Alien 3, il film di David Fincher e con Sigourney Weaver

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Alien 3 è il  film del 1992 diretto da David Fincher. È il terzo capitolo della serie iniziata nel 1979 con Alien e proseguita con Aliens – Scontro finale (1986). 

 

“O morite qui con le chiappe a mollo o morite là fuori “

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Alien 3 aveva il difficilissimo compito di non far rimpiangere l’eccezionale secondo capitolo e mantenere comunque qualche elemento in comune con il primo. Ci è riuscito? Non ci è riuscito?

Prima di tutto è giusto analizzare la genesi di quest’opera per capire le numerose problematiche che ne hanno portato la creazione. Dopo lo strepitoso successo nel 1986 di Aliens, si pensò subito ad un successore che potesse bissarne gli incassi, ma senza alcun dubbio si può dire che alien 3 è stato uno dei film in assoluto con più problemi prima dell’inizio delle riprese.

La sceneggiatura, complice uno sciopero degli sceneggiatori del 1987, passò per molte mani, venendo spesso riscritta e rimaneggiata da nomi di spicco dell’epoca: Walter Hill (regista del cult-movie I guerrieri della notte), Renny Harlin che in seguito dirigerà Die Hard –  48 minuti per morire mentre nel 2000 la storia verrà riscritta da David Twohy escludendo dalla pellicola il personaggio principale interpretato da Sigourney Weaver, cosa che non sarà gradita dalla Fox, e che dopo una serie di altri innumerevoli sceneggiatori passò nella mani di Rex Pickett che miscelando elementi da tutte le precedenti versioni, riuscì a portare a termine quella su cui finalmente partiranno le riprese.

Ad un certo punto il progetto sembrò prendere una strada interessante sotto le mani di Andrew Ward, a questo sito: http://vincentwardfilms.com/concepts/alien-3/graphic-novel-in-8-parts/part-1/ è possibile vedere gli schizzi che lo sceneggiatore stava disegnando, si notano degli alien mutaforma, un concetto di alieno “diavolo” contro le vittime viste come fedeli/infedeli, insomma un qualcosa che almeno sulla carta avrebbe donato un certo grado di originalità, inglobando elementi filosofici lontani dai primi due capitoli, ma purtroppo proprio a causa di questa presunta lontananza,  la Fox decise di affidare il progetto ad altri e la sceneggiatura di Ward non fu mai più riutilizzata.

Per chi ha amato il secondo capitolo della serie all’inizio del film c’è subito una brutta notizia: la navicella sul quale si trovava l’equipaggio superstite ha un’avaria e atterra semidistrutta su un pianeta che è in realtà una colonia penale di ergastolani della peggior specie, il tutto mentre Ripley e gli altri erano in uno stato di ipersonno. Il caporale Hicks e la piccola Newt muoiono, il primo a causa dello schianto, la seconda perché annegata nel liquido della cabina. Ora, benché si possa considerare coraggiosa la scelta di far morire due personaggi così amati, è un stata principalmente una scelta sbagliata perché in un senso vanifica tutti gli sforzi dei nostri nel salvarsi dall’Alien nel capitolo precedente, e ritrovarli subito deceduti nel capitolo successivo non è il massimo della vita.

Purtroppo per l’unica sopravvissuta, la causa di tutto sarà di un Alien intrufolatosi nella navicella che non perdendo tempo, inizierà a far vittime anche tra gli ergastolani ma stranamente eviterà a più riprese di uccidere la Ripley…..

Alien 3, l’ultimo sequel riuscito

La sceneggiatura è piuttosto claudicante, manca appunto di personaggi particolarmente ispirati e si avverte la mancanza di una spalla decente della Ripley, sia il truce Dillon che il dottor Clemens non sembrano in grado di mantenere l’attenzione alta, poi a metà film quando uno dei due viene a mancare, l’attenzione cala ancora più nettamente lasciando spazio solo a ripetute scene d’azione ed ad un finale dove il piano dei detenuti per catturare l’Alien appare molto confusionario e spiegato male, ciò non fa altro che abbassare il livello già non altissimo di adrenalina.

Alien 3

Il film scorre così, senza lasciare particolari sussulti, anzi sembra una di quelle pellicole fantascientifiche di serie b riuscita non troppo male che magari dopo qualche anno diventano un cult, qui però c’erano sia i soldi sia gli attori per far bene ma il tutto risulta semplicemente sterile.

La pellicola dura due ore ma si poteva ridurre tranquillamente a 80-90 minuti,  gli assalti dell’Alien non mettono più tensione, non sono più sorprendenti, in gergo calcistico si direbbe che sono “telecomandati”.

La tecnologia non è ben utilizzata, in alcune scene finali dove tentano di rinchiudere l’Alien in un labirinto di cunicoli, si notano bene le scene in cui esso è chiaramente computerizzato perché di un verde quasi brillante invece di quelle rimanenti dove è nero e probabilmente è un pupazzone di plastica di due metri.

David Fincher alla regia, fa il suo dovere, ma con una trama del genere, è fin troppo difficile far spiccare il volo ad una pellicola con due capisaldi come predecessori, il personaggio di Ripley non mostra particolari evoluzioni caratteriali, se nel primo era un mascolino ma pacato ufficiale di bordo e nel secondo una sorta di rambo al femminile, qui non fa in tempo a piangere la scomparsa dell’amato Hicks che già si ritrova nel letto di Clemens….

Probabilmente con i due prequel in 3d già in fase di progettazione che vedranno Ridley Scott di nuovo dietro la macchina da presa ne vedremo delle belle, non ci resta che aspettare speranzosi almeno quelli….

Redazione
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