Munich Games: recensione della nuova serie Sky Original

A 50 anni dal massacro di Monaco, il calcio diventa l’elemento determinante per risolvere controversie internazionali e risaldare le relazioni tra Germania ed Israele.

Munich Games recensione

Il cinema, oltre che essere mero intrattenimento, ha la capacità di trasmettere emozioni e presentare problematiche reali, spesso collegate alla nostra attualità. Munich Games è una miniserie che porta lo spettatore a toccare con mano la realtà dei pregiudizi e delle discriminazioni ancora oggi presenti in tutti gli stati ed in tutte le culture. Programmata l’uscita su Sky ed in streaming su Now tv per il 5 ottobre, la serie è formata da sei episodi da circa 45 minuti l’uno. Munich Games è stata ideata e scritta dalla sceneggiatrice israeliana Michal Aviram, già nota per Fauda (2018). Mentre il regista è il tedesco Philipp Kadelbach (Noi, i ragazzi dello zoo di Berlino).

 

Munich Games: un amichevole costellato d’odio

Per dimostrare il buon legame istauratosi tra la Germania e lo stato d’Israele, si è deciso di commemorare il massacro di Monaco, avvenuto 50 anni prima durante le olimpiadi, con una partita amichevole tra i due paesi. Da subito, però, si creano le prime tensioni: la paura più grande è un altro attacco terroristico da parte dei gruppi palestinesi. Oren, interpretato dall’attore arabo-israeliano Yousef Sweid, un informatico dell’intelligence israeliana, viene invitato a cooperare con la polizia tedesca. In particolare con Maria, una poliziotta tedesca interpretata dall’attrice tedesca Seyneb Saleh, collaboreranno affinché non si ripeta una nuova strage. I principali sospetti dell’attacco sono il gruppo di profughi guidati da Fathi, di cui la polizia conosce le mosse tramite Monir, informatore con cui Maria ha segretamente una relazione. Ma la minaccia si rivelerà molto più seria e di fonte totalmente differente, mettendo seriamente in pericolo la vita di tutta la squadra di calcio israeliana.

Munich games
la poliziotta tedesca Maria

Un passo indietro nella storia: il massacro di Monaco del 1972

5 settembre 1972: questo è il giorno in cui le relazioni tra Germania ed Israele, in un tentativo di riappacificazione, si sono ulteriormente incrinati. Si tennero in quell’anno le prime olimpiadi in Germania, i Munich games, dopo la caduta del regime nazista. L’edizione precedente tenutasi in questo paese risale al 1936. Il valore di questi giochi era quindi altamente simbolico. Ad ogni modo, però, queste olimpiadi furono tristemente note per il massacro di Monaco, un attacco terroristico perpetrato dalla cellula terroristica palestinese Settembre Nero che causò la morte di undici giocatori della squadra israeliana ed un poliziotto tedesco. Germania ed Israele si addossarono a vicenda le colpe della mal riuscita di ogni tentativo di salvataggio. La polizia tedesca fu accusata di non essere intervenuta in maniera adeguata, mentre la premier israeliana fu ritenuta responsabile dal capo delle forze tedesche per non aver acconsentito alle richieste degli attentatori.

Un multiculturalismo di violenza

Munich Games è una serie che presenta l’intreccio di tre culture differenti e, in alcuni aspetti, contrastanti. Si tratta del popolo tedesco, israeliano e palestinese: tre popoli che, tra il vicino passato del totalitarismo nazista e l’attuale apartheid in Medio Oriente, si trovano o si sono trovati in conflitto. Qui però, si è cercato di integrarli e rappresentarli in maniera equa. Guardando la serie in lingua originale, si vede come ci sia un passaggio continuo dal tedesco, all’ebraico e all’arabo. L’inglese, in quanto idioma universale, viene usato per la comunicazione in contesti più formali e per la comunicazione tra persone appartenenti a culture differenti.

Un ‘altro elemento interessante è l’utilizzo di foto originali del massacro del 72 nell’intro. In tal modo, si mantiene un contatto diretto con la realtà dei fatti. La scelta del 2022 rende naturalmente ovvio lo scopo commemorativo della serie, ma la presenza di tali immagini garantisce un legame più chiaro e diretto con gli avvenimenti.

Munich games, oltre a riflettere sulla strage del 1972, porta sul grande schermo anche tutta una serie di tematiche di attualità e di discriminazioni ancora presenti. Primo fra tutti, il conflitto tra i profughi palestinesi, costretti ad abbandonare la propria terra, e gli israeliani, visto come popolo filoccidentale e oppressore. Inoltre, sembrano essere ancora aperte le ormai antiche ferite dell’olocausto: le discriminazioni nei confronti degli ebrei non sembrano aver abbandonato tutti i tedeschi. Tutto questo circolo di relazioni astiose tra popoli porta inevitabilmente ad una catena di inutili violenze gli uni verso gli altri, in uno scontro continuo. Con il passare dei decenni e con l’evoluzione delle relazioni internazionali, non si è riuscito ancora a superare alcuni di questi conflitti.

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