Caos, crudeltà e conflitti pericolosi tornano su Netflix con il secondo capitolo del terrificante e intenso k-drama La Creatura di Gyeongseong (titolo originale Gyeongseong Creature). La serie, scritta da Kang Eun-kyung, nota per il successo di Dr. Romantic, Kang Chi e The Beginning, e diretta da Chung Dong-yoon, regista di Hot Stove League, ha debuttato lo scorso dicembre (qui la recensione della stagione 1) conquistando l’attenzione del pubblico e della critica internazionale.
Dopo una prima stagione avvincente, ambientata nel 1945 all’inizio dell’era coloniale giapponese, la seconda farà un significativo passo avanti, arrivando ai giorni nostri e proseguendo con coraggio la narrazione di una storia misteriosa ed emozionante, che intreccia onore, amore e sopravvivenza.
Dove eravamo rimasti nella prima stagione di La Creatura di Gyeongseong?
In una Seoul antica, piegata dall’occupazione coloniale giapponese, il ricco Jang Tae-sang (Park Seo-joon), proprietario del più grande banco dei pegni della città, la House of Golden Treasure, è sull’orlo del tracollo finanziario e minacciato dal commissario di polizia giapponese Ishikawa. Tae-sang si ritrova così costretto a indagare sulla scomparsa della giovane amante di quest’ultimo, Myeong-ja. Il caso si rivela subito complicato, spingendolo a collaborare con la coraggiosa Yoon Chae-ok (Han So-hee) e suo padre, Jung-won (Cho Han-cheul), esperti nel rintracciare persone scomparse, vive o morte. Le indagini li portano a infiltrarsi nel misterioso e oscuro ospedale di Ongseong, dove scoprono l’esistenza di un reparto sotterraneo in cui terribili esperimenti biologici trasformano gli uomini in mostruose creature. Il tutto è reso possibile da un minuscolo verme, il Najin, capace di infettare gli umani e unirsi ai loro cervelli, fino a mutare il loro corpo e annullare la loro anima. Tra numerose vittime, pochi superstiti e mostri irriconoscibili, Chae-ok ritrova però sua madre, scomparsa dieci anni prima e ormai trasformata in una creatura orribile e sanguinaria.
Quando Tae-sang e Chae-ok si rendono conto che dietro tutto ciò c’è la meschina e potente Lady Maeda (Claudia Kim), la loro missione diventa ancora più personale e complicata. Non c’è alternativa: l’ospedale deve essere distrutto e gli ultimi superstiti, tra cui la gravida Myeong-ja, devono essere salvati. Tae-sang, Jung-won e i loro alleati elaborano così un piano per infiltrarsi nuovamente nell’edificio, salvare Chae-ok, rapita dagli scagnozzi di Lady Maeda, e porre fine a quelle atroci esperienze disumane. Nonostante i numerosi ostacoli e minacce, il piano sembra riuscire: l’ospedale viene abbattuto e le vittime messe in salvo, ma Tae-sang non riesce a salvare Chae-ok, destinata a morire per mano di sua madre… o almeno così potrebbe sembrare.
Da period drama allegorico a un adrenalinico thriller poliziesco
La prima stagione de La Creatura di Gyeongseong ha trasportato il pubblico nella suggestiva capitale della Corea del Sud alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Attraverso una fiaba dark, intensa e ricca di pathos, la serie è riuscita a esplorare temi universali e profondi, come l’avidità umana e la sua capacità di corrompere l’animo, l’insensata crudeltà della guerra che distrugge non solo vite, ma anche identità e comunità. Al centro della narrazione si trova anche il concetto di famiglia, che non è solo quella di sangue, ma può essere rappresentata dalle persone che scegliamo di avere accanto, sottolineando l’importanza dei legami affettivi e il coraggio dell’affidarsi l’uno all’altro. Temi che, uniti alla rappresentazione di un periodo storico complesso e tutt’ora doloroso, hanno dato vita a una trama densa di emozioni e riflessioni, che ha coinvolto e incantato lo spettatore ben oltre i confini della semplice narrazione fantastica e storica.
La seconda stagione, invece, sembra prendere una piega differente. La narrazione si sposta avanti nel tempo di ottant’anni, trasportando i protagonisti, Tae-sang (ora noto come Jang Ho-jae) e Chae-ok, in un futuro in cui la loro lotta per la sopravvivenza non è ancora conclusa. Grazie al Najin, la misteriosa entità con cui convivono in segreto, i due sono ancora vivi e costretti a fronteggiare, ancora una volta, la minaccia di Lady Maeda e la sua spietata schiera di seguaci e creature mostruose. Il contesto storico, che aveva caratterizzato la prima stagione, cede ora il passo a un’ambientazione più contemporanea e familiare, dove emergono nuovi personaggi, tra cui Seung Jo (interpretato da Bae Hyun Sung), il figlio sopravvissuto di Myeong-ja, e l’impenetrabile Capitano Kuroko (Lee Moo-saeng).
