L’espressione bonaria e accattivante dietro la quale maschera spesso, nei film che interpreta, malinconie e disagi inflitti dal cinismo della Vita stessa, che mette alla prova gli everymen: sembra essere questa la maschera “tragicomica” che meglio si adatta al volto dell’attore Edoardo Leo, erede di una lunga tradizione romana di eccellenze nella commedia, incarnazione di alcuni ruoli iconici della cinematografia italiana più recente, come il ricercatore precario alla disperata ricerca di un lavoro che si reinventa spacciatore (Smetto Quando Voglio, 2014) oppure il tassista disilluso e rude che porta scompiglio – con le sue amanti e i suoi segreti – nella cena tra amici di Perfetti Sconosciuti, premiato con il David di Donatello 2016 come Miglior Film dell’Anno.
Edoardo Leo, romano, classe 1972
Leo, classe 1972, nasce a Roma nel 1972; a differenza di altri attori del panorama nostrano, non matura un percorso d’eccellenza canonico, diviso tra prestigiose scuole, centri sperimentali ed accademie: racconta divertito – a metà strada tra la gustosa aneddotica e la “rievocazione storica” dei primi tempi – di non essere stato ammesso né all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio D’Amico né al Centro Sperimentale; pur di iniziare a lavorare, non gli restava altro da fare che “taroccare” il proprio curriculum vitae, inventando cortometraggi mai girati (e dai titoli fantasiosi: La Doppia Vita di Ugo, Il Profumo dei Ricordi) e corsi di recitazione mai seguiti presso prestigiose scuole. Si laurea in Lettere e Filosofia nel 1999 e per un po’ insegue il sogno di diventare insegnante; ma il richiamo della sirena ammaliatrice della recitazione è più forte, così inizia a partecipare – in ruoli secondari – ad alcune miniserie e serie tv per Rai e Mediaset, come Ma il Portiere non c’è Mai? (2002), Ho Sposato un Calciatore (2005), Il Maresciallo Rocca (1998), Don Matteo 3 (2001), Il Bello delle Donne (2002), Un Medico in Famiglia 3 e 4 (2003 – 2004), Operazione Odissea (1999), Blindati (2001) quest’ultime entrambe dirette da Claudio Fragasso che lo fa esordire al cinema, nel 2001, nel suo primo ruolo da protagonista nel film La Banda.
Con l’avvento del nuovo millennio, riesce a collezionare in modo parallelo sempre più ruoli di rilievo tra la televisione e il cinema, come per esempio nel film del 2004 Dentro la Città (di Andrea Costantini), nella serie tv diretta da Stefano Sollima Romanzo Criminale (2008) affiancando anche colleghi dal successo già conclamato come Pierfrancesco Favino (Liberi di Giocare, Francesco Miccichè, 2007) e Gigi Proietti (Il Signore della Truffa, Luis Prieto, 2010), almeno prima di compiere il proprio, dirompente, debutto sotto lo sguardo indiscreto dell’attenzione nazional popolare.
Risale proprio al 2010 il suo debutto dietro la macchina da presa come regista, sceneggiatore ed interprete del film Diciotto Anni Dopo: il film diventa subito un piccolo caso, che gli fa fruttare una nomination ai David di Donatello per il Miglior Regista Esordiente e ai Nastri d’Argento (sempre nella medesima categoria); solo nell’arco dello stesso anno riceve numerosi premi nazionali ed internazionali come il Prix du public al Festival di Annecy, il festival del Mediterraneo a Montpellier, il festival di St. Louis, il premio della critica e Miglior Attore a Maremetraggio festival di Trieste, il MagnaGrecia film festival, il premio città di Firenze assegnato per aver vinto i 4 festival del circuito N.I.C.E. (Seattle, San Francisco, Mosca e San Pietroburgo). L’anno successivo la sceneggiature del film vince il premio AGE per la miglior sceneggiatura, lanciando definitivamente – in tal modo – la sua carriera: seguono la commedia Nessuno Mi Può Giudicare (dove affianca Paola Cortellesi, Raoul Bova, Rocco Papaleo e Anna Foglietta, tutti diretti da Massimiliano Bruno) e la commedia americana del cineasta Woody Allen To Rome With Love (2012). Nel 2012 torna ad essere diretto da Bruno in Viva l’Italia e poi da Claudio Amendola nella commedia sportiva tutta curling e risate La Mossa del Pinguino (basata su una sceneggiatura dello stesso Leo); nel frattempo, riesce anche a realizzare un altro film sempre ricoprendo tre ruoli (regista – sceneggiatore – attore): Buongiorno Papà (2013), accanto a Raoul Bova e Marco Giallini è un nuovo successo, che segue – e precede, allo stesso tempo – il successo teatrale datato 2012 della pièce teatrale di Massimiliano Bruno Ti Ricordi di Me? (a fianco ad Ambra Angiolini) che registra il tutto esaurito nei teatri italiani prima di venire adattata per il cinema – sempre con lo stesso titolo – nel 2014.
Nella carriera di
Edoardo Leo forse il vero anno della svolta è il
2014: è solo grazie alla sua partecipazione al film cult
di Sydney Sibilia Smetto Quando Voglio
che diventa famoso in tutta Italia nei panni del ricercatore
precario Pietro Zinni, in balia di una disperata rassegnazione ai
colpi mancini inflitti dalla vita, che decide – insieme ad un
nutrito gruppo di amici “precari” a loro volta – di provare a
sintetizzare una nuova droga con una molecola non ancora catalogata
dal Ministero della Salute come stupefacente. Il personaggio di
Zinni gli apre le porte per una serie di personaggi successivi
accomunati da un fil rouge: il cinismo, la sottile e
raffinata arte d’arrangiarsi, la fantasia e la tenacia che li
spingono ad andare avanti nella vita, cercando sempre un nuovo
punto di vista per osservare il bicchiere mezzo pieno.
Noi e la Giulia (2015), il recente
Che Vuoi che Sia (entrambi da lui sempre
scritto, diretto ed interpretato) e Loro
Chi? (2015, per la regia di Francesco
Miccichè e Fabio Bonifacci dove ritrova Giallini come
partner dopo Buongiorno Papà e la
commedia corale Tutta Colpa di Freud)
sono il “manifesto” di questa poetica dell’antieroe comune, un
everyman qualunque che si ritrova costretto a doversi
reinventare per sopravvivere. Nel suo percorso, non può mancare il
successo – di pubblico e critica – nazionale ed internazionale
della commedia di Paolo Genovese Perfetti
Sconosciuti (2016): nel film Leo interpreta il
tassista Cosimo, fedifrago, cinico, truffaldino e rozzo, la
quintessenza di una maschera tipica della commedia all’italiana –
e, soprattutto, della “scuola romana” – che spinge fino alle
estreme conseguenze la capacità di Leo di trasformare un uomo
qualunque in un eroe/ anti – eroe del quotidiano.