Reacher: recensione della seconda stagione della serie Prime Video

Disponibile dal 15 dicembre su Prime Video, la seconda stagione ribadisce il valore di questa serie.

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Avevamo lasciato Jack Reacher intento a riprendere il suo vagabondaggio attraverso gli Stati Uniti dopo aver risolto gli eventi legati ad una serie di omicidi e ad una cospirazione criminale nella prima stagione di Reacher, la serie di Prime Video basata sui libri di Lee Child. Sono passati quasi due anni da quel momento e finalmente il massiccio ex investigatore militare e pronto a tornare sul piccolo schermo con una seconda stagione basata stavolta sull’undicesimo romanzo della serie, Vendetta a freddo, pubblicato da Child nel 2007. Rispetto agli altri dedicati al personaggio, è questo un racconto particolarmente incentrato sui temi della nostalgia e del lutto, riproposti dunque anche dai nuovi episodi della serie.

 

La trama di Reacher: un amaro ritorno a casa

Tutto ha infatti inizio quando uno degli otto fidatissimi ex collaboratori di Jack Reacher (Alan Ritchson) nell’unità investigativa speciale dell’esercito viene trovato cadavere in mezzo ad un bosco. Frances Neagley (Maria Sten), pupilla di Jack nella vecchia squadra, convoca dunque a Los Angeles il suo vecchio boss e tutti gli altri veterani del gruppo, con l’obiettivo di scoprire cosa sia accaduto realmente. Oltre a Reacher e Neagley, però, solo si uniscono alla reunion solo Karla Dixon (Serinda Swan) e David O’Donnell (Shaun Sipos). Solo loro sembrano essere i sopravvissuti ad un’inspiegabile furia omicida che si sta riversando contro i membri di quell’ex unità investigativa.

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Reacher Prime Video

Ne è passato di tempo, Reacher

Ha così inizio una nuova indagine per l’agente Jack Reacher, chiamato stavolta a confrontarsi con i propri fantasmi del passato, specialmente con quelli con cui non è mai venuto a patti. Per far ciò, lo spettatore viene portato a scoprire qualcosa di più sul passato del muscoloso agente, come sempre capace di passare dalla quiete alla furia omicidia in un battito di ciglia. Se dunque con la prima stagione si era già dimostrato l’interesse a fare di questa serie un prodotto fortemente legato all’aspetto investigativo del personaggio, anche a costo di sollevare il piede dal pedale dell’azione, con questa seconda stagione si ribadisce ulteriormente tale volontà, aggiungendo però delle sfumature più malinconiche al racconto.

Ciò è indubbiamente dovuto alla natura del romanzo a cui questa stagione si rifà – concepito da Child a seguito di nostalgiche riflessioni su tutte le persone conosciute e che non vedeva da tempo – ma di certo aiuta a rendere ulteriormente interessante tanto lo stesso protagonista quanto il suo percorso evolutivo. Perché Reacher è sostanzialmente un solitario, uno che non vuole essere coinvolto in affari altrui, come dirà egli stesso, e il poterlo vedere a confronto con aspetti intimi come la riunione con i suoi ex colleghi e amici lo costringe a far emergere aspetti di sé che decostruiscono la corazza che si porta sempre dietro, conquistando così ulteriormente l’interesse dello spettatore.

Reacher recensione

Ingredienti vincenti, non si cambiano

Questa malinconia, o più in generale l’attenzione all’intimità dei personaggi, è dunque un ingrediente molto gradito, che non va però a sostituire le indagini, l’azione e l’umorismo che già la prima stagione aveva ben definito. Anche stavolta c’è un caso particolarmente avvincente da risolvere, con quel tanto che basta di indizi forniti di episodio in episodio da incentivare il proseguimento della visione. Con gli elementi messi di volta in volta sul tavolo, lo spettatore è infatti attivamente chiamato a cercare di risolvere a sua volta il caso, idealmente anticipando le intuizioni e le mosse dei personaggi. Di fatto, dunque, non si viene lasciati fuori dall’evoluzione di quest’indagine.

Quando poi occorre, ovviamente, non ci si fa problemi a ricorrere ad un po’ di sana violenza che stupisce anche in questo caso per brutalità e totale mancanza di pietà. È in questi momenti che ci viene ricordato quanto Reacher possa essere un personaggio complesso, capace di grandi atti d’amore ma anche di uccidere a sangue freddo senza pensarci due volte (ovviamente sempre e solo chi lo “merita”). Ma anche i momenti più seriosi e cupi non rimangono mai tali a lungo, grazie ad un delicato umorismo che, tra battute verbali o gag fisiche, consente alla serie di dotarsi di una leggerezza che rende particolarmente più piacevole la visione.

Reacher è una serie con molto da offrire

Anche questa seconda stagione di Reacher conferma dunque il valore di questo prodotto di Prime Video, il quale non solo ha entusiasmato i fan ma ha fatto appassionare anche nuovi spettatori alle vicende del protagonista. Sarà per la capacità di Alan Ritchson di gestire al meglio il suo Jack Reacher tanto nei momenti più drammatici quanto in quelli più divertenti, sarà per i suoi brillanti scambi con la spalla Frances Neagley o sarà in questo caso per l’avvincente gestione del nuovo racconto e dei suoi toni, ma anche questi nuovi episodi sono la dimostrazione che questa è una serie con molto da offrire e la conferma che una terza stagione è in fase di realizzazione è da accogliere con grande entusiasmo.

Sommario

La nuova stagione di Reacher conferma gli elementi che avevano caratterizzato i primi episodi, tra racconto investigativo, moderata ma incisiva azione e azzeccato umorismo. La seconda stagione aggiunge a tutto ciò anche un velo di malinconia e nostalgia che accompagnano l'approfondimento del passato del protagonista, cosa che contribuisce alla sua evoluzione come personaggio e all'affermarsi della serie come un prodotto di qualità.
Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato con lode in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza e iscritto all’Ordine dei Giornalisti del Lazio come giornalista pubblicista. Dal 2018 collabora con Cinefilos.it, assumendo nel 2023 il ruolo di Caporedattore. È autore di saggi critici sul cinema pubblicati dalla casa editrice Bakemono Lab.

ALTRE STORIE

La nuova stagione di Reacher conferma gli elementi che avevano caratterizzato i primi episodi, tra racconto investigativo, moderata ma incisiva azione e azzeccato umorismo. La seconda stagione aggiunge a tutto ciò anche un velo di malinconia e nostalgia che accompagnano l'approfondimento del passato del protagonista, cosa che contribuisce alla sua evoluzione come personaggio e all'affermarsi della serie come un prodotto di qualità. Reacher: recensione della seconda stagione della serie Prime Video