City of Shadows è basato su una storia vera? I personaggi sono basati su killer reali?

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Creata da Jorge Torregrossa, City of Shadows propone una narrazione in cui una serie di omicidi brutali collega il presente di Barcellona con le sue ferite storiche. La serie spagnola Netflix, originariamente intitolata Ciudad de Sombras, segue le vicende di Milo Malart, un agente di polizia sospeso dal servizio che viene richiamato in attività dopo un omicidio particolarmente efferato. Un gruppo sconosciuto ha rapito un ricco imprenditore e ha inscenato la sua esecuzione pubblica, bruciandone il corpo appeso al balcone di uno degli edifici più iconici della città: La Pedrera – Casa Milà, capolavoro di Antoni Gaudí.

Affiancato dalla sua nuova partner, la vice ispettrice Rebeca Garrido, Milo inizia a indagare su quello che appare subito come il primo atto di una lunga serie di esecuzioni simboliche. I due investigatori giungono presto alla conclusione che dietro il delitto si nasconda un gruppo di serial killer mascherati, animati da una logica vendicativa e noti con il nome di Ombra di Gaudí. Tuttavia, l’indagine si rivela estremamente complessa: corruzione interna ai dipartimenti, resistenze istituzionali e i traumi personali degli stessi protagonisti ostacolano continuamente il loro lavoro. Attraverso l’uso dell’architettura reale di Barcellona come sfondo narrativo, la serie costruisce un forte senso di realismo che invita a interrogarsi sulle radici concrete di una storia puramente immaginaria.

City of Shadows è basata sul romanzo crime di Aro Sáinz de la Maza

City of Shadows è un’opera di finzione ispirata al romanzo altrettanto fittizio El Verdugo de Gaudí (Il boia di Gaudí), scritto dall’autore crime Aro Sáinz de la Maza e pubblicato nel 2012. Il libro rappresenta il primo capitolo della tetralogia dedicata a Milo Malart, detective tormentato che opera a Barcellona e che funge da protagonista dell’intera saga letteraria. Anche nel romanzo, l’elemento scatenante della storia è l’uccisione pubblica di un uomo d’affari, bruciato vivo su un edificio progettato da Gaudí, evento che porta al reintegro di Milo come responsabile dell’indagine.

La serie televisiva riprende fedelmente questo impianto narrativo di base, mantenendo personaggi, linee principali della trama e persino l’ambientazione temporale, collocata intorno al 2010. Nonostante ciò, l’adattamento introduce alcune modifiche per rispondere alle esigenze del linguaggio seriale. Alcuni aspetti della vendetta portata avanti dagli assassini vengono semplificati o compressi, mentre il personaggio di Rebeca Garrido assume un ruolo molto più centrale rispetto alla sua controparte letteraria. Nella serie, Rebeca diventa una vera partner investigativa di Milo, contrapponendo la sua razionalità e il suo pragmatismo all’approccio più istintivo ed emotivo del collega.

Nonostante queste differenze, Torregrossa e il team di sceneggiatori, tra cui Clara Esparrach e Carlos López, hanno mantenuto volutamente intatta l’essenza del personaggio di Milo Malart. Secondo quanto riportato, questa fedeltà sarebbe stata una richiesta esplicita dell’autore dei romanzi. Il legame con l’opera originale consente alla serie di muoversi all’interno di schemi narrativi riconoscibili del genere crime, conferendo alla storia una sensazione di autenticità pur non essendo basata su eventi reali.

City of Shadows costruisce la trama criminale attorno alla città di Barcellona

Uno degli elementi che più contribuiscono al realismo di City of Shadows è il suo rapporto profondo con la città di Barcellona. La narrazione è fortemente intrecciata con la cultura, la storia e soprattutto l’architettura locale. I principali antagonisti, l’Ombra di Gaudí, colpiscono figure pubbliche potenti e influenti, spesso appartenenti alle élite economiche. Dopo aver rapito le loro vittime, ne mettono in scena l’esecuzione pubblica, scegliendo come teatro edifici emblematici legati alla figura di Antoni Gaudí.

Luoghi reali come La Pedrera – Casa Milà, Palau Güell, la Colonia Güell e la Basilica della Sagrada Família assumono così un ruolo centrale nella trama. Molti di questi spazi sono stati utilizzati come location reali durante le riprese, rafforzando ulteriormente il senso di autenticità. L’impiego di luoghi realmente esistenti, noti a livello mondiale, non solo radica la storia nel contesto urbano di Barcellona, ma ne sottolinea anche il valore simbolico.

Parallelamente, la serie inserisce una critica sottile ma costante al turismo di massa e alle crescenti disuguaglianze sociali, che hanno contribuito allo sfratto e alla marginalizzazione di molti residenti. Attraverso accenni storici e riflessioni sui cambiamenti culturali della città, City of Shadows amplia il proprio orizzonte narrativo, trasformandosi in un racconto che riflette anche sulle trasformazioni sociali della Barcellona contemporanea.

L’Ombra di Gaudí: assassini fittizi e denuncia dei sistemi di tutela minorile

Così come la serie, anche l’Ombra di Gaudí è un’invenzione narrativa, priva di un corrispettivo reale al di fuori dei romanzi di Sáinz de la Maza. Tuttavia, il loro arco narrativo richiama dinamiche e problematiche profondamente radicate nella realtà. Barcellona ha conosciuto, nella sua storia, figure criminali realmente esistite, come Enriqueta Martí Ripollés, nota come la Vampira di Barcellona, responsabile di rapimenti e omicidi di bambini nei primi anni del Novecento. Nonostante ciò, non esiste alcun legame diretto tra questi casi storici e i killer della serie.

Il vero significato tematico dell’Ombra di Gaudí risiede nella denuncia degli abusi all’interno dei sistemi di assistenza minorile. La loro missione di vendetta nasce direttamente dalle violenze subite durante l’infanzia in una struttura per orfani. Sebbene questa storia sia fittizia, riflette una realtà documentata: numerosi studi indicano che una percentuale altissima di minori cresciuti in istituti ha subito maltrattamenti fisici o sessuali. Questi dati forniscono un contesto inquietante alla narrazione, pur ribadendo che i personaggi e gli eventi restano frutto della finzione. In questo modo, City of Shadows utilizza il crime come strumento per portare alla luce problematiche sociali reali, senza pretendere di raccontare una storia

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice e Direttore Responsabile di Cinefilos.it dal 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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