Il nemico alle porte, il film con Jude Law e Ed Harris

Il nemico alle porte è un film del 2001 diretto da Jean-Jacques Annaud e con protagonisti nel cast Jude Law, Ed Harris, Joseph Finnies, Rachel Weisz e Bob Hoskins.

 

Il nemico alle porteIl nemico alle porte trama: Stalingrado, autunno 1942. La giovane recluta dell’armata rossa Vasilij Grigor’evic Zajcev (Jude Law) viene catapultato insieme ad altri sventurati compagni nell’inferno di Stalingrado, città simbolo dell’Unione Sovietica assediata ormai da settimane dalle truppe del Terzo Reich.

Durante uno dei tanti ed assurdi attacchi suicida a cui gli ufficiali dell’Armata Rossa lo costringono a partecipare, Vasilij conosce Politruck Danilov (Joseph Fiennes), ufficiale addetto alla propaganda, a cui ha modo di mostrare la sua incredibile abilità di tiratore affinata durante l’infanzia in cui era solito cacciare i lupi negli Urali.

Danilov vede nel ragazzo quell’eroe di cui l’esercito ha bisogno per mantenere alto il morale ed avere nuove motivazioni in battaglia. Spalleggiato dal cinico Nikita Khrushchev (Bob Hoskins), Danilov farà di Vasilij Zajcev un mito, una sorta di leggenda, e  Vasilij a sua volta diventerà l’incubo dei tedeschi collezionando vittime su vittime soprattutto tra gli ufficiali. Il rapporto di grande complicità tra Danilov e Vasilij comincerà però ad incrinarsi quando una donna, Tania Chernova (Rachel Weisz), si intrometterà fra loro generando invidie e gelosie.

Nel frattempo, per porre fine al mito di Vasilij, il comando tedesco invierà al fronte il migliore dei tiratori della Wermacht: il maggiore Erwin Konig (Ed Harris) che inizierà con Vasilij un’appassionante quanto drammatico duello destinato ad un tragico epilogo.

Il nemico alle porte film

Il nemico alle porte (Enemy at the gates) è un film del 2001 diretto dal regista francese Jean-Jaques Annaud (Il nome della rosa, L’amante) e tratto da una storia vera.

Annaud si conferma una volta di più straordinario a livello scenografico, ricreando con grande realismo ed efficacia il drammatico contesto in cui si svolge la vicenda. Una Stalingrado dilaniata da una delle più feroci battaglie della Seconda guerra mondiale, una città in preda alla disperazione più assoluta sia tra i civili che tra i militari di cui il regista tiene a sottolineare le terribili condizioni e i patimenti sopportati.

Il nemico alle porte

Ma se il regista francese non tradisce a livello estetico è a livello di sceneggiatura che il film genera qualche dubbio. La prima metà è indubbiamente la migliore: l’arrivo di Vasilij al fronte, il suo disorientamento, la nascita del suo mito e l’amicizia con Danilov, il tutto tiene alta la tensione emotiva dello spettatore, affascinato da una ricostruzione storica impeccabile.

La seconda parte invece si perde. La storia d’amore tra Vasilij e Tania, il duello con il maresciallo Konig, sono elementi narrativi interessanti ma che vengono trascinati con scarso ritmo e con il passare dei minuti assumono una preponderanza che non sono in grado di  sostenere. Il film perde la tensione emotiva iniziale e si protrae stancamente verso un finale più che scontato.

Il cast di Il nemico alle porte è indubbiamente di prim’ordine anche se ci sentiamo di sottolineare le interpretazioni di Joseph Fiennes, molto convincente nella parte dell’enigmatico e fanatico servitore del regime staliniano, così come di Bob Hoskins, quasi irriconoscibile nei panni di un credibilissimo Nikita   Khrushchev, futuro presidente dell’URSS qui spietato e  irascibile ufficiale al soldo di Stalin.

Indubbiamente pregevole anche l’interpretazione di Ed Harris, efficace nelle vesti del gelido e imperscrutabile ufficiale della Wermacht, convincono invece indubbiamente meno Jude Law e Rachel Weisz non tanto per scarsezza interpretativa ma perchè non dotati di quel “phisique du role” necessari alla parte. Troppo belli e occidentali per essere credibili come stanchi e sfiancati russi al fronte da mesi.

Storicamente il film è interessante solo nella prima parte dove si evidenzia con particolare attenzione la terribile disumanità degli ufficiali sovietici pronti a sparare senza pietà verso i propri soldati ad ogni minimo accenno di ritirata. Il nemico non era solo di fronte ma anche di spalle.

Per il resto il dramma dei civili intrappolati in questo immenso fronte di guerra è solo accennato, vagamente abbozzato, le finalità registiche e della sceneggiatura propendono verso altri lidi e altre finalità. Il risultato è un film molto hollywoodiano e non dal forte impatto emotivo che avrebbe potuto avere e che abbiamo provato in altri film dal contesto simile, come il Pianista di Roman Polansky per intenderci…ma questa è tutta un’altra storia.

Il nemico alle porte, trailer

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