Rispetto alle precedenti stagioni, Slow Horses 4 possiede un adattamento dal romanzo Spook Street di Mick Herron decisamente più libero, e questo avviene principalmente per due motivi: il primo è che si tratta di un libro che propone personaggi e situazioni più estremi rispetto ai precedenti, quasi vicini ai toni della fantapolitica. In un certo senso, lo show necessitava di un approccio narrativo maggiormente sobrio, dritto al punto, per mantenere credibilità. E questo è l’aspetto dell’adattamento che funziona meglio.
Il secondo motivo, invece molto meno efficace, è che per motivi legati allo stardom la trama viene maggiormente incentrata sui personaggi di Jackson Lamb e River Cartwright, ancora una volta interpretati dal premio Oscar Gary Oldman e dal sempre più lanciato Jack Lowden. Insomma, rispetto alle precedenti stagioni ci troviamo di fronte a una serie che propone equilibri molto differenti tra i personaggi che compongono il gruppo di agenti segreti caduti in disgrazia, fattore che costituiva sotto molti punti di vista la forza primaria di Slow Horses.
Slow Horses 4, una stagione più indipendente dal romanzo
Le interazioni spesso problematiche, talvolta addirittura assurde ma sempre umanissime tra i vari personaggi costituivano il cuore emotivo delle varie puntate, mentre nella quarta stagione diventa piuttosto evidente, e purtroppo meno funzionale, che Lamb e Cartwright sono adesso le star dello show, mentre gli altri vengono relegati a comprimari. Peccato. Questo cambio di direzione nella narrazione, dopo le prime due puntate tutto sommato avvincenti anche se non memorabili, appesantisce la serie in particolar modo nel terzo e quarto episodio. Slow Horses perde molto del suo appeal al vetriolo, apprezzato in passato e adesso rimpiazzato da scene d’azione che poco o nulla hanno a che fare con la vera tensione della spy-story. Evidentemente il successo dello show ha portato i produttori e creatori a dover per forza di cose alzare il tiro, puntando sullo spettacolo piuttosto che sull’originalità del tono graffiante e sull’ironia che le interazioni tra i personaggi sapevano sprigionare.
Una forte presa emotiva
Scritto del cambiamento di rotta che Slow Horses subisce in questa quarta stagione, va però anche sottolineato come le ultime due puntate regalino al pubblico un pathos di indubbia presa emotiva. Il tono si fa maggiormente drammatico, così come gli eventi, ed ecco che allora lo spessore delle interpretazioni contribuisce e non poco ad elevare la qualità del prodotto. Oltre al solito, impeccabile Oldman, l’altro grande decano del cinema britannico Jonathan Pryce sfodera tutta la sua bravura nei panni di David Cartwright, nonno di River. Lo stesso vale per Saskia Reeves, ancora una volta efficace nel regalare voce e sguardo dolcissimo al lato umano degli Slow Horses. peccato invece che in questa quarta stagione Kristin Scott Thomas e Rosalind Eleazar posseggano ruoli delineati con minore spessore rispetto al passato.
Slow Horses 4 – uno sbandamento di tono
Rispetto alle precedenti tre stagioni, Slow Horses 4 si rivela maggiormente alterna, evidenziando uno sbandamento nel tono e nella messa in scena probabilmente dovuti alla volontà (che non significa necessità) di cambiare alcune delle coordinate principali della serie. Più spettacolo, maggior spazio e attenzione alle star, una ritmo del racconto che diventa quello del thriller d’azione. Il risultato è una netta e tutto sommato ingiustificata perdita d’ironia, di quel sapore lievemente rancido ma sempre gustoso che Jackson Lamb e gli altri amari personaggi lasciavano allo spettatore.
Ci si diverte meno nelle puntate di Spook Street, molto meno, anche se i due episodi finali come già scritto risollevano almeno a livello drammatico il risultato complessivo dell’intera stagione. Speriamo però che, in caso venga confermata una quinta, si torni – magari con l’aiuto delle pagine scritte da Mick Herron – ai toni e alle situazioni che meglio si confanno agli squinternati agenti della Slough House. Perché vedere questo gruppo di “sconfitti”, rancorosi e ciarlieri, che riescono ancora a trovare la forza interiore per fare quello che è giusto, infonde comunque a suo modo un minimo di speranza e fiducia nell’umanità. Se ci riescono questi sciocchi, scalcinati 007, forse possiamo in fin dei conti riuscirci anche noi…
Panoramica
Summary
Slow Horses 4 si rivela maggiormente alterna, evidenziando uno sbandamento nel tono e nella messa in scena probabilmente dovuti alla volontà (che non significa necessità) di cambiare alcune delle coordinate principali della serie.