C’era una volta mia madre è l’adattamento cinematografico dell’autobiografia omonima di Roland Perez. Questa commedia drammatica è un vero omaggio alla madre del protagonista che era pronta a tutto per garantire, anche nonostante il piede torto, che suo figlio non venisse considerato disabile e che potesse un giorno camminare normalmente. Il ruolo della madre Esther è interpretato dall’attrice francese Leïla Bekhti, che appare in quasi ogni scena e invecchia per tutto il film grazie ad un ottimo uso del trucco molto curato.
Cosa racconta C’era una volta mia madre
Questo film in originale si intitola Ma mère, Dieu et Sylvie Vartan, che tradotto dal francese vuol dire ” Mia madre, Dio e Sylvie Vartan ” le tre figure portanti nella crescita dell’avvocato e giornalista radiotelevisivo francese Perez. Nato il 15 ottobre 1963 a Parigi il piccolo Roland, nasce in una famiglia ebrea numerosa immigrata da poco e con origini marocchine. I primi sette anni della sua vita lì passa in casa a causa proprio della sua malformazione dell’arto. La madre Esther, fin da subito rifiutò la disabilità del piede equino del figlio, e dopo vari tentativi, l’affidò ad una guaritrice per un trattamento unico ed artigianale, che richiese ben diciotto mesi d’immobilizzazione completa.
Il bambino quindi rimase sdraiato in mezzo al soggiorno, circondato dai suoi cari e dalla musica che amava, in particolare le canzoni di Sylvie Vartan, che giocarono un ruolo centrale nella sua immaginazione e nel suo apprendimento. Da qui la vita di Roland cambierà e tutto grazie ad una mamma testarda, ma anche del padre, delle sorelle e dei fratelli, dopo aver imparato finalmente a camminare iniziò a frequentare la scuola come tutti i suoi coetanei.
Il protagonista poi si dedicò alla danza e alla recitazione, spronato da Esther, diventando così un attore bambino ma sempre seguito dalla madre che si reinventa come sua agente. Crescendo Roland, che d’adulto è interpretato dall’attore e doppiatore francese Jonathan Cohen, lascerà per un breve periodo il mondo dello spettacolo e si laureerà in giurisprudenza ma alternerà poi il lavoro d’avvocato con quello da presentatore radiofonico. Il film si conclude con Roland Perez che diventa amico del suo idolo da bambino, cioè Sylvie Vartan che interpreta se stessa, e con l’addio alla madre che passerà a miglior vita.
Una madre eroica, tenace e commovente
La sceneggiatura di C’era una volta mia madre si concentra principalmente sulle speranze di questa madre, che si getta con tutto il cuore nella vita del figlio, arrivando persino a manipolarlo per evitare il suo ricovero in un istituto specializzato, la cui educazione domestica diventa una questione cruciale. Come cita il titolo originale in francese ci sono altri due personaggi importanti nel racconto come il Dio ebreo che ogni giorno Esther pregava per un miracolo e la cantante Sylvie Vartan, che dona il sottile contrasto che alimenta la commedia fino alla sua conclusione, anche quando le cose si complicano come quando muore la moglie del protagonista.
Il regista Ken Scott ricrea abilmente set che vanno dalla Parigi degli anni Sessanta a quella d’oggi, con un risultato eccellente e molto piacevole alla vista, unica osservazione è l’orribile uso del deepfake usato sul viso di Sylvie Vartan nel tentativo di ringiovanirla nelle scene nel passato. Per concludere C’era una volta mia madre è un tenero omaggio e una coccola a tutte le mamme ma anche un autobiografia di un uomo che è riuscito a far tutto grazie al potere dell’amore di sua mamma Esther.
C'era una volta mia madre
Sommario
C’era una volta mia madre è la vera storia dell’avvocato e giornalista radiotelevisivo francese Perez tratta dall’omonimo romanzo ma anche una lettera d’amore per sua madre. Una commedia sentimentale che affida a Leïla Bekhti il ruolo di una madre eroica, tenace, ingombrante ma quanto commovente.
