La mia prediletta: spiegazione del finale della serie tedesca disponibile su Netflix

La mia prediletta recensione
Birge Schade as nurse Ruth with Naila Schuberth on the set of Liebes Kind, Courtesy of Netflix 2023

Disponibile dal 7 settembre su Netflix, la serie tedesca La mia prediletta, tratta dall’omonimo romanzo di Romy Hausman, ha dimostrato di essere una delle storie di maggiore successo della piattaforma, in questo inizio di autunno. La miniserie in sei episodi è ancora saldamente nella top 10 dei prodotti più visti di Netflix, e uno dei motivi per cui riesce così bene a tenere il passo con i contenuti che quotidianamente arrivano sulla piattaforma, è sicuramente legato all’intricata trama e alle atmosfere da thriller molto ben architettate.

La conclusione di La mia prediletta, l’ordine delle cose viene ristabilito, con i cattivi che vengono puniti e le vittime che sembrano poter sperare in un futuro di riabilitazione e normalità. Ma qual è il vero significato della conclusione della storia? Che cosa succede davvero alla fine della miniserie? Ecco di seguito la spiegazione del finale di La mia prediletta. Attenzione: seguono spoiler.

Cosa racconta La mia prediletta

Quando Jasmin Grass (Kim Riedle) viene rapita in un parcheggio sotterraneo, si ritrova rinchiusa in un piccolo appartamento senza finestre nel mezzo di una foresta della Germania settentrionale. Il suo rapitore – di cui non vediamo mai il volto – le tinge i capelli scuri di biondo e la chiama “Lena”. Da quel momento in poi, è costretta a vivere secondo le sue rigide regole e a prendersi cura dei “loro” figli piccoli, Hannah (Naila Schuberth) e Jonathan (Sammy Schrein). Dopo cinque mesi, Lena riesce a fuggire dalla prigione in una fuga disperata e straziante, ma presto si rende conto che non può nascondersi dal suo aggressore.

Basata sull’omonimo romanzo tedesco bestseller di Romy Hausmann (Liebes Kind), La mia prediletta segue la storia di Jasmin/Lena e dei bambini, rivelando come un caso irrisolto di persona scomparse si risolve finalmente dopo 13 lunghi anni.

Chi è il rapitore/assassino in La mia prediletta?

L’uomo senza volto che incontriamo all’inizio, l’aguzzino di Jasmin e di altre donne, come scopriremo man mano nella storia, non è altri che Lars Rogner (Christian Beermann), titolare di una società di vigilanza e sicurezza locale. Ha vissuto in libertà per tutti i 13 anni in cui l’investigatore del CID Gerd Bühling (Hans Löw) ha cercato Lena Beck, la prima ragazza rapita, la vittima originale.

Subito dopo che l’agente di polizia Aida Kurt (Haley Louise Jones) arriva sulla scena in cui si verifica l’incidente del primo episodio, scopre corpi di donne che avevano tutte somiglianze con Lena/Jasmin – tutte sepolte vicino alla scena dell’incidente, nei pressi di una base militare. Aida e i suoi colleghi iniziano a indagare sulle carenze nella sorveglianza e interrogano i dipendenti dell’azienda che monitora la base e i dintorni, ma non riescono a interrogarne uno: lo stesso proprietario dell’azienda.

Quando Aida va al quartier generale dell’azienda nell’episodio 6 per verificare se hanno mai avuto un contratto con la famiglia di Lena Beck, scopre che il sistema di sicurezza in casa Beck di 13 anni prima era proprio offerto da quella azienda. L’ultima chiamata risale a quando Lena venne rapita. In un flashback, vediamo Lena Beck – la vera Lena (Jeanne Goursaud) – che attiva accidentalmente il sistema di allarme dopo essersi chiusa fuori mentre i suoi genitori sono assenti. Lars arriva per aprire la casa e lei è così grata che lo invita a prendere un gelato dopo.

