D’Argent et de Sang, la recensione della serie con Vincent Lindon #Venezia80

Presentata Fuori Concorso alla Mostra di Venezia la serie con Vincent Lindon.

D'Argent et de Sang Vincent Lindon (Simon Weynachter)

L’80ª edizione della Mostra del Cinema di Venezia presenta fuori concorso due serie quest’anno e la prima a mostrarsi è D’Argent et de Sang, diretta dal regista Xavier Giannoli (regista di Illusioni perdute) e basata sull’omonimo libro di Fabrice Arfi, liberamente ispirato all’incredibile storia della truffa della carbon tax avvenuta tra il 2008 e il 2009. Un’opera che affronta dunque un argomento scottante, forse meno noto – quantomeno agli estranei al settore – rispetto ad altre note truffe di questo tipo, ma certamente meritevole di essere raccontata, specialmente se da una serie ben congeniata come questa.

 

D’Argent et de Sang, la trama della serie

Protagonista della serie è l’ispettore doganale Simon Weynachter (Vincent Lindon), che parte per rintracciare Jérôme Attias (Niels Schneider) e Alain Fitoussi (Ramzy Bedia), artefici di una delle più grandi società truffe finanziarie di tutti i tempi. Miliardi vanno infatti in fumo nel nuovo mercato delle “quote di carbonio”, inventato per combattere l’inquinamento. Un gruppo di furfanti da quattro soldi di Belleville si unisce dunque a un trader altolocato per mettere in atto un raggiro epocale. Questo succede quando il “capitalismo da casinò” si scontra frontalmente con la politica, quando si scatenano passioni umane che vanno ben oltre la semplice cupidigia.

La finanza per tutti

Oggigiorno è più facile manipolare il mercato azionario che rubare una banca, spiega  l’ispettore interpretato da Lindon nei primi minuti del primo episodio. Una premessa che permette di inserirsi più facilmente nel contesto in cui si svolge il racconto, il quale pur essendo frutto di finzione, prende spunto dagli eventi realmente verificatisi e resi possibili dalla precaria situazione finanziaria causata dal crollo di Lehman Brothers nel 2008. Non bisogna però lasciarsi spaventare dall’argomento, perché pur non puntando ad una spettacolarità fatta di ritmi esagitati o grossi colpi di scena, D’Argent et de Sang sa come catturare l’attenzione dello spettatore.

Si parla molto, è vero, e spesso di questioni economiche che potrebbero non essere così accessibili, trovando però il modo di rendere chiaro ciò che occorre sapere sin da subito. Giannoli e il suo co-sceneggiatore Jean-Baptiste Delafon puntano infatti ad una semplificazione che non banalizzi l’argomento ma lo renda allo stesso tempo comprensibile sin da subito. Anzi, dagli episodi visti in anteprima la serie sembra riuscire a garantirsi una propria identità, evitando di raccontare la finanza in modo pedante ma anzi estetizzandola. Una scelta che potrebbe non piacere a tutti, ma di certo non dovrebbe scontentare gli interessati all’argomento.

La molteplicità di punti di vista, inoltre, permette di avere una panoramica ampia sul racconto, così da riuscire ad orientarsi nella progressione degli eventi. Ancora una volta però è bene ribadire che il regista sceglie di non puntare sugli aspetti più action o thriller a cui una storia come questa potrebbe prestarsi, puntando piuttosto sulla forza di ciò che emerge dai personaggi nel loro rapporto con quanto avviene loro. D’Argent et de Sang è sì una serie su una frode epocale, ma prima di ciò è il ritratto di come l’essere umano si rapporti e trasformi con l’ambito finanziario, ormai alla base del mondo.

D'Argent et de Sang Ramzy Bedia

Una serie guidata dai personaggi

Grazie all’ingresso facilitato di cui si è parlato, lo spettatore può dunque farsi conquistare da personaggi non solo ben scritti ma anche meravigliosamente caratterizzati dai loro interpreti. Su Lindon c’erano pochi dubbi, interprete francese tra i migliori in attività, capace di conferire un certo peso tragico ma anche una forza emotiva non indifferente al suo personaggio, un uomo che cerca di smascherare il male mentre cerca di tenere insieme la propria vita privata. Ruba però in più occasioni la scena Ramzy Bedia, che con il suo Fitoussi dà vita ad un personaggio sopra le righe, capace di risultare simpatico anche quando compie le proprie truffe.

Niels Schneider, invece, particolare, porta in scena una personalità inquietante nella sua imprevedibilità, che sempre più si svela come rappresentante di quelle menti criminali attive in questo ambito, che possono rivelarsi più pericolose del previsto. Sono dunque i personaggi, ben più che l’argomento, a rivelarsi la forza della serie. Personaggi profondamente umani, avidi, ingannevoli, pieni di vizi e virtù. Tutte caratteristiche che sembrano emergere con maggior forza quanto poste davanti alla tentazione del denaro e al pericolo del sangue.

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RASSEGNA PANORAMICA
Gianmaria Cataldo
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Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
dargent-et-de-sang-vincent-lindonPotrebbe non essere adatta a tutti la serie D'Argent et de Sang, per via del suo ruotare intorno al mondo della finanza, ma il modo in cui Giannoli sceglie di affrontare questo argomento permette di renderlo più accessibile. Una volta conquistata l'attenzione, sono però i personaggi a trattere lo spettatore davanti lo schermo.