Umberto D.

altUmberto D.

 

Regia: Vittorio De Sica

Anno: 1952

Cast: Carlo Battisti

Umberto D. è un film diretto da Vittorio De Sica, scritto e sceneggiato da Cesare Zavattini, premiata coppia del cinema italiano del dopoguerra. Il film è un tributo al padre Umberto De Sica, con cui aveva un rapporto molto forte. Il film ha raccolto molti premi e nomination, ecco i più prestigiosi: Miglior film al Festival di Punta del Este, Miglior film straniero per i critici di New York (1955), Nomination all’Oscar a Cesare Zavattini per la migliore sceneggiatura originale (1957).

Umberto è un ex impiegato statale che sopravvive con una magra pensione, è costretto ad alloggiare in una camera di un alberghetto squallido ad ore, nonché a mangiare nelle mense pubbliche. Per le tante difficoltà e quotidiane umiliazioni, non più sopportabili in tarda età, pensa di farla finta; ma l’unica cosa che gli è rimasta, il suo cagnolino Flag, lo convince che in fondo vale ancora la pena vivere. De Sica denuncia dunque le difficoltà dei pensionati, e in generale, di quanti sono costretti a vivere nella semipovertà e nella quotidiana umiliazione.

Dopo la parentesi di Miracolo a Milano, film che denuncia sempre i soprusi subiti dai più deboli (nella fattispecie i “senza tetto” nella Milano del dopoguerra) ma con uno stile fiabesco, il regista originario di Caserta torna a raccontare in modo duro e crudo la realtà italiana del dopoguerra, attraverso quel neorealismo che si serviva anche di attori non professionisti, così come ha fatto successivamente Pasolini, o nel modo in cui amava lavorare un altro importante regista spagnolo surrealista dell’epoca, Luis Buñuel, censurato dalla dittatura franchista e costretto all’esilio professionale in Messico prima e Francia poi. Tra le curiosità, bisogna annoverare il fatto che Carlo Battisti – che interpreta Umberto D. – era professore di glottologia all’Università di Firenze e insieme a Giovanni Alessio e ad altri collaboratori fu autore dell’importante Dizionario Etimologico Italiano (DEI, in 5 volumi, pubblicato negli anni 1950-1957); questo è il suo unico film. Si racconta che il professore si presentò al provino indossando due cravatte da quanto era emozionato.

Va anche detto che il film fu duramente contestato dal Governo democristiano dell’epoca, poiché offriva all’estero una visione distorta della realtà socioeconomica italiana. Nel 2008 ha visto un remake interpretato da Jean Paul Belmondo reduce da un devastante ictus. Il film, dal titolo Un homme et son chien, per la regia di Francis Huster, ha recuperato il titolo originale del film, poi cambiato dalla distribuzione.

- Pubblicità -