Lena Beck era già incinta di Hannah (il cui padre è un ex fidanzato) quando Lars la rapitsce, ma Jonathan è il figlio di Lars e Lena. Lena dà alla luce un terzo figlio in cattività, ma sia lei che la neonata Sara perdono la vita dopo il parto. Così Lars comincia a “procurarsi” delle nuove Lena, per sostituire l’originale. Ma tutte muoiono, fino a Jasmin, che riesce a scappare.

Seraphina Maria Schweiger as Ines Reisig on the set of Liebes Kind, Courtesy of Netflix 2023

Cosa succede alla fine di La mia prediletta?

Dopo essersi ripresa dall’incidente, Jasmin, in preda a un disturbo da stress post-traumatico e con tendenze suicide, tenta di porre fine alla sua vita prima di decidere invece di tornare nei panni di Lena. Ritorna dal suo rapitore nell’episodio finale, ma Lars la vede nascondere un coltello da cucina nella manica del cardigan tramite una telecamera di sicurezza. E mentre il piccolo Jonathan vive in una clinica per bambini che soffrono di traumi psicologici, vediamo invece una Hannah impassibile accanto a Lars: la bambina è scappata dalla casa dei nonni, i Beck, dov’era provvisoriamente in custodia, per tornare dal “padre”/aguzzino.

E non c’è da stupirsi: nei flashback, vediamo Jasmin usare la preziosa palla di vetro con la neve di Jonathan per colpire Lars alla testa, questo gesto le permette di scappare, nel primo episodio. Hannah le corre dietro e vede Lena/Jasmin che viene investita da un’auto. Le due vengono raggiunte da Lars, ferito alla testa ma cosciente. È proprio Hannah a chiedere a Lars di salvare Jasmin, di “tenere questa mamma”, perché le piace di più delle altre ed è quasi uguale alla prima (si riferisce ovviamente alla Lena originale di cui conserva dei ricordi).

Nell’episodio 6, Hannah si riunisce con entrambi i “genitori”, mentre Gerd, l’investigatore, inizia a rendersi conto che potrebbe finalmente essere in grado di mettere insieme i pezzi del puzzle sulla scomparsa di Lena. Prima di tornare a “casa” (ovvero la prigione senza finestre nel bosco), Hannah implora suo padre di portarli al mare. Jasmin ha bisogno di una pausa per il bagno e Lars la accompagna sulla riva, ma prima le porta via il coltello che lui sapeva essere nella manica del cardigan della donna. Quello che però non sa è che Jasmin ha un frammento di vetro nascosto in un maxi assorbente dentro la biancheria intima.

Mentre si è allontanata per espletare i suoi bisogno (sempre all’ora stabilita dalle regole ferree di Lars), Jasmin finge di svenire. Lars si gira e si precipita a soccorrerla, ma quando la raggiunge, Jasmin si alza di scatto e gli conficca il frammento di vetro nel collo. “Non sono incinta”, dice. “Non sono Lena!” E mentre colpisce di nuovo il suo aguzzino al collo, dice: “Sono Jasmin!”.

La spiegazione del finale di La mia prediletta

Mentre Hannah e Jasmin camminano lungo il bagnasciuga, Lars muore dissanguato vicino alle dune e i colleghi di Gerd esaminano i numerosi corpi sepolti vicino alla base militare solo per scoprire che nessuno è la vera Lena Beck. Prima di morire, Lars confessa che il corpo di Lena – insieme a quello della sua neonata Sara – sono “nel giardino”. Alla fine della serie, Gerd sta impacchettando i fascicoli del suo caso, Jasmin vive di nuovo da sola, Jonathan è ancora in cura in clinica, Hannah ha un incontro con un terapista e i Beck si sono uniti a un gruppo di supporto. Hanno finalmente ritrovato Lena. “Lei è con noi”, dice suo padre (Justus von Dohnányi).