“Abbiamo fatto di tutto per dividerla, ora la uniamo?” dice il Presidente del Consiglio interpretato da Max Tortora in diretta tv. È una scena simbolica, quella che apre Sicilia Express — nuova miniserie Netflix firmata da Ficarra e Picone — perché dichiara subito i suoi intenti: non vuole raccontare le solite e ormai logorate differenze comportamentali tra Nord e Sud, come spesso accade negli sceneggiati comici (da Pio e Amedeo a Checco Zalone), ma l’importanza di un’Italia che possa essere davvero paritaria, con le stesse opportunità ovunque. Un’Italia che, in fondo, soffre: perché non ovunque si può lavorare, crescere, restare. Un’Italia vera, bella nella sua semplicità, viva nonostante a volte arranchi; un Paese che continua a sperare di poter tenere in piedi i suoi borghi, le sue tradizioni, la sua identità senza doverla sacrificare sull’altare della necessità.
Ambientata durante il periodo natalizio, principalmente tra Noto e Milano, Sicilia Express ci catapulta in un’atmosfera confortevole, dal sapore di casa e famiglia, con quel pizzico di umorismo — non sempre riuscito, ma spesso rivelatore — che ne rende piacevole la visione. Accanto al duo comico, in questo progetto in arrivo dal 5 dicembre su Nteflix, volti dalla vena brillante come Katia Follesa e Barbara Tabita.
Sicilia Express, la trama
Salvatore e Valentino sono due infermieri che, a causa della precarietà lavorativa in Sicilia, sono stati costretti a trasferirsi a Milano, dove hanno finalmente trovato stabilità in un ospedale. Una scelta obbligata, però, che li tiene lontani dalle loro famiglie rimaste al Sud, che riescono a vedere sempre troppo poco. Quando le loro compagne decidono di aprire un negozio di prodotti a chilometro zero, i due amici chiedono al loro capo un paio di giorni di permesso per essere presenti all’inaugurazione. Le cose, però, non vanno come sperano: possono rimanere a casa una sola notte e devono rientrare a Milano il mattino successivo. Non immaginano che la loro vita stia per cambiare. Dopo una cena in famiglia, scendono a buttare la spazzatura e, nel tentativo di recuperare il cellulare caduto dentro il cassonetto, scoprono per errore che quest’ultimo è in realtà un portale che li trasporta a Milano in pochissimi secondi. Un passaggio magico che, all’improvviso, rimette tutto in prospettiva.

La dura realtà di chi lascia la propria terra
Ficarra e Picone, con la loro ironia leggera — anche se a volte calcano un po’ la mano — raccontano attraverso risate e gag esilaranti il problema più grande con cui il Sud fa i conti da decenni: lasciare la propria terra per potersi garantire un futuro. Il che significa salutare gli affetti, vivere lontano, sentirsi non del tutto capiti. Perché la verità è che non tutte le professioni trovano spazio in regioni rimaste indietro, schiacciate da malagestione politica e da un contesto in cui la mafia, puntualmente, mette il suo zampino per tarpar tutti le ali.

Il pretesto narrativo per accorciare quindi quelle distanze è un’idea surreale e divertentissima: un cassonetto dell’immondizia, un portale magico — quasi una metropolvere di Harry Potter — che trasporta Valentino e Salvatore da Milano a Catania e viceversa. Una trovata carina nella sua messinscena, che funziona proprio perché quell’oggetto, così quotidiano e insignificante – e che si presta molto bene per le scene comiche – diventa il simbolo del sogno di molti meridionali: trovare una soluzione, qualunque essa sia, per non doversi più allontanare così a lungo dalla propria casa. Sperando così in un giorno in cui un incantesimo — in questo caso non magico ma reale, strutturale, frutto di un impegno concreto — possa davvero cambiare le cose.
Dalla risata alla riflessione
Se Sicilia Express funziona, è merito soprattutto di questa semplicità spudorata, accompagnata da una verità d’animo e di espressione mascherata da un registro gigionesco che, però, restituisce una realtà a suo modo tragicomica. Il montaggio asciutto e veloce contribuisce a dare ritmo e freschezza a un prodotto che non vuole essere ridondante, ma immediato, come in un palcoscenico teatrale. Riuscendoci bene. Certo, è vero anche che Ficarra e Picone non sempre centrano le battute: in alcuni dialoghi si avverte lo sforzo di far scattare la risata. Ma questo è un dettaglio che passa in secondo piano, perché l’efficacia dei temi e di come vengono esposti prevale. Chi vive quella condizione si sente compreso; chi non la vive, almeno per un attimo, ci pensa. E questo, per una miniserie apparentemente comica, è importantissimo. Perché se far ridere è difficile, far riflettere profondamente, lo è ancora di più.
Sicilia Express
Sommario
Se Sicilia Express funziona, è merito soprattutto di questa semplicità spudorata, accompagnata da una verità d’animo e di espressione mascherata da un registro gigionesco che, però, restituisce una realtà a suo modo tragicomica. Il montaggio asciutto e veloce contribuisce a dare ritmo e freschezza a un prodotto che non vuole essere ridondante, ma immediato, come in un palcoscenico teatrale.
