra Mondiale. Rappresenta una forte satira del nazismo e prende di mira direttamente Adolf Hitler e il movimento nazista tedesco. Stupenda la scena finale, con il finto Hitler che parla di speranza anziché di disumane minacce al Mondo, dedicando la parte finale del discorso alla donna che amava, ma che l’efferata violenza degli uomini probabilmente non gliela farà più incontrare; si chiama Hannah e forse in realtà è dedicato alla madre, morta in una casa di cura psichiatrica.

Il grande dittatore, il film parodia 

Il Grande DittatoreUn barbiere ebreo partecipa alla Prima Guerra Mondiale, dove ha un incidente aereo e perde la memoria. Viene così rinchiuso in un ospedale per vent’anni, dove non viene a conoscenza di nulla, nemmeno del fatto che nel suo Paese, la Tomania, si è instaurata una dittatura per opera di Adenoid Hynkel, il quale tra le tante atrocità, perseguita gli ebrei. Il barbiere conosce Annah, donna tenace dai tanti sogni e desideri. Ma i tempi in cui vivono sono difficili e il loro quartiere è sovente preso di mira dalle autorità. Il barbiere e il dittatore vivono due vite parallele, col primo che patisce le decisioni del secondo. Ma accadrà qualcosa di imprevedibile, che in qualche modo cambia le sorti del barbiere e forse dell’umanità intera. Almeno nel film.

Benché le tecniche cinematografiche già lo prevedano da un decennio, Chaplin dona la voce ai suoi personaggi a partire da questo film. Anche perché i suoi film precedenti erano prevalentemente corti o slapstick, dunque potevano fare a meno della voce. Il Grande Dittatore può essere considerato una perla del cinema. Tecnicamente il film non è un capolavoro; ma il modo con il quale Chaplin racconta l’avanzata nazista in Europa è magistrale, utilizzando di fatto due delle sue armi migliori: la malinconia da un lato e l’ironia dall’altro. I protagonisti di una vicenda così drammatica sono trattati con un’ironia disarmante, arrivando al punto di deriderli completamente, ma il tutto è ricoperto da quel velo di tristezza e malinconia che sempre caratterizza i film di Chaplin.

Il grande dittatoreD’altronde si parla sempre di un periodo tragico e Chaplin lo sa bene. Gli unici riferimenti non diretti nei confronti della Germania nazista, forse per non calcar troppo la mano contro il regime, sono i nomi dei personaggi (comunque facilmente riconducibili), i simboli della “doppia X” al posto della svastica nazista, e l’uso di parole di fantasia nelle iscrizioni del ghetto ebraico (come la parola “Restauraciz” per ristorante) oppure in esperanto, seppur a volte sgrammaticato (come “Ĉambroj” o “Vestaĵoj”, in esperanto ispettivamente “Camere” e “Vestiti”).

La realizzazione del film fu accompagnata dallo sfiorire del rapporto sentimentale tra Chaplin e Paulette Goddard, splendida protagonista nonché sua terza moglie, in procinto di chiedere il divorzio. Durante la lavorazione, nel dicembre del 1939, Chaplin fu anche raggiunto dalla comunicazione della morte improvvisa dell’amato Douglas Fairbanks, che soltanto un mese prima gli aveva fatto visita sul set. Egli ne fu sconvolto e la perdita del “solo vero amico che abbia mai avuto”, come ebbe a dire Chaplin stesso, rimarrà una ferita mai rimarginata.

Il grande dittatore, censurato

Il grande dittatore fu sottoposto a più censure. Venne vietato in quasi tutta l’Europa dal 1940 al 1945 a causa del potere nazifascista che ne proibì la distribuzione. In Inghilterra venne censurato per timore di peggiorare i già difficili rapporti diplomatici con la Germania; tuttavia proprio lo stesso anno la situazione tra i due belligeranti precipitò irreparabilmente e così, affrancata dalla censura, la pellicola vide la sua prima proiezione a Londra già nel 1941.

Uscì in Italia per la prima volta nel 1945, con la caduta del fascismo. La versione era integrale e sottotitolata. Nel 1949 il film era stato già doppiato (probabilmente integralmente) in un’edizione con la voce di Augusto Marcacci per Chaplin, ma al contrario di come riportano molte fonti questa versione non fu mai distribuita nei cinema e oggi è probabilmente andata perduta.  Il film venne censurato di alcune scene quando uscì ridoppiato nel 1972 (con la voce di Oreste Lionello per Chaplin) e la direzione del doppiaggio di Roberto Bertea, in particolare nella scena del ballo e della ridicola danza tra la sig. Napoloni e Hynkel. Il personaggio della moglie di Napoloni fu eliminato totalmente per non urtare la sensibilità della vedova Rachele Mussolini, ancora in vita. Il nuovo prestigioso adattamento del copione è del comandante Roberto De Leonardis, noto per le sue versioni italiane di tutti i film Disney d’epoca. Nel 1988, per un’edizione in videocassetta a cura della Skema video, il film fu integralmente ridoppiato con la voce di Claudio Trionfi per Chaplin.

Questa versione fu eseguita sulla versione francese del film e non su quella originale; la qualità del doppiaggio è molto discutibile, ma se non altro si trattava della prima versione italiana integrale. I nuovi dialoghi italiani sono di Patrizia D’Agostino e la direzione del doppiaggio è di Umberto Fizz. Nel 2002 il film è stato ridistribuito integralmente e restaurato dalla BIM distribuzione. Le scene censurate sono state doppiate ex novo in italiano con nuove voci e, a detta di molti, il nuovo doppiaggio stride troppo con le restanti scene che conservano l’audio del 1972. Le voci delle sequenze reintegrate sono troppo diverse e i dialoghi aggiunti non tengono conto dell’adattamento di De Leonardis come se le nuove scene fossero state tradotte senza vedere l’intero film in italiano (ad esempio Napaloni nelle sequenze del 1972 si rivolge ad Hinkel chiamandolo Hikelino, mentre in quelle re integrate con Hinkey).

Nel 1941 Il Grande Dittatore ottenne cinque candidature al premio Oscar, inclusi miglior film e miglior attore allo stesso Chaplin. Nel 1940 il National Board of Review of Motion Pictures l’ha inserito nella lista dei migliori dieci film dell’anno. Nel 1997 è stato scelto per la preservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti. Nel 2000 l’American Film Institute lo ha inserito al trentasettesimo posto nella classifica delle cento migliori commedie americane di tutti i tempi.

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