1997 Fuga da New York film

Autore di celebri film come Halloween, La cosa e Grosso guaio a Chinatown, John Carpenter ha negli anni portato al cinema storie che prendono vita a partire da incubi molto più reali di quello che sembra. Molte delle sue opere sono infatti riletture metaforiche di drammatiche o pericolose situazioni sociali, affrontate qui attraverso l’occhio critico della cinepresa. L’esempio ancora oggi più brillante rimane quello di 1997: Fuga da New York, lungometraggio del 1981 dove, all’interno di una cornice da thriller distopico, si raccoglie una profonda riflessione sulle derive della società e dell’umanità.

 

La pellicola, scritta dallo stesso Carpenter insieme a Nick Castle, utilizza infatti un genere apparentemente tendente alla fantascienza per raccontare invece un contesto a suo modo già presente e diffuso a livello globale. Acclamato sin dalla sua uscita, 1997: Fuga da New York è ancora oggi, a distanza di anni, uno dei film più importanti e lucidi sull’argomento. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile approfondire ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ad una sua analisi del film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

1997: la trama e il cast del film

Il film si svolge nel 1997, dove l’isola di Manhattan è ora una prigione di massima sicurezza. All’interno di questa si trovano rinchiusi e abbandonati i numerosi criminali che hanno in quegli anni preso il sopravvento negli Stati Uniti. L’attenzione torna a focalizzarsi su questo inferno in terra nel momento in cui l’aereo presidenziale viene dirottato e fatto precipitare all’interno della prigione. Il presidente diventa un ostaggio e la situazione è quanto mai disperata. Per cercare di risolverla, il commissario di polizia Bob Hauk ingaggia l’ex eroe di guerra e ora criminale Jena Plissken per recuperare il presidente. Se ci riuscirà nell’arco di 24 ore, egli vedrà la propria fedina penale pulita, evitando così di finire a sua volta in quel luogo di violenza e morte.

Ad interpretare Jena Plissken, personaggio oggi iconico, vi è l’attore Kurt Russell. Oggi egli indica 1997: Fuga da New York come il suo film preferito tra quelli interpretati. Egli rimase così affascinato dal personaggio di Jena da contribuire attivamente alla sua costruzione, suggerendo anche elementi come la celebre benda sull’occhio. Il presidente degli Stati Uniti ha invece il volto di Donald Pleasence. In quanto britannico, egli dovette impegnarsi per nascondere il proprio accento, al fine di poter sembrare un credibile americano. Il commissario Hauk è interpretato dal celebre Lee Van Cleef, qui in uno dei suoi ultimi ruoli. Nel film sono poi presenti gli attori Isaac Hayes nei panni del criminale Il Duca e Harry Dean Stanton in quelli di Harold “Mente” Helman.

1997: Fuga da New York, la spiegazione del film

La struttura spaziale del film

Il racconto del film si muove a partire da una ben precisa struttura spaziale. Questa si divide nel mondo esterno e in quello interno al carcere che è ora New York. Questo contrasto è tipico delle narrazioni distopiche, dove una delle caratteristiche è appunto la funzionalizzazione dello spazio e della società. Anche in questo caso l’idea di segregazione e confinamento deriva dall’immaginario distopico precedente. L’intento di Carpenter era proprio quello di dar vita a due distinte atmosfere all’interno del film. Se il mondo esterno ha ancora una parvenza di civilizzazione, identificata nel massiccio uso di tecnologia, al contrario il carcere di New York è un luogo senza legge, dove i presenti sono regrediti allo stato brado, indossano pellicce e commettono atti di cannibalismo.

Tale rielaborazione dello spazio è un elemento generatosi in seguito alla presa di coscienza americana della fine della frontiera. Emiliano Ilardi nel suo saggio La frontiera contro la metropoli. Spazi, media e politica nell’immaginario americano illustra come nell’immaginario statunitense il raggiungimento della frontiera, oltre cui non è possibile andare, è il motivo per cui si iniziano a considerare nuove dimensioni spaziali. In questo senso la catastrofe presente nel fil assume la funzione di generatrice di nuovo spazio, derivato dalla distruzione di preesistenti realtà. Una simile rappresentazione della società diventa dunque un chiaro atto critico nei confronti di questa e delle sue degenerazioni.

1997 Fuga da New York spiegazione

La critica all’umanità

La soluzione drastica a cui si arriva nel film, quella di far diventare un’intera città (ma non una città qualunque, bensì New York, di per sé metafora, città globale, entrata nell’immaginario collettivo come luogo di speranza e possibilità, come capitale della multiculturalità e del sogno americano) una prigione di massima sicurezza, è indice di una società e di un governo incapace, nonostante la disponibilità di mezzi, di contrastare gravi problemi sociali, come appunto quello della criminalità. Il nichilismo e il cinismo sembrano aver soggiogato l’umanità, facendole perdere proprio il valore del rispetto per l’esistenza umana.

Tutto ciò ci appare chiaro al termine del film. Qui si svela l’ipocrisia di coloro che dovrebbero essere i garanti della giustizia, e che invece dimostrano di essere allo stesso livello dei cosiddetti “criminali”. La figura stessa del presidente degli Stati Uniti è a tal proposito decisamente emblematica e metaforica. Egli è la persona-oggetto da salvare, in quanto in lui si presuppone siano incarnati i valori di giustizia e rispetto della legge, salvo rivelare alla fine una natura ben poco connaturata con tali valori, che sembrano proprio non appartenergli. Il finale svela così il labile confine tra questi due mondi che, anche se esteticamente diversi, sembrano essere popolati entrambi da soggetti esseri ipocriti e privi di scrupoli.

Gli Stati Uniti di quel periodo si caratterizzavano inoltre per un sentimento di forte cinismo, anche a causa dello scandalo Watergate. Carpenter si fa dunque interprete della diffusa sfiducia che si avvertiva nei confronti delle autorità, al punto di servirsene per comporre l’atmosfera dominante del suo film. Tramite questo, il regista sembra dunque voler mostrare come sia in corso un sempre più pericoloso disinteresse nei confronti della vita umana. La stessa collocazione temporale del film, l’anno 1997, è frutto di una volontà ben precisa. Il regista non sceglie un’ambientazione proiettata in un lontano futuro, ma la fissa di soli 16 anni avanti all’anno di realizzazione del film, sottolineando ulteriormente come la piega presa dalla specie umana possa portare a realtà distopiche nel giro di breve tempo.

1997: Fuga da New York, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. 1997: Fuga da New York è infatti disponibile nel catalogo di Chili. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 4 giugno alle ore 21:00 sul canale Iris.

https://www.youtube.com/watch?v=5QlxGTUQznw

Fonte: IMDb

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