Omnivore: recensione della docuserie di René Redzepi

In arrivo il 19 luglio su Apple TV+ la serie in otto episodi creata e narrata dallo chef stellato del Noma.

-

Molti hanno avuto modo di conoscere il Noma grazie alla seconda stagione di The Bear, altri perchè sono appassionati di cucina gourmet e lo sanno bene che è il ristorante più famoso al mondo. Perchè Omnivore, la nuova docu-serie Apple TV+, è creata e narrata da René Redzepi, il famoso chef e comproprietario dell’acclamato locale situato a Copenaghen, in Danimarca e che possiede ben tre stelle Michelin.

 

Cosa racconta Omnivore

Ogni episodio di Omnivore, degli otto di cui è composta, elogia la coltivazione, la trasformazione e il consumo degli ingredienti più importanti alla base della cultura del buon cibo. Il primo episodio si apre con una presentazione del celebre Noma, su come si lavora e come si coltiva nell’orto e giardino personale dello chef stellato con origini macedoni Redzepi, tra radici e bacche ma anche fiori con piccole verdure, per poi spostarsi sul peperoncino. L’episodio che si intitola proprio “Chile” mostra come questo particolare alimento è usato in mille modi diversi a differenza della nazione di provenienza.

- Pubblicità -
 
 

Ingredienti essenziali alla base di tutto

La prima coltivazione che si vede è quella europea in Serbia. Il peperoncino serbo è di un rosso molto vivace ed ha una forma che ricorda le corna di una capra. Questa varietà è ottima per la macinazione, infatti se ne ricava una polvere tipo paprika usata nella preparazione di molti piatti a base di carne della tradizione balcanica. Per concludere questa primissima tappa si mostra come i serbi festeggiano la piccante pietanza tra grigliate in famiglia e feste popolari dove i bambini dipingono su tele dei peperoncini.

Poi ci si sposta negli Stati Uniti, esattamente in Louisiana, dove la varietà più famosa è quella da cui poi si ricava la salsa piccante chiamata Tabasco. Prima di tornare alla base in Danimarca, viene mostrato il Prik Kee Noo, un peperoncino originario della Thailandia e ingrediente importante per la cucina tipica asiatica. L’episodio finisce con Bhut Orange Copenhagen, il peperoncino danese tondo e di color arancione, coltivato direttamente dallo chef, voce narrante della docu-serie, che offre da mangiare a tutti, sia clienti che il suo giovane e variegato staff, come sfida, il piccantissimo frutto.

Proseguendo il secondo capitolo ” Tuna ” affronta la pesca all’alba del tonno di Barbate in Spagna e come viene lavorato per essere poi mandato dall’altra parte del pianeta cioè in Giappone. Qui dove è nato il sushi, si mostra in tutte le sue versioni da quello costoso nei ristoranti tradizionali a quello messo nei piatti e poi sui nastri trasportatori dei locali più commerciali per la pausa pranzo. Questa puntata si conclude con il pesce sulla brace al tramonto su una spiaggia spagnola, quella da cui è stato pescato il tonno stesso.

Il terzo episodio di Omnivore è dedicato al sale: prima a quello artiganale e marittimo francese di Noirmoutier e poi quello peruviano di Maras. Il sale che tende al colore rosa viene estratto dalle saline che si trovano nella provincia di Urubamba, nel Dipartimento peruviano di Cusco. Le saline qui si trovano ubicate lungo la Cordigliera delle Ande, ad un’altitudine che supera i 3000 metri sul livello del mare e che nasconde in profondità un bacino d’acqua salata.

Il maialino nero di La Alberca

L’ultimo degli episodi di Omnivore, tra i quattro visti in anteprima, cambia totalmente registro di racconto, concentrandosi sulla tradizione di La Alberca, dove all’entrata della chiesa sorge un piccola statua che ritrae un grazioso maialino. Infatti tra le vie del borgo medioevale spagnolo si può fare la conoscenza di un maiale nero, che ogni 13 giugno viene liberato e che poi verrà nutrito da tutta la popolazione. In questo paese infatti si alleva una pregiata qualità di maiali neri, quella varietà che diventerà poi uno dei prosciutti crudi più prelibati grazie anche al nutrimento fatto d’erbe aromatiche che i suini mangiano mentre sono in vita.

Ma in “Pig” non si mostrano, e per fortuna, animali al macello ma le varie fasi dei festaggiamenti nei confronti del maiale di Sant’Antonio. Ci sono i panettieri che fornano panini imbottiti di salame e una cioccolataia che crea cioccolatini a forma di maialini fino ad arrivare alla festa invernale dove si portano a benedire gli animali domestici e della fattoria. L’episodio termina con il porcellino nero che tutto solo e tranquillo girovaga per le vie di La Alberca inconsapevole del suo destino.

Una docu-serie che appassiona a metà

Omnivere è un viaggio nell’anima della cultura del cibo e della sua vibrante comunità ma che punta solo ad un pubblico che già ama la cucina. Il primo episodio rimane il più completo, a differenza degli altri che sembrano dei documentari che si può facilmente vedere anche sulla rete generalista al pomeriggio all’interno di programmi come Geo. Infatti in “Chile” si fa quello che poi non si propone nei restanti cioè alternare tra il narratore Chef con la sua filosofia del Noma alla valorizzazione uno ad uno dei prodotti protagonisti. Per concludere questa docu-serie possiede una regia attenta e che mostra nei minimi dettagli i vari ingredienti base di questo racconto culinario a puntate ma che non riesce purtroppo a centrare l’obiettivo finale quello del grande pubblico.

Sommario

Omnivore possiede gli ingredienti, le persone, le storie, la pura magia della cucina ma non riesce nel suo intento avvicinare tutto il pubblico all'arte culinaria. Una docu-serie che funziona benissimo con il primo episodio dedicato al peperoncino ma che piacerà solo alle persone che conoscono lo chef stellato e che sognano di cenare, almeno una volta nella vita, al prestigioso Noma.
Simona Tavola
Simona Tavola
Laureata in Scienze dei beni culturali all’Università degli Studi di Milano con indirizzo di Teatro e Cinema. Da sempre appassionata della settima arte ha conseguito il Master di primo livello in critica giornalistica per lo spettacolo presso l’Accademia Nazionale d’Arte drammatica Silvio D’Amico. In passato ha collaborato con varie testate online ( That's All Trends, ArteSettima, Recensito e The Hot Corn Italia ) invece dal 2023 scrive per Cinefilos.it. Dal 2021 al 2023 ha svolto il ruolo di Social Media Manager del sito di Banquo Magazine.

ALTRE STORIE

Omnivore possiede gli ingredienti, le persone, le storie, la pura magia della cucina ma non riesce nel suo intento avvicinare tutto il pubblico all'arte culinaria. Una docu-serie che funziona benissimo con il primo episodio dedicato al peperoncino ma che piacerà solo alle persone che conoscono lo chef stellato e che sognano di cenare, almeno una volta nella vita, al prestigioso Noma. Omnivore: recensione della docuserie di René Redzepi