Wolf Pack: la recensione dei primi due episodi della serie con Sarah Michelle Gellar

Dal 23 febbraio su Paramount+, la serie riporta la figura del lupo mannaro e l'attrice Sarah Michelle Gellar sul piccolo schermo, un'accoppiata elettrizzante in un prodotto però non particolarmente entusiasmante.

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Sembra essere un periodo particolarmente propizio per i lupi mannari, protagonisti di più progetti tra cinema e televisione in opere come Viking Wolf, Licantropus e il film d’imminente uscita Teen Wolf: Il film. Quest’ultimo, in particolare, è il sequel cinematografico dell’omonima e popolare serie ideata da Jeff Davis, il quale è ora pronto a guidare anche un nuovo progetto lupesco. Si tratta di Wolf Pack, serie in 8 episodi disponibile sulla piattaforma Paramount+ a partire dal 23 febbraio e che vanta tra gli attori coinvolti la celebre Sarah Michelle Gellar, ex cacciatrice di vampiri in Buffy l’ammazzavampiri.

 

Il racconto, tratto dall’omonimo libro del 2004 di Edo van Belkom, segue Everett Blake, due adolescenti le cui vite cambiano per sempre quando un incendio in California risveglia una terrificante creatura soprannaturale: un lupo mannaro. Morsi da questo, i due iniziano ben presto a sperimentare drastici cambiamenti nel corpo e nella mente e venendo per ciò avvicinati dai gemelli Luna e Harlan, i quali sembrano condividere il loro stesso segreto. Mentre la detective Kristin Ramsey indaga per capire cosa stia seminando morte e terrore, i quattro ragazzi scopriranno di essere ormai legati molto più di quanto immaginano alla mostruosa creatura.

Wolf Pack, una serie che ringhia ma non azzanna

Teen Wolf è stata una delle più popolari serie teen drama con elementi horror degli ultimi anni. Wolf Pack, che condivide con questa l’ideatore, presenta le medesime caratteristiche: adolescenti bellocci seguiti nella quotidianità delle loro esistenze, tra rapporti sentimentali, conflitti con i genitori e, come in questo caso, lo scontro con elementi soprannaturali. C’è dunque una prima barriera all’ingresso con questa nuova serie a tema lupi mannari, ovvero il fatto che sia pensata per un preciso pubblico, giovane d’età o fortemente appassionato del genere, nonché disposto a sospendere molto a lungo la propria incredulità.

Wolf Pack, infatti, va vista con la consapevolezza di non dover né poter pretendere una scrittura approfondita dei personaggi, una storia solida e raccontata senza superflue digressioni o una particolare realisticità di certe situazioni al di fuori dell’ambito soprannaturale. Il livello di scrittura è dunque molto basso, evidentemente concentrato più sul fornire colpi di scena che non sul pianificare attentamente ogni situazione. Ci si trova pertanto dinanzi ad un prodotto che sembra arrivare direttamente dai primi anni Duemila e la natura posticcia della CGI sembra ribadire ulteriormente tale concetto, rendendo davvero difficile prendere sul serio questa serie.

Un ulteriore e non indifferente scoglio è rappresentato dalle interpretazioni dei quattro protagonisti. Non che quelle dei comprimari siano più convincenti, ma in quanto personaggi principali le loro contano ovviamente di più. I giovani Armani Jackson, Bella Shepard, Chloe Rose Robertson e Tyler Lawrence Gray, rispettivamente nel ruolo di Everett, Blake, Luna e Harlan non riescono infatti ad apportare carisma ai loro personaggi, finendo con il risultare più belli da vedere che non memorabili in senso psicologico. Cosa che può anche essere comprensibile nell’economia del teen drama, ma che di certo non aiuta poi molto la serie.

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L’emozionante ritorno di Sarah Michelle Gellar

Quanto mostrato nei primi due episodi, sui quali si basa questa recensione, non offre dunque nulla di nuovo né grandi aspettative verso quanto ancora deve essere svelato. Eppure, non tutto è da buttare. Jason Ensler e Joseph G. Genier, registi rispettivamente del primo e del secondo episodio, sanno di tanto in tanto sorprendere con qualche idea intrigante, che sia un particolare movimento della macchina da presa o un punto di vista insolito sulla scena, con cui conferire all’episodio un certo look cinematografico. Un look da B-Movie, probabilmente, ma non per forza da intendere in senso negativo.

Di certo c’è che ad aver destato molta curiosità nei confronti di Wolf Pack è la presenza di Sarah Michelle Gellar. Tornata a recitare dopo un semi ritiro dalle scene, l’attrice non ha qui un’entrata in scena particolarmente clamorosa, ma la sua comparsa difficilmente non susciterà un brivido in chi è cresciuto guardandola combattere contro le forze del male in Buffy l’ammazzavampiri. La sua presenza in questi primi due episodi è in realtà piuttosto breve, ma il suo sembra essere più di altri un personaggio dotato di fascino e mistero, su cui potrebbe costruirsi la fortuna della serie.

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RASSEGNA PANORAMICA
Gianmaria Cataldo
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Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.
wolf-pack-recensione-serie-sarah-michelle-gellarWolf Pack è un puro teen drama con elementi soprannaturali, che non cerca di dotarsi di una scrittura forte né di personaggi coinvolgenti, puntando piuttosto sul colpo di scena facile, il quale però è un effetto che lasca il tempo che trova. Ben presto tornano dunque evidenti i tanti problemi che limitano il potenziale della serie. La presenza di Sarah Michelle Gellar, sebbene tutt'altro che protagonista, e alcune idee di regia permettono tuttavia alla serie di dotarsi di un certo fascino che gli amanti del genere potrebbero apprezzare.