Le mani sulla città

Le mani sulle città

 

Anno: 1963

Regia: Francesco Rosi

Cast: Rod Steiger, Carlo Fermariero.

Napoli, primi anni ’60. Eduardo Nottola è un personaggio spregiudicato che ricopre un doppio ruolo: è infatti sia un costruttore edilizio che un consigliere comunale della città in questione, e porta avanti il suo piano di speculazione edilizia che cambierà per sempre il volto della città. Tutto inizia quando un palazzo fatiscente, in fase di demolizione (con un solo muro in comune con un altro edificio ancora abitato), subisce un drammatico crollo. Due operai muoiono, un bambino resta ferito al punto che perderà le gambe. Scoppia lo scandalo, e i politici di sinistra subito accusano: dietro a tale tragedia non c’è il destino, ma Edoardo Nottola, consigliere comunale e costruttore edile, con il figlio che lavora all’ufficio comunale per le opere pubbliche.

Niente riesce a fermarlo. Né il crollo di un fabbricato provocato dai lavori di demolizione condotti dalla sua impresa che causerà morti e feriti, né l’impegno del consigliere dell’opposizione De Vita, né il suo stesso partito che comincia a provare qualche rimorso.

Questo film del 1963 diretto da Francesco Rosi è ambientato a Napoli, ma il suo tema permette di adattarlo a tutte le città d’Italia. Infatti, la selvaggia speculazione edilizia degli anni ’50-’60 (e anche quella dei due decenni successivi, sebbene in modo minore) è un’epidemia che investì tutto il Paese da Nord a Sud. Non a caso Napoli viene nominata solo dopo mezz’ora dall’inizio del film.

Ad inizio lungometraggio, una didascalia dice: «I personaggi e i fatti sono immaginari, ma autentica è la realtà che li produce». Quale modo migliore per sintetizzare l’essenza di questo lungometraggio, autentica denuncia alla politica che si arricchisce sulla pelle dei cittadini, soprattutto, dei più deboli e poco informati.

I due personaggi protagonisti, Nottola e De Vita, sono agli antipodi non solo per la parte politica che occupano – uno interessato a guadagnare, l’altro ad impedirglielo – ma anche per gli attori che li interpretano. I panni di Nottola sono infatti indossati da Rod Steiger, attore temprato di Hollywood che ha interpretato ruoli di cinico, spesso in modo debordante e sopra le righe. Otteneva spesso parti collaterali nelle quali dimostrò appieno quanto fosse vero l’assioma che “non esistono piccole parti ma solo piccoli attori”. in film leggendari come Fronte del porto, La calda notte dell’ispettore Tibbs (grazie al quale vinse anche l’Oscar), Lucky Luciano; ma anche un ruolo di eroe in Giù la testa di Sergio Leone o come interprete di personaggi storici carismatici quali Mussolini, Napoleone, Papa Giovanni XXIII, Ponzio Pilato e Al Capone.

Gli fa da contraltare l’altro protagonista, il deputato del Pci e sindacalista Carlo Fermariero, napoletano, il cui personaggio era ispirato a Luigi Cosenza, ingegnere e architetto, consigliere comunale comunista che si opponeva alla destra monarchica guidata dal sindaco Achille Lauro.

Sullo sfondo del loro scontro, una Napoli ferita dalla guerra, con tanti poveracci destinati a subire il danno e la beffa. Il finale è di quelli amari, nel quale a vincere è il Male. Come sovente è successo nel nostro Paese.

Pur se quarantennale (primo film del 1958, ultimo del 1997), la carriera di Francesco Rosi alla regia non è particolarmente ricca di film, avendone diretti “solo” 18. Un numero relativamente basso, ma qualitativamente elevato, se si considera il fatto che quasi tutti i suoi lungometraggi sono socialmente e politicamente impegnati, autentiche denunce di eventi italiani troppo spesso dimenticati o archiviati con estrema facilità. Malgrado la loro gravità.

Tra le note di fondo, va detto che il film ha vinto il Leone d’oro al Festival di Venezia; ma anche che Rod Steiger è stato doppiato da Aldo Giuffrè e che Le mani sulla città è il film proiettato da Peppino Impastato al circolo Musica e cultura ne I cento passi. Scelta azzeccatissima, aggiungiamo noi.

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