City of Shadows, spiegazione del finale: chi sono gli assassini?

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Creata da Jorge Torregrossa, la serie Netflix City of Shadows (titolo originale Ciudad de sombras) racconta la storia di una città soffocata dal caos, sconvolta da una serie di omicidi rituali che colpiscono, uno dopo l’altro, personaggi potenti e influenti. Il killer, che si firma come l’Ombra di Gaudí, mette in scena torture e uccisioni come veri e propri spettacoli pubblici, scegliendo come sfondo gli edifici iconici progettati da Antoni Gaudí. Questa ossessione architettonica, onnipresente nella città, alimenta la sensazione che nessun luogo sia davvero sicuro.

Al centro delle indagini troviamo Camilo “Milo” Malart, un poliziotto dei Mossos d’Esquadra in declino professionale, che fa squadra con l’agente Rebeca Garrido per fermare i responsabili prima che il bilancio delle vittime aumenti ulteriormente. Ispirata al romanzo Il boia di Gaudí di Aro Sáinz de la Maza, la serie si chiude con la scoperta di un sottobosco cittadino fatto di abusi, silenzi e complicità, che custodisce la chiave per risolvere il caso.

Finale di City of Shadows: chi sono gli assassini?

Nel finale di City of Shadows viene rivelato che l’Ombra di Gaudí non è una singola persona, ma una coppia di assassini: i fratelli Hector ed Helena Guitart. La loro storia affonda le radici nell’infanzia, quando persero la casa a causa del progetto di ricostruzione Pinto, evento che portò anche alla morte improvvisa del padre. Poco dopo, i due vennero rinchiusi in una struttura della Fondazione Torrens, l’orfanotrofio La Ferradura, dove subirono per anni abusi sessuali da parte di Felix Torrens. Hector, crescendo, tentò di ribellarsi, ma per questo veniva punito con isolamento, fame e disidratazione nel seminterrato dell’istituto. L’assenza totale di adulti disposti a proteggerli lasciò ferite profonde, soprattutto in Helena, che interiorizzò il trauma come un’ingiustizia mai riparata. È proprio questa sofferenza irrisolta a trasformarsi, anni dopo, in una spietata sete di vendetta.

Inizialmente Milo e Rebeca sospettano un collegamento con la massoneria, a causa dell’uso ricorrente della lettera “G”. La scoperta dell’identità degli assassini chiarisce però che il simbolo rimanda semplicemente al cognome Guitart. Anche la scelta delle vittime diventa allora evidente: Pinto, Torrens e Susana rappresentano tutti, in modi diversi, figure di potere responsabili di aver distrutto o ignorato la vita dei due fratelli. Le uccisioni ambientate nei luoghi legati a Gaudí non sono una scelta estetica, ma un atto di rivalsa. Torrens era ossessionato dall’architetto e costringeva Hector a disegnare incessantemente i suoi edifici. Da adulti, i fratelli ribaltano quell’ossessione, trasformandola nello strumento della loro giustizia distorta.

Che fine fa l’Ombra di Gaudí?

Sebbene gli omicidi seriali inizino ufficialmente nel 2010, il piano di vendetta dei Guitart nasce molti anni prima, con l’incendio dell’orfanotrofio. I registri non indicano un colpevole certo, ma tutto lascia pensare che sia stato Hector, la cui attrazione per il fuoco persiste anche in età adulta. In seguito, scopriamo che Helena, ormai adulta, aveva tentato di uccidere Torrens e togliersi la vita, ma un dipinto nel suo ufficio – associato psicologicamente agli abusi subiti – la paralizzò, costringendola a rinunciare.

Il piano finale prevede un attentato suicida durante l’arrivo del papa a Barcellona, con un’esplosione destinata a colpire le élite presenti alla consacrazione della Sagrada Família. Milo e Rebeca riescono però a intervenire in tempo. Hector viene individuato per primo e, sentendosi senza via di fuga, si dà fuoco, morendo nello stesso modo in cui aveva ucciso alcune delle sue vittime. Sebbene nei flashback appaia come il fratello più attivo, nel presente emerge che Hector non era del tutto convinto della spirale omicida, cosa che Helena comprende troppo tardi.

Helena viene trovata sul terrazzo del Palau Güell, dove Milo tenta disperatamente di parlarle. Il loro dialogo rivela che Helena aveva trascinato il fratello su quella strada, ma che in fondo sperava ancora di salvarlo. Con Hector ormai morto, perde ogni speranza e si getta nel vuoto. Nonostante la fine dell’Ombra di Gaudí, il destino dell’ultima vittima, Susana, resta inizialmente incerto.

Susana Cabrera viene trovata? Il giudice vive o muore?

Prima di morire, Helena lascia intendere che Susana non può più respirare, suggerendo una morte imminente. Milo e Rebeca collegano questa frase al passato dei fratelli: Torrens minacciava spesso Hector di seppellirlo vivo come punizione. Sapendo che la famiglia Guitart possiede un mausoleo, i due deducono che Susana possa essere rinchiusa lì. L’intuizione si rivela corretta: Susana viene trovata nel mausoleo Guitart, viva ma in condizioni critiche.

La sua sopravvivenza rappresenta una vittoria personale per Milo. Dopo la morte del nipote Marc, è la prima vita che riesce a salvare. Sebbene affermi che la morte di Marc non sia colpa di nessuno, Milo porta con sé un profondo senso di colpa, che si attenua solo risolvendo il caso. Anche per Susana l’esperienza è trasformativa: pur non essendo consapevole dei danni causati, apre finalmente gli occhi su un sistema di abusi e corruzione che la circonda. Il suo eventuale ritorno in magistratura lascia presagire cambiamenti strutturali importanti.

Rebeca lascia i Mossos? Milo torna in polizia?

Rebeca lavora con i Mossos solo temporaneamente, e nonostante l’efficacia del duo investigativo, decide di tornare alla sede di Egara. La scelta è dolorosa ma le permette di ricostruire anche il rapporto con la madre. Milo, invece, viene reintegrato come sergente una settimana dopo il licenziamento ingiusto. Il suo ritorno completa un arco narrativo coerente: nonostante i metodi non convenzionali, il suo istinto si dimostra corretto. Anche Singla, suo antagonista, è costretto a riconoscerlo. La riabilitazione professionale allevia i suoi problemi economici e apre uno spiraglio per una riconciliazione con la moglie Irene.

Parallelamente, emerge una profonda ristrutturazione interna ai Mossos. Bastos viene indagato per legami con predatori sessuali, mentre Bruno Bachs è smascherato come informatore. Le loro uscite di scena segnano l’inizio di un cambiamento sistemico innescato proprio dagli eventi legati all’Ombra di Gaudí.

Che succede al fratello di Milo? Hugo sopravvive?

Al successo professionale di Milo si contrappone una tragedia familiare. Il fratello Hugo viene ricoverato, probabilmente a causa dell’alcolismo. Milo valuta se farlo internare per proteggerlo, ma sa che questa scelta potrebbe essere devastante. Hugo è terrorizzato dagli ospedali a causa del trauma infantile legato all’internamento forzato del padre, affetto da schizofrenia. Questo passato ha alimentato le sue psicosi e la paura di essere rinchiuso.

Consapevole di tutto ciò, Milo sembra intenzionato a non ripetere gli errori del passato e a prendersi cura del fratello personalmente. Questa decisione potrebbe rappresentare non solo una possibilità di salvezza per Hugo, ma anche un percorso di guarigione per Milo stesso, aiutandolo a fare pace con il lutto di Marc e con le fratture irrisolte della sua famiglia.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice e Direttore Responsabile di Cinefilos.it dal 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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