Christine – La macchina infernale: recensione del film di John Carpenter

Christine - La macchina infernale recensione

Christine – La macchina infernale è il film del 1982 diretto da John Carpenter con Keith Gordon, John Stockwell, Alexandra Paul, Robert Prosky, Harry Dean Stanton, Kelly Preston.

 

La trama di Christine – La macchina infernale

Nella classica cittadina della provincia americana, il giovane Arnie fugge dai bulli e dalle tensioni tipiche dell’adolescenza dedicandosi anima e corpo a rimettere in sesto un’auto d’epoca: l’innocente hobby  si trasformerà ben presto in un’ossessione, assumendo poi contorni da incubo quando l’auto, animata da vita propria, comincerà ad eliminare tutti coloro che hanno infastidito il protagonista,  prendendosela anche con la fidanzata di quest’ultimo, vista come una pericolosa rivale…

Anno d’oro, il 1983, per i cinefili appassionati di Stephen King: a breve distanza l’uno dall’altro escono Cujo, La zona morta e Christine, confermando lo statu s dello scrittore del Maine quale blockbuster non solo per l’editoria, ma anche per il grande schermo;  portare al cinema i suoi lavori è diventata una sorta di ‘sfida registica’ per la quale c’è la fila; così, dopo Brian De Palma con Carrie, il controverso adattamento di Shining firmato da Stenlay Kubrick e David Cronenberg con la sua traduzione de La Zona Morta, è la volta di John Carpenter, che qui si occupa anche delle musiche, come  al solito.

L’esito, non  straordinario, è comunque convincente: rispettoso, pur se con le tipiche ‘libertà narrative’, del romanzo originale, Carpenter imbastisce un film con una sana dose di pathos e un buon ritmo. Cast pieno di giovani semiesordienti, trai quali  però la sola Alexandra Paul (nel film la fidanzata del protagonista) avrà in seguito una certa notorietà, diventando uno dei volti fissi della serie “Baywatch”; il protagonista Keith Gordon (già visto nel Lo squalo II e All That Jazz), si è poi fatto apprezzare come regista sia al cinema (The singing detective) che in tv (soprattutto in Dexter), mentre il suo migliore amico, John Stockwell, si è alternato tra regia e recitazione, anche se senza particolari ‘acuti’.  Assieme a loro, va almeno ricordata la presenza di Harry Dean Stanton e di Kelly Preston, in seguito ‘signora Travolta’.

La protagonista del film è pero come nel libro, la vettura e in effetti gli episodi più coinvolgenti del film, sono quelli in cui l’auto procede ai propri atti vendicativi, nonché le sequenze in cui si ‘autoripara’, frutto di effetti speciali oggi del tutto superati, ma efficacissimi all’epoca. Pur se privo di elementi indimenticabili, a partire delle interpretazioni, spesso e volentieri abbastanza, impacciata, Christine – La macchina infernale finisce per essere comunque un film discreto, caratterizzato  da un riuscito equilibrio di tutte le  componenti; un adattamento non  memorabile,  ma capace di rendere bene le atmosfere in chiaroscuro degli ambienti scolastici ed adolescenziali. Accolto con discreto favore da critica e pubblico, non è comunque riuscito a sfondare al botteghino come altre trasposizioni dei libri di King.

- Pubblicità -
RASSEGNA PANORAMICA
Marcello Berlich
Articolo precedenteBrivido: recensione del film di Stephen King
Articolo successivoCujo: recensione del film di Lewis Teague
Marcello Berlich
Laureato in Economia,  è appassionato di cinema, musica, fumetti e libri. Collabora con Cinefilos dal 2011.
christine-la-macchina-infernale-recensioneChristine - La macchina infernale finisce per essere comunque un film discreto, caratterizzato  da un riuscito equilibrio di tutte le  componenti; un adattamento non  memorabile,  ma capace di rendere bene le atmosfere in chiaroscuro degli ambienti scolastici ed adolescenziali.