Gen V Stagione 2: recensione della serie Prime Video

Dopo la perdita del loro amico Andre (Chance Perdomo), Marie (Jaz Sinclair), Emma (Lizze Broadway) e Jordan (London Thor/Derek Luh) tornano a malincuore alla Godolkin University, dove indagano su un nuovo pericoloso programma Supes e sul misterioso preside che lo gestisce.

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Dopo quasi due anni di attesa, Gen V Stagione 2 arriva sugli schermi caricandosi di aspettative altissime. Non è solo il ritorno del primo e finora unico spin-off di The Boys, ma anche un capitolo segnante per il franchise, reso ancora più delicato dalla tragica scomparsa di Chance Perdomo. L’attore, che interpretava Andre, è morto a soli 27 anni in un incidente motociclistico poco prima delle riprese. Il tributo che apre la stagione, con la dedica a lui, non è solo un omaggio commovente, ma anche una dichiarazione di intenti: questa stagione sarà inevitabilmente segnata dal tema della perdita, dentro e fuori dallo schermo.

Lo show riesce a trasformare questa assenza in un motore narrativo. La morte di Andre non è liquidata come una nota a margine, ma diventa parte integrante del percorso dei protagonisti. È un gesto che onora l’attore e rende più autentico il dolore dei personaggi, creando un parallelismo tra finzione e realtà che dà alla serie una profondità inattesa.

L’ombra lunga di Vought e il peso della continuità

Il mondo di Gen V Stagione 2 riparte esattamente dal punto in cui eravamo rimasti: Marie, Emma, Jordan e gli altri sono reduci dalla ribellione contro Vought e dal tentativo di fuga dal sinistro “God U”. Il nuovo scenario è quello della prigione Elmira, simbolo del controllo soffocante dell’onnipresente multinazionale. Qui scopriamo che Andre è morto in un tentativo di evasione, mentre Marie riesce a fuggire da sola, e Cate ottiene la liberazione degli altri grazie a una trattativa con Vought.

Gen V Stagione 2
Gen V Stagione 2 – Cortesia Prime Video

Certo, la coerenza narrativa non è il punto forte di questa stagione. Alcuni passaggi sembrano forzati, come la rapidità con cui i protagonisti tornano in scena nonostante fossero stati marchiati come traditori. Tuttavia, la serie sceglie consapevolmente di non perdersi in spiegazioni: l’importante è mantenere il ritmo, spingere avanti la trama e non lasciare che i cavilli logici rallentino l’azione. È un approccio spudorato, ma funziona, perché la forza di Gen V Stagione 2 non sta nelle giustificazioni ma nella capacità di costruire tensione e conflitti sempre più intensi.

A emergere con forza è la figura di Cipher, il nuovo decano interpretato da Hamish Linklater. Enigmatico e inquietante, rappresenta la faccia apparentemente liscia ma segretamente corrotta del potere di Vought. Se la prima stagione si era concentrata sul virus in grado di colpire i super, la seconda sposta il focus su Project Odessa, un’iniziativa misteriosa che lega Marie e le origini stesse di Godolkin. Una mossa che rafforza il legame con la mitologia di The Boys e amplia la portata dello spin-off.

Gen V Stagione 2: tra satira universitaria e dramma personale

Una delle caratteristiche che aveva reso la prima stagione irresistibile era la satira spietata del mondo universitario. Le confraternite, la competizione tra studenti, l’ossessione per i social media: tutto filtrato dalla lente grottesca di un universo in cui i giovani sono manipolati e sfruttati da un’azienda senza scrupoli.

Gen V Stagione 2
Gen V Stagione 2 – Cortesia Prime Video

In Gen V Stagione 2, questo elemento non scompare, ma si ridimensiona. Vediamo Sam alle prese con una confraternita supe e Emma alle prese con una lezione di marketing da parte di un’influencer dalle ali di farfalla, ma questi inserti hanno meno spazio rispetto al passato. La serie sceglie di accelerare la trama principale, sacrificando un po’ di quella freschezza satirica che l’aveva distinta.

A compensare, però, c’è un approfondimento emotivo dei personaggi. Marie prosegue la sua ricerca della sorella, un filo conduttore che mette in luce la sua vulnerabilità dietro i poteri cruenti che controlla. Emma affronta la sua lotta con i disturbi alimentari in modo meno metaforico e più autentico, rendendo finalmente credibile la connessione tra i suoi problemi interiori e la sua abilità di rimpicciolirsi. Anche Cate, schiacciata dal senso di colpa, è al centro di una riflessione dolorosa sul perdono e sulla responsabilità.

Lo spettro di The Boys e il futuro incerto dello spin-off

Un aspetto evidente di Gen V Stagione 2 è l’aumento dei legami diretti con The Boys. Cameo importanti come quello di Sister Sage e Starlight non sono solo fan service, ma segnali di una progressiva fusione delle due linee narrative. È come se Gen V smettesse di essere un “derivato” per trasformarsi in un capitolo intermedio della saga principale.

Questo ha i suoi vantaggi: la storia si arricchisce, le minacce si fanno più grandi e coerenti, e lo spettatore ha la sensazione di assistere a un mosaico narrativo in cui ogni tassello si incastra. Tuttavia, c’è anche un rovescio della medaglia: Gen V rischia di perdere la sua identità, diventando troppo dipendente dal mondo madre. La satira universitaria, la freschezza dei personaggi, la voglia di osare, si diluiscono man mano che il focus si sposta sull’epica più ampia del franchise.

Gen V Stagione 2
Gen V Stagione 2 – Cortesia Prime Video

Eppure, nonostante queste criticità, la stagione funziona. Non è forse al livello folgorante del debutto, ma resta una serie vibrante, capace di unire umorismo nero, azione brutale e momenti di autentica commozione. Soprattutto, riesce a parlare ai fan in un linguaggio emotivo: il lutto per Perdomo diventa parte della narrazione e permette agli spettatori di condividere con il cast un processo di elaborazione collettiva.

Un passo meno sicuro, ma ancora potente

Gen V Stagione 2 perde un po’ della sua identità, si affida a scorciatoie narrative e riduce la carica satirica che l’aveva resa speciale. Ma compensa con una scrittura emotiva più intensa, un villain intrigante e un legame sempre più stretto con l’universo di The Boys. La morte di Chance Perdomo pesa come un macigno, ma la serie riesce a trasformarla in una componente narrativa potente, rendendo il ricordo dell’attore parte integrante dell’esperienza visiva. La sua progressiva fusione con la serie madre non fa che impreziosirne la natura così originale, senza togliere però lo spazio a questi irresistibili protagonisti per crescere e raccontarsi allo spettatore.

Il futuro dello spin-off è incerto, soprattutto con The Boys vicino alla conclusione e altri progetti già annunciati. Ma se questa dovesse essere l’ultima stagione, Gen V Stagione 2 avrebbe comunque centrato l’obiettivo: lasciare il segno con un racconto di giovani eroi imperfetti, che combattono non solo contro mostri esterni ma anche contro i propri demoni interiori.

Gen V Stagione 2
Gen V Stagione 2 – Cortesia Prime Video

I primi tre episodi di Gen V Stagione 2 saranno disponibili in streaming su Prime Video dal 17 settembre, mentre gli episodi rimanenti andranno in onda ogni settimana, il mercoledì.

Gen V Stagione 2: cosa ricordare della prima stagione e di The Boys 4

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Sommario

La forza di Gen V Stagione 2 non sta nelle giustificazioni ma nella capacità di costruire tensione e conflitti sempre più intensi.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice e Direttore Responsabile di Cinefilos.it dal 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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