Gross risate nel 1972 con Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (ma non avete mai osato chiedere), il film di Woody Allen con Woody Allen, John Carradine, Lou Jacobi Louise Lasser, Gene Wilder, Tony Randall, Burt Reynolds

 

La Trama

7 episodi diversi per tempo, ambientazione, classi sociali. Ciascuno è introdotto da una domanda a sfondo sessuale. Si parla di afrodisiaci, perversioni, orgasmi, omosessualità, ma affrontando tutto con leggerezza e comicità.

Analisi

Bastano i titoli di testa per capire che il sesso sarà l’ingrediente principale del film: titoli che insolitamente si discostano dai classici alleniani, con le scritte in bianco su sfondo nero, in favore di una distesa di conigli bianchi che simulano con il muso un movimento incessante, come quello sessuale. Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso (ma non avete mai osato chiedere), non è un film-scandalo, come si potrebbe pensare, per i temi trattati. Non è certo il primo esempio di film che centra l’attenzione su un argomento del genere e tra l’altro Allen lo fa senza mostrare scene di nudo o altre situazioni troppo esplicite. Ma la naturalezza e la leggerezza con la quale viene affrontato il tema e il modo in cui l’argomento sesso viene inserito nella quotidianità a tutti i livelli, è sbalorditivo. Ne viene fuori che il sesso lo fanno tutti: dai borghesi ai proletari, dai giullari alle dame di corte, ognuno lo fa con le sue particolari esigenze. Le domande che vengono proposte all’inizio di ogni episodio non trovano una risposta. Più che altro vengono approfondite, ma non c’è affatto (e ovviamente) l’esigenza “medica” né “etica” di dover fornire la risposta.

Tutto quello che avreste voluto sapere sul sessoIl sesso è l’ingrediente principale del film, ma è sempre trattato con sottile ironia, quell’inconfondibile stile a cui Woody Allen ci ha abituato. Tuttavia, benché ogni episodio abbia una costruzione narrativa autonoma e curata, capace pur nella sua brevità di possedere un incipit, un intreccio ed una fine, siamo ancora vicini ad un Allen che fa ridere sfruttando più la situazione comica fine a se stessa, invece di una superiorità incessante del dialogo o di un allestimento più variegato della narrazione (mancano ancora 5 anni a Io e Annie, per esempio).

Alcune gag sono davvero indimenticabili, come il rabbino che ha la perversione di essere frustato mentre la moglie mangia carne di maiale; o il corpo umano che funziona come un centro di controllo, con lo stesso Allen protagonista in qualità di spermatozoo.

Tra strizzate d’occhio dichiarate a Fellini e Antonioni (nell’episodio “italiano”) o ad altri mondi della cultura americana, ogni episodio ha la capacità di farsi ricordare per qualcosa. Forse quello con Gene Wilder che si innamora della pecora è però un gradino sopra agli altri.

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