Young Europe: recensione

Young Europe

Young Europe è il film del 2011 diretto da Matteo Vicino e con protagonisti Delfine Rouffignac, Michele Gammino, Camilla Ferranti e Maria Luisa De Crescenzo.

 


Young EuropeAnno: 
2011

Regia: Matteo Vicino

Cast: Delfine Rouffignac, Michele Gammino, Camilla Ferranti, Maria Luisa De Crescenzo, Valérie Baurens, Ronnie McCann, Riccardo Leonelli, Catriona Loughlin, Claude Jan, Victoria Oberli

Trama: Il film è tratto dall’ omonimo romanzo di Matteo Vicino, una storia corale con al centro tre protagonisti – Josephine, Julian, Federico – colti dal quotidiano delle loro giovani vite fino agli eventi che ne segnano la drammatica svolta.

Analisi: Nel 2006, il Ministero dell’Interno tramite il servizio della Polizia Stradale indice una gara, volendo premiare lo spettacolo artistico più idoneo per sensibilizzare i giovani contro le “stragi del Sabato sera”. Matteo Vicino, regista e musicista di Bologna, è il vincitore. Dapprima lui realizza uno spettacolo teatrale, per poi ricavarne un libro, dal titolo Young Europe. Partendo da quest’ultimo, Showbiz Movies e Polizia di Stato hanno prodotto un film nel 2011 affidando la regia proprio a Vicino. Nel film, intitolato proprio Young Europe, il tema principale degli incidenti stradali torna in tre ambientazioni diverse: in Gran Bretagna, in Francia e naturalmente in Italia. In questo modo, sembra che il regista voglia “universalizzare” il film. Per noi, è fin troppo facile pensare che in Italia i problemi non si risolvono mai, e ci ingelosisce l’efficienza amministrativa e burocratica del Nord-Europa.

In realtà, la possibile immaturità dei giovani non ha alcun confine. Il regista fa in modo che le tre storie alla fine s’intreccino fra di loro soprattutto astrattamente, nelle motivazioni oscure sottese agli incidenti stradali: la presunzione, la fatalità, l’imprudenza, la sfortuna, la disattenzione ecc… Ad esempio la cinematografia di Alejandro Gonzalez Inarritu usa la sceneggiatura a storie intrecciate riversandola sui propri personaggi, cambiando la loro vita. Nel caso di Vicino, invece, bisogna che il giovane in sala, innanzi al dramma dell’incidente stradale, impari a distinguere la componente della fatalità da quella (più responsabilizzante) dell’imprudenza.

Young Europe

Paradossalmente, le tre storie finirebbero a districarsi, quasi universalizzandosi. Il giovane in sala deve capire che soltanto l’imprudenza (o la presunzione) causa l’incidente stradale, mai la mera sfortuna. A Vicino interessa poco sceneggiare l’evoluzione caratteriale dei vari personaggi, se per la maggiore essi non esisteranno più. La morte avviene materialmente, ma pure nell’anima (quando il “cattivo maestro”, il quarantenne gravemente immaturo, comincia a riconoscere la sua presunzione, guardandosi le mani che, per la prima volta, non sa controllare). La regia di Vicino è di quelle che spezzano di continuo l’inquadratura. La macchina da presa si sposta con rapidità da un dialogante all’altro, mentre mani e braccia entrano all’improvviso in scena, sorprendendo lo spettatore.

Il montaggio si percepisce quasi nel collage di se stesso, persa la continuità ambientale fra le tre storie. La sua velocità, che fatichiamo a seguire con l’occhio, è in fondo la stessa dell’autista che sciaguratamente crede di poter tagliare la strada a tutti. Sembra che Vicino “rottami” le inquadrature, preparandoci al triste epilogo narrativo. L’episodio parigino diviene il più interessante, in via concettuale. L’attrice esordiente Victoria Oberli interpreta Josephine, e forse ci ricorda la prostituta Nana in Questa è la mia vita, del regista Godard. Vicino inquadra il mezzobusto fisso della ragazza, seduta al tavolo. Lei filosofeggia come l’esistenzialista Brice Parain nel film di Godard, ma aggiungendovi tutto il pragmatismo di Nana. Sembra che Josephine voglia continuamente recitare un ruolo, agendo nella società, esattamente come gli altri, solo che questi non lo ammetterebbero, con la loro ipocrisia. E’ il suo pragmatismo, cui però mancherebbe il freno della responsabilità personale.

Purtroppo, può sempre accadere che qualcuno causi un incidente stradale soltanto per una disattenzione. Ma bisogna assumersene la responsabilità: anche per questo, si punisce l’omissione di soccorso. Nel film di Vicino, soprattutto l’attore Riccardo Leonelli, che interpreta il quarantenne frivolo, causerebbe l’incidente stradale facendo sfoggio del suo ruolo sociale, a discapito degli altri, più sfortunati di lui. E’ un pragmatismo senza idee, rispetto a quello di Josephine. Le inquadrature del film si succedono molto rapidamente, come formando un collage. Solo dopo l’incidente, la macchina da presa si ferma, e freddamente gira attorno all’autovettura in rottami, andando ad ispezionarla. E’ il momento in cui la polizia stradale compie il macabro rituale di fotografare la scena. Calato il telo sui cadaveri, lo spettatore percepisce che può solo distinguere il grave sbaglio dell’imprudenza: nei corpi sanguinanti, nella carrozzeria tagliata, nel silenzio del motore.

Il film Young Europe ha vinto il Premio per la miglior regia al Miff 2012.

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