The Pitt, recensione della serie creata da R. Scott Gemmill

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A prescindere dallo spettacolo vibrante, dalla tensione altissima, dalla messa in scena precisa, quello che realmente rimane impresso alla fine delle quindici puntate di questo medical procedural drama è la sensazione che il mondo ti sia passato davanti in poche ore.

The Pitt racconta il mondo in poche ore

La forza primaria della serie creata e condotta da R. Scott Gemmill sta nel riuscire a raccontare i maggiori problemi del nostro presente inserendoli in questo microcosmo che si fa puntata dopo puntata universo compiuto. Ma The Pitt non punta il dito dall’alto, non adopera la retorica del pulito per dirci chi siamo e cosa non sta funzionando nel nostro presente. Al contrario racconta i problemi e le contraddizioni che oggi viviamo dal punto di vista dell’uomo comune, facendole vivere sulla pelle del medico che lavora nel pronto soccorso, dell’infermiera che deve accudire ogni tipo di paziente, del paziente stesso che nel momento del bisogno espone i suoi lati più fragili oppure oscuri. Insomma, quello di The Pitt è un universo circoscritto che riesce a farsi metafora completa e verissima del nostro presente, mostrandolo in tutta la sua umanità lacerata.

The Pitt
The Pitt – Cortesia Sky

Un normale giorno dentro l’ER di un ospedale di Pittsburgh, dove ogni giorno non può mai essere normale. Lo sa bene il responsabile del reparto Michael “Robby” Robinavitch (Noah Wyle), il quale si reca a lavoro nonostante sia l’anniversario della morte del suo amico e mentore, il quale non è sopravvissuto alla pandemia ed è deceduto proprio in una delle stanze del reparto. Un ricordo doloroso, che ancora perseguita la mente di Robby. Ma altro non si può fare che andare avanti, tentare di salvare altre vite, aiutando il nuovo gruppo di interni al loro primo giorno nel reparto a gestire una pressione fisica, emotiva e psicologica che lui stesso non sempre riesce a sopportare…

Una visione da binge

Provate a vederlo in binge-watching The Pitt. Non soltanto perché la struttura narrativa lo vorrebbe, in quanto ogni episodio mette in scena un’ora della vita (della morte) che scorre nel reparto. Dovreste farlo soprattutto perché le ultime cinque, sei puntate rappresentano un crescendo che raramente si è visto (esperito, “vissuto”) con tale potenza da molto tempo a questa parte in uno show televisivo.

Per quanto riguarda il cast, tutto ovviamente gira intorno a Noah Wyle, che offre una prestazione talmente sfaccettata e allo stesso tempo carismatica da commuovere. Bisogna dire che l’attore è supportato da un personaggio scritto magnificamente, il quale sa quando parlare ma soprattutto quando tacere. Un uomo che tenta di insegnare agli altri quello che lui stesso in fondo non riesce a far proprio; vuole nascondere il suo trauma quando invita i giovani colleghi ad aprirsi di fronte al dolore che il lavoro nonostante tutto causa; non riesce a trattenere le lacrime ma non molla un paziente, anche quando magari lo meriterebbero.

Un eroe del nostro tempo

Insomma Robinavitch è un vero eroe proprio perché umanissimo, perfettibile e tutt’altro che infallibile. E per questo rappresenta al meglio chi siamo oggi, cosa possiamo essere al netto dei nostri limiti. Accanto a Wyle un cast che nella sua quasi totale interezza si affaccia a un produzione di rilievo, e che merita di essere accomunato in un solenne applauso. Certo, qualche storia poteva essere chiusa in maniera leggermente meno convenzionale, ma questo nulla toglie al risultato finale.

The Pitt
The Pitt – Cortesia Sky

Scritto, diretto e interpretato con una lucidità e una coerenza di intenti da fare invidia alla stragrande maggioranza dei prodotti seriali contemporanei, The Pitt è senza mezzi termini una delle serie da non perdere nel 2025. Un tour de force psicologico e soprattutto emotivo architettato per arrivare al cuore dello spettatore senza adoperare alcuna scorciatoia. Lo show che vede creator R. Scott Gemmill vuole intrattenere riflettendo con pienezza e verità sul nostro presente, sui suoi dilemmi, i suoi dibattiti, le sue battaglie ideologiche e purtroppo anche i suoi orrori. The Pitt lo fa senza sotterfugi, senza addolcire la pillola ma senza neppure renderla inutilmente sensazionalistica con momenti troppo crudi. Insomma, una serie che possiede un equilibrio interno di fattura elevatissima. Inutile consigliarla: va vista e basta.

The Pitt
4.5

Sommario

Scritto, diretto e interpretato con una lucidità e una coerenza di intenti da fare invidia alla stragrande maggioranza dei prodotti seriali contemporanei.

Adriano Ercolani
Adriano Ercolani
Nato a Roma nel 1973, è laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza. Dopo gli esordi nella produzione audiovisiva, dal 2006 lavora a Coming Soon Television sviluppando competenze anche nel giornalismo televisivo. Dal 2011 vive a New York come corrispondente di cinema per Comingsoon.it e Cinefilos.it ed è membro dei Critics Choice Awards.

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