Il Natale di Gianna non è più di bilanci e ricerche. Ma di consapevolezze. Di volontà e speranze. È il momento di segnare la rotta giusta della sua nave, non prima però di essersi ben equipaggiata e aver portato le provviste necessarie. Come si capisce quando si ama qualcuno? Siamo noi o sono gli altri il problema? Domande a cui la nostra frizzante protagonista cerca di rispondere in Odio il Natale 2, seconda stagione della serie natalizia nostrana targata Netflix, provando a tracciare al contempo una linea netta che possa darle la chiarezza di cui ha bisogno. La prima stagione, che ha debuttato lo scorso anno sulla piattaforma sempre nel periodo di dicembre, ha avuto un buon successo, forte della presenza di Pilar Fogliati, deliziosa rivelazione nel panorama cinematografico italiano. Con una sceneggiatura scritta a sei mani da Elena Bucaccio, Costanza Cerasi e Chiara Villa, Odio il Natale 2 (che ricordiamo non essere uno show originale, ma è tratto dal norvegese Natale con uno sconosciuto) si prepara a scaldare le serate invernali in cui l’atmosfera è da divano e cioccolata calda fumante. Come è giusto che sia per la sua portata leggera.
Odio il Natale 2, la trama
Dopo aver passato gli ultimi giorni prima di Natale alla disperata ricerca di un fidanzato da portare a casa alla Vigilia, per rompere la maledizione della figlia single, qualcuno bussa inaspettatamente alla porta di Gianna la sera del 24 dicembre. Da quel momento è passato un anno, e ora la nostra protagonista può dirsi felicemente impegnata. Non potrebbe andare meglio di così, ora Gianna ha davvero tutto: una famiglia, il lavoro dei suoi sogni, amiche fantastiche e un compagno che la ama. E il Natale, adesso, non lo vede più come una condanna, né tantomeno la giornata in cui a pranzo (o a cena) con i parenti sente di stare andando al patibolo. Ma siamo sicuri che il periodo natalizio non porti guai e sia solo amore e gioia? Perché a quanto pare sembra che i pianeti si siano allineati proprio per rompere la magia a occhi aperti che Gianna sta vivendo. Il Natale, infatti, sarà proprio quello che ancora una volta le scombinerà le carte, facendole commettere un errore imperdonabile che romperà la sua relazione. Proprio nel momento in cui tutto sembrava al proprio posto, ripartirà invece un nuovo countdown: Gianna, infatti, sa di aver bisogno della magia del Natale per riconquistare il suo ex, e, per questo, vuole farlo entro la cena della Vigilia che, a casa Belotti, è la cena che sistema ogni cosa. Una cena che, in questo caso, deve però organizzare lei. Ce la farà la nostra eroina?
Pilar Fogliati: una certezza
Con Odio il Natale 2 si torna nell’incantevole e fiabesca cornice di Chioggia, fra i canali, i ponti, le gondole e le luci di una location inusuale quanto originale e magica, che avvolge e coccola con il suo spirito in festa. Questa volta per Gianna, rispetto a quando guardava al Natale con una certa ostilità, l’atmosfera natalizia è quanto più indispensabile per ristabilire un equilibrio che ha perso poiché invasa da mille ansie e preoccupazioni, che – in fondo – pervadono la quotidianità di tutti i Millennials. Il pattern narrativo è lo stesso della prima season, ed è caratteristica vincente della serie: ancora una volta, infatti, Gianna ci getta a capofitto nella sua colorata e vivace vita rompendo sin da subito la quarta parete, la quale si alterna all’esposizione lineare delle vicende, ricordandoci così in che modo ci dobbiamo approcciare alla serie.
Siamo ancora noi e lei nel suo vertiginoso flusso di coscienza, come fossimo sempre degli amici che chiacchierano di fronte a un buon caffé o, ancor meglio, davanti a uno spritz. Ed è per questo che seguiamo gli eventi che travolgono la protagonista con estrema partecipazione, soprattutto perché in fondo in Gianna, nei suoi voli pindarici, nelle sue paranoie, insicurezze e goffagine, ci rispecchiamo a tal punto da sentirci coinvolti, affini e anche meno soli. Pilar Fogliati – che dopo il suo Romantiche ci conferma d’essere la giusta erede di Carlo Verdone – gestisce tempi e ritmi narrativi senza fatica, con quella spigliatezza ed elasticità recitativa a cui ci ha abituati e che volevamo ritrovare, facendo così dell’umorismo la chiave di volta su cui si regge l’infrastruttura narrativa di Odio il Natale 2.
Uno show da cioccolata calda e divano
Come dicevamo anche nella recensione della prima stagione, non mancano però alcuni luoghi comuni del genere, un po’ troppo enfatizzati e al limite del caricaturale, e una certa frettolosità di dinamiche che ancora una volta ci lascia con un po’ di amaro in bocca. I difetti, però, sono colmati da gag simpatiche e scene di divertissement puro, avvolti da una leggerezza (positiva) di fondo che ci rammenta spesso che tipo di prodotto stiamo fruendo.
Ci sono alcuni momenti di riflessione inseriti in qualche scena con più “pathos”, che stimolano un pensiero nello spettatore non solo sulle direzioni che può prendere un sentimento d’amore, ma anche su quanto nella vita – forse – non si smetta mai di conoscere neppure se stessi, oltre che gli altri. Ma restano tematiche affrontate solo in superficie proprio perché la portata dello show, come abbiamo detto in apertura, resta leggera e poco impegnativa. Per quanto, dunque, Odio il Natale 2 non vanti originalità di racconto e chissà quali lodevoli soluzioni registiche o di sceneggiatura, resta un format godibile, che rientra in quei prodotti da guardare senza pretese, ma solo per il gusto di alleggerirsi una serata e viversi delle pure e semplici vibrazioni natalizie.