The Blacklist: la vera storia dietro alla serie con James Spader

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Sebbene oggi sia uno dei thriller polizieschi più popolari, le origini di The Blacklist risalgono alla NBC. Creata da Jon Bokenkamp, la serie, incentrata sull’insolita collaborazione tra uno dei criminali più ricercati e l’FBI, ha debuttato nel settembre 2013. In seguito al clamoroso successo della serie, nel 2014 Netflix ha acquisito The Blacklist per la cifra record di 2 milioni di dollari a episodio. Si trattava della cifra più alta mai pagata per un’acquisizione fino a quel momento.

Con un’impresa che solo pochi programmi sono riusciti a realizzare, The Blacklist è riuscita a mantenere gli spettatori incollati allo schermo per tutti i suoi dieci anni di programmazione. Gran parte del fascino della serie è attribuibile a un personaggio senza il quale la trama di The Blacklist non sarebbe stata possibile: Raymond “Red” Reddington (James Spader). La trama centrale di The Blacklist, la “lista nera” stessa, proviene direttamente da Red. Tuttavia, nonostante la vitalità di Red nella storia, un’aura di mistero ha circondato il personaggio per gran parte della serie. A rendere Red ancora più interessante è anche il fatto che il personaggio trova le sue origini in un vero boss mafioso.

Chi è Raymond Reddington in “The Blacklist”?

Apparentemente, Red è una mente criminale. Con i suoi modi affabili e la sua brillante intelligenza, Red è in grado di manipolare le persone con facilità e, sebbene non sia un grande fan della violenza, non esita a ricorrervi quando necessario. Queste qualità rendono Red un criminale davvero formidabile, degno del primo posto che occupa nella lista dei ricercati dall’FBI.

Tuttavia, l’aura di mistero non è mai stata troppo lontana da Red. Anzi, sembra essere una delle caratteristiche più distintive del genio del crimine, che suscita la curiosità degli spettatori e li attira. Red crea un’aura di mistero fin dall’inizio, chiedendo di lavorare solo con Liz, rendendo le domande sul perché Red tenesse così tanto a Liz e su come fossero collegati alcune delle domande più pressanti della serie.

Come serie, The Blacklist ha preservato il mistero di Red fino alla fine. La sua vera identità non viene mai rivelata in modo definitivo. Quando Liz ha lasciato la serie nella stagione 8, credeva che Red fosse suo padre. Tuttavia, questo non è mai stato confermato esplicitamente, anche se c’erano molti indizi che indicavano che Red doveva essere in qualche modo un genitore di Liz. Aggiungendosi all’ambiguità che circonda la sua identità, Red risponde a una battuta fatta dalla figlia di Liz, dicendo che non poteva fare a meno di sembrare una madre. Questo apre una serie di possibilità, dato che i fan avevano già una teoria secondo cui Red era in realtà la madre di Liz, precedentemente nota come Katarina Rostova.

Raymond Reddington è stato ispirato da un boss mafioso di Boston

James Spader nei panni di Raymond “Red” Reddington in The Blacklist
© NBC

Con il pubblico già affascinato dall’enigma che era Red in The Blacklist, sapere che quel personaggio ha solide radici nella vita reale non fa che aumentare il suo fascino. Il personaggio di Reddington nella serie è stato ispirato da un famigerato e pericoloso boss mafioso di Boston, Whitey Bulger.

Nato nel 1929, Bulger era un criminale molto ricercato che figurava nella lista dei dieci fuggitivi più ricercati dall’FBI. Controllava la Winter Hill Gang dell’area di Boston ed era una figura temibile nel crimine organizzato dalla fine degli anni ’60 fino agli anni ’90. Analogamente al personaggio di Reddington in The Blacklist, anche Bulger è stato un informatore dell’FBI per un certo periodo, fino a quando il rapporto si sarebbe deteriorato e corrotto. Bulger è stato catturato dalla polizia nel giugno 2011 e condannato nell’agosto 2013.

Il personaggio di Bulger è stato fondamentale nella creazione di The Blacklist, poiché i creatori della serie volevano realizzare uno show incentrato su un boss mafioso. In un’intervista a Collider nel 2013, lo showrunner e produttore esecutivo John Eisendrath ha dichiarato che l’idea iniziale era quella di creare uno show incentrato sulla “caccia ai cattivi”, ma con “un cattivo al centro della trama”. È stato in quel periodo che è stato trovato Whitey Bulger.

“Quindi, l’idea era: ‘Beh, cosa succederebbe se un uomo come Whitey Bulger si costituisse e dicesse: ”Sono qui. Ho alcune regole che voglio che seguiate, ma se le seguirete vi darò i nomi delle persone con cui ho lavorato durante i 20 anni in cui sono stato un fuggitivo”. Quindi, c’è stata un’influenza del mondo reale che ha influenzato la definizione della serie che era già stata pensata… È stata una svolta fortuita, in cui si stava valutando l’idea per una serie e poi è arrivata una storia di vita reale che ha contribuito a darle forma”.

Redazione
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