Space Force: recensione della serie con Steve Carell

L'attore di The Office torna alla comedy, firmando la serie insieme a Greg Daniels e tornando al genere che per primo ne ha segnato il successo.

Space Force recensione serie netflix

Sembra fantascienza invece è comedy intelligente, leggermente venata di satira politica, che prende di mira, in maniera elegante e mai troppo diretta, la contemporaneità: Space Force è la nuova serie Netflix, disponibile in piattaforma a partire dal 29 maggio, per 10 divertenti episodi nati dalla collaborazione di Greg Daniels e Steve Carell.

 

Collaudati professionalmente grazie a The Office, in cui il primo scrive e il secondo interpreta, Daniels e Carell firmano insieme uno show che presenta immediatamente, nei primi minuti del pilota, la sua natura ibrida. A metà tra situation comedy a sfondo familiare e workplace comedy, Space Force vede l’attore nominato all’Oscar tornare al suo “primo amore”, la commedia seriale che proprio con The Office lo aveva fatto conoscere al mondo. Ma se Michael Scott è un personaggio bizzarro e sopra le righe in un contesto che ricerca la risata demenziale, il generale Mark R. Naird, protagonista della nuova serie Netflix, è un valoroso soldato, un uomo d’azione, integerrimo, volitivo, convinto di essere arrivato al grado più alto di soddisfazione professionale e pronto a godersi tutti i benefici di questa promozione.

La premessa di Space Force

La serie infatti si apre con la cerimonia di assegnazione a Naird della quarta stella, il massimo riconoscimento per un ufficiale della USA Air Force. A fronte di questa promozione, Naird si aspetta un cambiamento importante nella sua carriera, ma proprio durante la prima riunione con lo Stato Maggiore, gli viene assegnata una missione impensabile: guidare la Space Force, una nuova divisione delle forze armate degli Stati Uniti che porterà la nazione a dominare di nuovo lo spazio, la Luna e, in tempi brevi, anche Marte. Insomma, un’ispirazione dall’assurdità della vita reale che si pone come premessa esilarante alla serie di Daniels e Carell. Sicuramente le ambizioni trumpiane hanno ispirato il duo che, come ogni comico che si rispetti, non può che attingere dalla realtà per raccontarne le contraddizioni e riderci su.

La promozione di Naird alla Space Force cambia la sua vita. Lo ritroviamo un anno dopo a lavorare in una base segreta, che segreta poi non è, con la figlia che non si è affatto ambientate nella nuova scuola e la moglie in prigione, condannata a 40 anni di reclusione per un crimine che non ci è mai dato sapere, almeno non nella prima stagione. Da questo presupposto, che occupa i primi minuti del pilot, parte l’avventura di Naird, che si divide tra ufficio e casa, tra colleghi e famiglia, faticando a tenere tutto insieme ma tentando sempre di farlo con grande professionalità, una devozione incondizionata verso la moglie e un grande amore per la figlia.

Un esilarante John Malkovich

Nell’orbita di Naird ruotano diversi personaggi, tutti caratterizzati in maniera molto precisa dalla scrittura di Daniels che, accantonando i toni demenziali di The Office, punta di più su una comicità costruita su dialoghi e rapporti tra gli interlocutori. Questo presuppone anche una certa evoluzione dei personaggi, nell’arco della stagione, che denota la natura ibrida di Space Force. Eccellenti sono i dialoghi tra il protagonista e Adrian Mallory, scienziato civile a capo dell’area scientifica della Space Force, che ha lo stile di John Malkovich e a cui il grande attore regala il suo atteggiamento aristogratico, una certa ambiguità sessuale e un piglio assolutamente gustoso, perfettamente complementare alla rigidità di Carell/Naird.

Oltra a Mallory, altri personaggi importanti che si sviluppano man mano nel corso della serie sono il dottor Chan (Jimmy O. Yang), visto con diffidenza da Naird perché orientale; il capitano Angela Ali (Tawny Newsome), pilota di elicotteri che desidera diventare astronauta; Tony, il social media manager della Space Force (Ben Schwartz). Insieme a loro ci sono un’altra serie di personaggi, marginali, che non hanno una precisa origine o direzione, ma che vengono sparsi nel corso degli episodi ad aggiungere colore e movimento ad una trama che troppe volte procede a stento. Data la follia della premessa che però trova riscontro nel mondo reale, questo aspetto ondivago della storia e della struttura dei personaggi all’interno di essa non rappresenta per forza in demerito, quanto una semplice caratteristica di Space Force.

In un panorama seriale saturo di prodotti indirizzati principalmente ad un pubblico teen, Space Force è una commedia che, giocando con le diverse declinazioni del genere, consegna al pubblico in prodotto originale per il contesto e rassicurante per il linguaggio. E Carell che torna al piccolo schermo e alla comedy è una garanzia assoluta.

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Chiara Guida
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Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.
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