Scream 4: recensione del film di Wes Craven

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WES CRAVEN RIMETTE LA MASCHERA DI GHOST-FACE. Dopo undici anni dall’ultimo capitolo della trilogia torna Wes Craven con Scream 4 ed il suo psicopatico omicida con la maschera di fantasma. Neve Campbell, Courtney Cox e David Arquette già protagonisti del primo e fortunatissimo film della serie, ormai datato 1996, si ritrovano nella cittadina di Woodsboro dove ad essere vittime del misterioso serial killer saranno adesso i giovani studenti del college e non solo.

 
 

Scream 4Dopo anni di assenza Sidney (Neve Campbell) ritorna nella cittadina di Woodsboro, a suo tempo teatro degli eccidi di Ghost-face, l’omicida che con la maschera da fantasma aveva fatto strage tra amici e parenti della ragazza.

Sidney, accompagnata dal cinico agente Rebecca ( Alison Brie ), è in procinto di presentare il suo nuovo libro di autodifesa personale che prende ovviamente spunto dalle proprie passate vicissitudini. A Woodsboro Sidney ha occasione di rincontrare Linus (David Arquette) ora diventato sceriffo così come ritrova Gale Weathers (Courtney Cox) ora moglie di Linus ed ex giornalista d’inchiesta ai tempi dei primi omicidi.

Gale, autrice di vari best-sellers ispirati proprio a quei tragici accadimenti vive con sempre maggior insofferenza quella piccola realtà di provincia nonostante la fortuna accumulata dai libri su Ghost-face poi diventati anche una celebre serie cinematografica. Sidney constata come le vicende orribili che la videro protagonista anni prima siano oggi solo materiale per film di quarta serie e come attorno alla lugubre figura di Ghost-face si sia creato una sorta di idolo giovanile.

Ma nel momento stesso del suo ritorno a Woodsboro ricomincia puntuale la serie di orribili uccisioni ed a essere bersaglio del nuovo psicopatico di turno ci sono ancora i giovani studenti del college tra cui la cugina di Sidney, Jill (Emma Roberts).

Ricomincia per Sidney, Linus e Gale il solito valzer di sangue, la caccia al serial killer che avvisa le vittime attraverso macabre conversazioni telefoniche; sangue, coltellacci da cucina, giovani vittime impotenti e la solita maschera di fantasma che appare e scompare misteriosamente nel buio della notte. Sidney sa che lei è e sarà sempre al centro di questo gioco dell’orrore ma adesso ha imparato a convivere con il terrore ed invece di scappare decide di affrontarlo.

Per rimettere in scena un nuovo capitolo della serie, Wes Craven ha voluto che nessuno mancasse all’appello tra coloro che erano stati artefici a suo tempo del primo celebre e fortunatissimo episodio del 1996, Scream – Chi urla muore.

Dai tre amatissimi protagonisti Neve Campbell, Courtney Cox e David Arquette sino allo sceneggiatore Kevin Williamson che ha affiancato Craven in tutti e quattro i film della serie, Scream 4 ripropone la squadra vincente dei primi tre episodi con l’aggiunta, ovviamente,  di nuovi e giovani interpreti.

Scream 4 apre con una serie di sequenze che rappresentano una sorta di caricatura dei  sequel-horror cinematografici quasi a volersi prendere in giro con un’ammirevole dose di autoironia. Ed è proprio la leggerezza e l’ironia dei dialoghi a rappresentare uno dei tratti distintivi del film che a conti fatti suscita sicuramente più risate che paure e considerato che si presenta, teoricamente, come un film horror, questo aspetto non contribuisce di certo alle finalità del film.

Wes Craven riprende la solita struttura che aveva caratterizzato i film precedenti e che, sopratutto nel primo “Scream – l’urlo che uccide”, aveva inaugurato un seguitissimo e copiatissimo filone horror ritenuto al tempo piuttosto innovativo. Il regista palesa l’intenzione di voler attualizzare la storia ambientata ora ai giorni nostri e con protagonisti i giovani dell’ultima generazione quindi ponendo come elemento chiave del film la tecnologia ed i nuovi mezzi di comunicazione.

Internet, videofonini, e-pod e telecamere miniaturizzate sono elementi cui lo stesso Ghost-face fa largo uso per riprendere in presa diretta le sue terribili gesta, l’omicidio trasmesso in rete senza filtri e come fosse un film.

Scream 4Wes Craven punta volutamente l’attenzione su questi aspetti e sul come la nuova leva di ragazzi e ragazze siano sempre più schiavi ed oggetto di questa incontrollabile ed invasiva tecnologia moderna che prevarica gradualmente ed immancabilmente la privacy di ognuno.

Ma se possiamo anche apprezzare questo aspetto analitico del film non possiamo trascendere dalla sceneggiatura e dalla struttura narrativa del film stesso; e qui non si capisce cosa di nuovo questo quarto capitolo dia o proponga rispetto agli episodi precedenti.  

Scream 4

Sopratutto in confronto con il primogenito della serie, Scream 4 propone troppe analogie e troppe comunanze da scansare il pericolo della ripetitività e della prevedibilità. Se con “Scream- l’urlo che uccide” del 1996 Wes Craven aveva dato vita ad un nuovo filone del cinema horror, poi ampiamente copiato anche in chiave parodistica, questo suo ultimo lavoro è caduto nel temuto errore di esserne una copia poco originale.

Con il susseguirsi delle scene lo spettatore è invaso da una sensazione sempre più nitida del “già visto” e del “già fatto”. La paura e la tensione che dovrebbe suscitare latitano anche perché il confine tra horror e parodia che in questi anni ha anche contribuito alle fortune di Scream e del suo ideatore, ormai è stato inevitabilmente abbattuto ed il film che dovrebbe far tremare o sussultare sulle poltroncine ormai suscita quasi più ilarità che altro.

 

Redazione
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