L’Anticristo: recensione del film di Alberto De Martino

L'Anticristo recensione film 1974

L’Anticristo è il film 1974 diretto da Alberto De Martino con Carla Gravina, Mel Ferrer, Alida Valli, Mario Scaccia, Umberto Orsini.

 

La trama del film L’Anticristo

La storia ruota intorno alla giovane Ippolita Oderisi, rampolla di una nobile e ricca famiglia romana, con tanto di zio alto prelato, affetta da una paralisi nervosa alle gambe. Niente sembra guarirla, nemmeno la visita ad un santuario ciociaro e la visione degli indemoniati, gente apparentemente posseduta dal demonio che ha bisogno di un esorcismo. Anche l’intervento dell’affascinante psichiatra Marcello Sinibaldi serve a ben poco, anche se le sedute di ipnosi regressiva fanno riaffiorare i ricordi di una vita precedente legata ad una sua antenata condannata in quanto strega ed arsa sul rogo.

Lo spirito antico e malvagio –o il diavolo stesso?- sembrano possedere la ragazza che mostra all’improvviso una gamma di “strani” comportamenti (tutti tratti dal decalogo del bravo indemoniato: vomito verde, membra che appaiono e scompaiono, scandalosi turpiloqui e perfino un incesto col fratello minore) che sembra impossibile ricacciare nell’inferno dal quale sono venuti… almeno fino all’intervento di un inflessibile prete tedesco dall’aria teutonica che saprà ricacciare indietro il demone fin nell’inferno da dove è sbucato. 

Il film L’Anticristo

Negli anni ’70 L’esorcista ha segnato un’epoca diventando un vero e proprio spartiacque a partire dal quale cominciare a scrivere la storia dell’orrore quotidiano. Da quel momento in poi esorcismi, rituali, case infestate e gente posseduta (soprattutto bambini) non sono più stati un segreto per nessuno ed è proliferato un ricco sottogenere dalle scarse qualità.

Ma qualche eccezione c’è, come ben rappresenta la pellicola made in Italy L’anticristo diretta da Alberto De Martino in piena era seventies, ovvero il 1974, proprio cavalcando l’onda del successo della pellicola di Friedkin. Il film è sempre una mera imitazione dell’originale, gli effetti speciali sono qualitativamente inferiori ma regala un crescendo di suspense e disgusto degni dell’originale.

Per chi è un amante del genere o comunque apprezza il gusto gore e fortemente camp dell’horror exploitation anni ’70 L’anticristo non può che rappresentare una vera perla del genere: scandaloso per l’epoca, è stato marchiato dalla lettera scarlatta della censura italiana che non ha retto alle terribili scene che si presentavano sullo schermo ed è arrivato fino ad oggi con la sua fama di film “maledetto”, grottesco e splatter fino all’ennesima potenza, che ha fatto da apripista per un ricco genere nel quale hanno trionfato i tanti Fulci, Argento, Deodato, Bava.

Si sprecano le scene di sesso spinto lasciate ad intendere, come quella del Sabba infernale o del suddetto incesto tra consanguinei; la scena dell’indemoniata che incontra il ciarlatano mostra, da un lato, una carrellata di imbarazzanti effetti speciali “fatti in casa” che però sono funzionali a quella “scrittura della suspense” e che aiutano a fortificare man mano che si va avanti con la narrazione, per non parlare poi della straordinaria performance di Carla Gravina, indemoniata fascinosa e ammaliante, che nulla ha da invidiare alla piccola Regan de L’esorcista. Almeno lei non diventa verde e non è costretta a sottoporsi ad estenuanti sedute di make up prima di andare in scena per apparire al meglio nella sua forma infernale.

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Ex bambina prodigio come Shirley Temple, col tempo si è guastata con la crescita e ha perso i boccoli biondi, sostituiti dall'immancabile pixie/ bob alternativo castano rossiccio. Ventiquattro anni, di cui una decina abbondanti passati a scrivere e ad imbrattare sudate carte. Collabora felicemente con Cinefilos.it dal 2011, facendo ciò che ama di più: parlare di cinema e assistere ai buffet delle anteprime. Passa senza sosta dal cinema, al teatro, alla narrativa. Logorroica, cinica ed ironica, continuerà a fare danni, almeno finché non si ritirerà su uno sperduto atollo della Florida a pescare aragoste, bere rum e fumare sigari come Hemingway, magari in compagnia di Michael Fassbender e Jake Gyllenhaal.
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