Sebbene quindi la narrazione conservi i toni cupi e orrorifici tipici del primo capitolo, la serie evolve in un thriller poliziesco con sfumature fantascientifiche, ampliando l’universo narrativo e spingendo i protagonisti a confrontarsi non solo con forze sovrannaturali, ma anche con nuove dinamiche sociali e umane.
La creatura di Gyeongseong tra forza opposte: Vendetta e Amore
In questa nuova dimensione di mistero e azione spettacolare, dove gli episodi sono stati ridotti da 10 a 7, i temi diventano più intimi e personali, con la vendetta e il destino che assumono un ruolo centrale nella trama. Il filo invisibile che unisce Tae-sang e Chae-ok diventa ancora più presente e rilevante, conferendo alla narrazione quella sottotrama romantica imprescindibile per qualsiasi grande k-drama. Il profondo legame tra i due protagonisti, alimentato dal desiderio – tanto dei personaggi quanto degli spettatori – di un lieto fine, li guida così attraverso gli anni e oltre i ricordi perduti. È proprio questo amore che, in questi nuovi episodi, li spinge a ritrovarsi, nonostante il tempo e le difficoltà, e a combattere contro il potere oscuro di Lady Maeda e i suoi pericolosi piani legati al Najin.
Da un lato, c’è questo grande amore che rappresenta non solo una speranza di redenzione, ma anche la forza che permette loro di andare avanti. Dall’altro, emerge un desiderio altrettanto potente, ma distruttivo: la vendetta. Lady Maeda, infatti, non agisce solo per sete di potere, ma sembra mossa dal desiderio di punire Tae-sang e Chae-ok, cercando di separarli ancora una volta, persino in questa vita. Le sue azioni crudeli appaiono come un attacco personale, volto a distruggere qualsiasi possibilità di felicità per i due protagonisti, rendendo però a tratti il suo personaggio quasi una forzatura.
Una seconda stagione che si spera sia conclusiva
Kang Eun-kyung e Chung Dong-yoon regalano al pubblico una seconda stagione audace, inaspettata e differente. Oltre a un cast sempre eccezionale – con in vetta Park Seo-joon e Han So-hee che formano una coppia straordinaria –, la scrittura e la regia si rivelano emozionanti, rendendo chiari e incisivi i salti temporali e i flashback che spiegano, episodio dopo episodio, ciò che precede questo nuovo incontro. Tuttavia, questa stagione non riesce a eguagliare la prima. Se da un lato la bellezza di questi episodi supera le aspettative, talvolta ciniche, del pubblico; dall’altro si discosta così tanto per temi e narrazione dalla prima stagione da sembrare quasi uno spin-off, piuttosto che una continuazione del prodotto che ha incantato gli spettatori all’inizio dell’anno. Il cambio di ambientazione e il rafforzamento della tematica amorosa centrale hanno, quindi, modificato parzialmente la natura del drama, che fino a questo momento si distingueva nel vasto catalogo di Netflix per la sua attenta cura nel presentare un period drama sofisticato e dalle nobili intenzioni di riflessione.
Nonostante queste “criticità”, inclusa la debolezza degli antagonisti principali, che risultano meno convincenti rispetto a quelli del primo capitolo, la seconda stagione de La Creatura di Gyeongseong si conferma tra le migliori serie disponibili sulla popolare piattaforma di streaming. E dunque, con l’ultima scena post-credit che lascia il pubblico col fiato sospeso, l’interrogativo sorge spontaneo: Netflix avrà il coraggio di resistere alla tentazione di realizzare una terza – non necessaria – stagione?
La Creatura di Gyeongseong - seconda stagione
Sommario
I creatori Kang Eun-kyung e Chung Dong-yoon presentano una seconda stagione audace e inaspettata di La Creatura di Gyeongseong, caratterizzata da un cast straordinario e da una scrittura emozionante che sfida le aspettative del pubblico. Tuttavia, nonostante le numerose note positive, questa stagione si discosta dalla prima, sembrando quasi un romantico e adrenalinico spin-off piuttosto che una continuazione di quanto lasciato al suo primo debutto.