L’uomo in più: recensione del film di Paolo Sorrentino

L'uomo in più

L’uomo in più è il film del 2001 di Paolo Sorrentino con protagonisti nel cast Toni Servillo e Andrea Renzi.

 
  • Anno: 2001
  • Regia: Paolo Sorrentino
  • Cast: Toni Servillo, Andrea Renzi

L'uomo in piùTrama: Due vite parallele in una Napoli di inizio anni ’80: Antonio Pisapia è un calciatore all’apice della propria carriera; la sua è una “vita da mediano”, dentro e fuori il campo: timido, introverso, leale, scrupoloso. Mentre gli altri calciatori a fine carriera si sporcano con la vergogna del calcio scommesse per l’incertezza economica del post-ritiro, lui decide di restarne fuori; distinguendosi ancora una volta. Antonio “Tony” Pisapia è invece un cantante di musica leggera; voce “sporca” come la sua anima: cinico, spavaldo, egocentrico. Ha vissuto sempre “al massimo”, finendo due volte in carcere per droga. Le loro vite corrono come due treni su binari paralleli, così diverse e opposte. Ma finiscono entrambi per deragliare.

L’uomo in più, il primo film di Paolo Sorrentino

L’uomo in più è il primo film scritto e diretto da Paolo Sorrentino nel 2001. La pellicola da l’avvio al fortunato connubio professionale con l’attore casertano Toni Servillo, che apparirà in altri suoi tre film successivi, sempre da protagonista e con ruoli sempre diversi che esaltano le sue grandi doti istrioniche. In questa occasione Servillo interpreta il cantante Tony Pisapia, dandogli magnificamente quel tocco di cinico egoista ricucitogli da Sorrentino. L’altro Pisapia, il calciatore, è invece interpretato da Andrea Renzi, attore romano.

I due protagonisti si ispirano a personaggi reali: il cantante Tony Pisapia al cantautore Franco Califano, mentre il calciatore Antonio Pisapia a Agostino Di Bartolomei, calciatore della Roma suicidatosi nel 1994, il 30 maggio, dieci anni esatti dalla finale di Coppa dei Campioni 1983-1984 persa dalla Roma contro il Liverpool.

Sorrentino racconta le due storie aggiungendoci passaggi di fantasia; in modo più estremo nel caso del cantante (commetterà un omicidio) e ribaltando la realtà nel caso del calciatore (Pisapia vorrebbe allenare ma gli fanno fare il dirigente, mentre Di Bartolomei voleva proprio fare il dirigente).

Oltre ai due protagonisti, ve n’è un terzo ispirato alla realtà: il Molosso – l’allenatore interpretato da Nello Mascia – è ispirato al “Petisso” Bruno Pesaola, allenatore del Napoli, della Fiorentina campione d’Italia nel 1969 e del Bologna.

Le canzoni di Tony Pisapia sono interpretate dallo stesso Toni Servillo e scritte dal fratello Peppe insieme a Paolo Sorrentino. Tutta la colonna sonora consta di 11 tracce non pubblicate, dunque non trovabili.

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