Kaos: recensione della nuova serie di Charlie Covell

Eccentrica rappresentazione della mitologia greca, è disponibile dal 29 agosto su Netflix.

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Dopo The end of the f***ing world, lo  sceneggiatore inglese Charlie Covell sorprende nuovamente il pubblico con Kaos. La serie è un’originale rivisitazione di alcuni miti greci, ambientati in una realtà in cui il politeismo si è mantenuto radicato nei secoli. Diretta da Runyararo Mapfumo (regista di Sex Education), Kaos è al momento formata da una sola stagione di otto episodi, ognuno di circa 50 minuti. Nel cast ritroviamo figure già note nel panorama cinematografico internazionale: Jeff Goldblum (Jurassic Park, Indipendence Day) qui interpreta Zeus, il dispotico ed eccentrico re degli dei, al suo fianco Janet McTeer (The menu) è nel ruolo di Era, regina dell’Olimpo. Altri personaggi principali sono interpretati dal britannico David Thewlis (Remus Lupin nell’universo di Harry Potter), il quale qui è nei panni di Ade, e Stephen Dillane (Stannis Baratheon ne Il trono di spade), che qui interpreta Prometeo.

Kaos: la caduta dell’Olimpo

Una linea appare, l’ordine si azzera

la famiglia cade, il caos regna.

 
 

Zeus vive allegramente sul monte Olimpo, circondato da sfarzo, con una schiera di servitori raccatta palle e  venerato da tutti gli umani. Pur essendo l’essere più potente dell’universo, la sua sete di potere e la paura di perdere il proprio trono si annidano continuamente nella sua mente. Ad amplificare la sua paura è la profezia che prevede la sua distruzione. L’apparire di una linea, di una ruga sul suo volto, sarà per Zeus l’inizio della sua fine.

Diverse sono le figure cruciali che dovranno adempiere al proprio destino affinché il dispotico re degli dei incontri il suo: Euridice dovrà morire, Orfeo dovrà scendere nell’Ade per riportarla indietro e Caronte dovrà aiutarlo. Tutto dovrà avvenire come previsto, e Prometeo, la voce narrante della storia, si premurerà, dall’alto della montagna in cui è stato esiliato da Zeus, che tutto vada secondo i piani.

Nel frattempo sulla terra gli dei non  sono più venerati come una volta: durante l’Olimpia, giorno sacro dedicato agli dei, viene profanato a Creta il tempio sacro. Zeus trama una feroce repressione contro tutti gli umani e gli dei ribelli.

Kaos: il politeismo ai giorni nostri

La mitologia greca può sembrare qualcosa di indicibilmente lontano rispetto ai giorni nostri: Kaos riesce a riempire questo gap temporale immaginando una società attuale in cui, presumibilmente, il cristianesimo e le altre religioni non siano mai esistite, in cui Creta è una grande potenza. In questo modo viene attualizzata la realtà terrestre, pur mantenendo alcune delle tradizioni legate proprio al politeismo: pur trattandosi di una società tecnologica come la nostra, continuano a perpetrarsi riti violenti quali i sacrifici umani in nome degli dei e le lotte all’ultimo sangue.

Gli stessi dei vengono rappresentati in una chiave più attuale: Poseidone, dio dei mari, vive in un enorme yacht in mezzo al mare, gli dei comunicano tra loro con un telefono e perfino le moire sono rappresentate come giudici che permettono agli umani di scendere nell’Ade!

A rendere la serie ancora più attuale contribuiscono anche le musiche utilizzate: lo stesso primo episodio si apre con la narrazione di Prometeo, accompagnata in sottofondo da Money for nothing dei Dire Straits. Dioniso, il dio del piacere, viene presentato sulle note di Gimme! Gimme! Gimme! degli ABBA.

Inesattezze mitiche

Nel vedere una serie come Kaos bisogna chiaramente tenere a mente che si tratta di una serie, un mero prodotto cinematografico, nel quale gli eventi narrati nei miti sono fusi e romanzati. Di conseguenza, per coloro che hanno una buona conoscenza della mitologia greca, sarà facile riconoscere come le vicende non rispecchino a pieno i personaggi dei miti.

Prima di tutto, non sono presenti dei miti specifici sulla morte di Zeus: il dio è soggetto al fato, forza superiore perfino a lui, ma il tema non è approfondito nella mitologia. Di conseguenza, il presupposto base della serie, presentato anche ne trailer, è un elemento inventato. Inoltre, la relazione segreta tra Poseidone ed Era non è presente nella mitologia greca.

Ciononostante, in Kaos ci sono abbastanza elementi vicini ai miti originali da attirare il pubblico verso questa rivisitazione: ne sono esempi Prometeo sospeso su una rupe con un aquila che gli divora costantemente il fegato e Orfeo che riesce a riportare indietro dall’oltretomba la sua amata.

Zeus il dio tiranno

In Kaos il re degli dei viene rappresentato in maniera assolutamente eccentrica e, specialmente all’inizio, comica. Con l’avanzare della preoccupazione per la sua profezia e del disappunto per il comportamento blasfemo degli umani, lo si vede pian piano mostrare, episodio dopo episodio, tutta la sua ferocia. Quando Zeus inizia a vedere anche gli altri dei come una minaccia, la sua violenta repressione si scatena anche contro di loro, dando così  lui stesso inizio alla sua fine.

Kaos risulta essere un prodotto originale, capace di attirare il pubblico. Con un finale cliffhanger in questa prima stagione, non resta che attendere e sperare in una seconda parte della serie!

Kaos
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Sommario

Kaos è una serie originale e leggera, avvincente a tal punto da celare tutte le incongruenze con la mitologia greca.

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