Gen V: recensione della serie spin-off di The Boys

La serie spin-off di The Boys è disponibile dal 29 settembre in esclusiva su Prime Video con i primi tre episodi. A seguire sarà disponibile un episodio a settimana fino al finale di stagione il 3 novembre.

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L’esplosione del successo di The Boys ha spinto sia Prime Video che Eric Kripke ad allargare l’universo distopico nato dalla mente di Garth Ennis, con Gen V, uno spin-off della serie madre, che racconta vicende parallele e che in minima parte si compenetrano con quello che, plausibilmente, accadrà nella quarta stagione di The Boys.

 

Gen V, di che parla lo spin-off di The Boys?

Dalla Torre dei Sette scendiamo alla Godolkin University, una scuola per giovani dotati (vi ricorda qualcosa?) in cui i docenti insegnano loro, tra le altre cose, a gestire i loro poteri e a utilizzarli al servizio del bene. Secondo le intenzioni, infatti, il nome completo dell’università è Godolkin University School of Crimefighting, e prevede quindi un’educazione votata al servizio del bene, grazie alla quale i giovani iscritti imparano a combattere il crimine. Tuttavia, si sa, i giovani sono imprevedibili, e se Homelander e compagnia combinano parecchi disastri con i loro superpoteri, e loro dovrebbero essere degli adulti responsabili, cosa mai potranno fare dei giovanissimi superdotati in preda a turbe esistenziali e tempeste ormonali? Qui Gen V svela la sua natura: una versione declinata al teen drama della serie madre, con un tocco thriller molto accattivante e tutti gli eccessi, disgustosi e grotteschi, che hanno fatto la fortuna di The Boys.

Chi sono i personaggi di Gen V?

Protagonista della serie e punto di vista principale dal quale ci vengono raccontati i fatti è Marie, una diciottenne che ha la capacità di trasformare il proprio sangue in un’arma, potere bizzarro ma che si rivelerà estremamente insidioso e potente. Marie divide la camera con Emma, una matricola molto eccentrica che ha il potere di diventare molto piccola, tanto che il suo nome da supereroina è Little Cricket. Del terzo anno è invece Andre, trai ragazzi più popolari del campus, con poteri magnetici. È figlio d’arte, suo padre è il famoso supereroe Polarity, e quindi soffre di ansia da prestazione. Suo frammento amico è Luke/Golden Boy, con la capacità di incendiare il proprio corpo. È lui il fiore all’occhiello della Godolkin University, il numero 1 nel ranking scolastico e uno dei candidati più solidi e promettenti per entrare nei Sette. Sua ragazza è Cate, anche lei estremamente potente, può manipolare i desideri delle persone soltanto con un leggero tocco della sua mano. Inutile dire che sfrutta questo potere per ottenere ciò che vuole. Assistente personale del rettore e numero 2 della scuola è Jordan, un ragazzo che con la pubertà ha scoperto di poter cambiare sesso: in base alla forma che assume, maschile o femminile, Jordan possiede due gamme di poteri differenti, cosa che lo rende uno dei personaggi più affascinanti e potenti della serie. Tra gli altri personaggi principali dello show, c’è Sam, dotato di invulnerabilità e superforza, che affronta una situazione abbastanza complicata, all’inizio della serie.

Gen V

Prendete una serie di ragazzi con superpoteri che devono imparare a controllare, metteteli in una scuola, e il primo riferimento collettivo è ovviamente quello degli X-Men. In quanto squadra di supereroi i cui fumetti hanno venduto di più nella storia della nona arte (in era pre-MCU), è comprensibile che la mente voli dalle parti della scuola di Xavier, tuttavia, con una totale fedeltà a The Boys, questi ragazzi non potrebbero essere più diversi dei Mutanti, vecchi e giovani.

Da grandi poteri derivano grandi opportunità

Alla luce degli sviluppi della terza stagione di The Boys, in cui viene chiarito che i superpoteri di alcuni individui non sono doni divini ma semplicemente iniezioni di Composto V che qualche genitore, per un motivo o per un altro, ha somministrato ai figli piccoli, Gen V parte dall’assunto che la considerazione che hanno di sé questi ragazzi è molto più concreta e utilitaristica: nessuno di loro, come Starlight della prima stagione di The Boys, ad esempio, si sente investito di un compito superiore, anzi. All’università i ragazzi fanno a gara di popolarità, si sottopongo a provini e c’è persino una scuola di recitazione all’interno del campus. Cercando di trovare spazio nel mondo della pubblicità, dell’intrattenimento, dei social.

I grandi poteri non sono più responsabilità, ma opportunità di fama e ricchezza, come vuole in fondo la Vought International, fortemente presente e ingerente nelle dinamiche accademiche. Unica eccezione, almeno nei primi tre episodi di Gen V, è Marie, che dovrà trovare il modo di diventare una vera eroina e proteggere i deboli, unica strada percorribile, nella sua idea, per trovare la redenzione da un passato doloroso che la perseguita.

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Tutto quello che di eccessivo e sgradevole era presente in The Boys viene trasportato in questo spin-off che, non potendo contare su personaggi carismatici come Butcher o Homelander, sembra focalizzarsi su un ritmo più incalzante e le rassicuranti atmosfere da college americano, ritoccate all’occorrenza da scene splatter. L’impressione è che Gen V sia un buon modo per ampliare l’universo della serie originale, costruendo anche un percorso alternativo per arricchirla e sostenere il suo sviluppo nella imminente e attesissima quarta stagione. Se vi è piaciuto The Boys, non potete rinunciare a fare un salto alla Godolkin University School of Crimefighting per innamorarvi di questi sgangherati e sgradevoli Supes, che molto presto prenderanno il posto dei Sette nei cuori degli spettatori.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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