Un uomo accusato ingiustamente e in fuga. Una bella donna bionda con dei segreti. Un’avventura ricca di suspense che fa incontrare i due in un modo che sfugge per un pelo alla commissione di censura dell’America degli anni Cinquanta. Sono questi gli ingredienti dei film di Alfred Hitchcock, compreso Intrigo internazionale. Poco dopo l’uscita di film psicologicamente più intensi come Il ladro del 1956 e Vertigo del 1958, Hitchcock desiderava qualcosa di più leggero. Mentre collaborava con lo scrittore Ernest Lehman a un altro progetto, i due capirono che avrebbero potuto creare “il film di Hitchcock per porre fine a tutti i film di Hitchcock”.
Nacque così, nel 1959, Intrigo internazionale. Hitchcock e Lehman studiarono prima di ogni altra cosa le possibili ambientazioni: uno scontro a un’asta d’arte, un inseguimento attraverso il Monte Rushmore e il famoso attacco dell’aeroplano. La trama c’è, piena di doppi giochi e identità segrete, ma è così contorta che forse preferirete rilassarvi e godervi il fascino del suo ignaro protagonista, che si trova in una situazione molto più grande di lui. In questo articolo, cerchiamo però di riepilogare quanto avviene e di offrire una spiegazione del finale del film.
La trama di Intrigo internazionale
Roger Thornhill (Cary Grant) è un semplice dirigente pubblicitario che si inserisce nella folla di Madison Avenue. È anche sospettato di essere un agente segreto e questo caso di scambio di identità lo porta a essere preso di mira da una spia nemica. Si tratta di un uomo di nome Phillip Vandamm. Questi cerca prima di tutto di uccidere Thornhill in un incidente di guida in stato di ebbrezza, che porta al suo arresto. Il suo tentativo di discolparsi lo fa poi apparire come un assassino all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Durante la fuga, Thornhill cerca George Kaplan, la spia che è accusato di essere.
Finisce in treno a Chicago, dove incontra una giovane donna bionda di nome Eve Kendall (Eva Marie Saint). L’attrazione è immediata, ma c’è una complicazione: Kendall lavora per Vandamm. La donna fa così in modo che Thornhill incontri “Kaplan” a una fermata dell’autobus nel bel mezzo del nulla. La scena si svolge in un silenzio quasi totale: il pubblico sente solo i rumori delle auto e il rumore lontano di un aeroplano. Thornhill non sa di essere stato incastrato per un assassinio con aereo.
In una delle scene più ricche di suspense e memorabili della filmografia di Hitchcock, cerca di evitarlo tuffandosi dalla strada al fosso. Non importa che sia irrealistico o assurdo. Per Hitchcock, l’assurdità era il punto: in quale altro modo si può far sentire nuova e genuinamente eccitante la scena di un personaggio che evita un omicidio? Come disse a Francois Truffaut nel libro-intervista “Hitchcock/Truffaut”, “pratico l’assurdità in modo abbastanza religioso!”.
La spiegazione del finale del film
Thornhill torna a quel punto da Kendall per affrontarla sulla trappola che le ha teso. Decide però di seguirla per trovare Vandamm in una casa d’aste e finisce sotto la custodia del governo, dove scopre la verità: non esiste nessun George Kaplan e, di conseguenza, la spia con cui è stato confuso non esiste. La spia è invece proprio Kendall, che finge di essere dalla parte di Vandamm. Thornhill assume quindi il ruolo di Kaplan per garantire la sconfitta di Vandamm. Le varie fazioni si scontrano infine sul Monte Rushmore, dove Thornhill negozia il rilascio di Kendall.
La donna, però, gli spara a salve nel bel mezzo di una caffetteria, convincendo Vandamm di averlo ucciso ma portando avanti la loro storia d’amore. Quando il sotterfugio di Kendall viene scoperto dagli uomini di Vandamm, Thornhill si intrufola nella sua villa per salvarla. L’acquisto di Vandamm alla casa d’aste si rivela poi contenere microfilm con segreti governativi, con i quali intende lasciare il paese in aereo quella notte, dove farà scendere direttamente Kendall. Naturalmente c’è un lieto fine: Vandamm viene arrestato dall’agente governativo che si occupava di Thornhill.
Ma la suspense del momento culminante, ambientato in cima al Monte Rushmore, deriva dal dubbio se Kendall sopravviverà o precipiterà nel vuoto. Come Hitchcock disse in seguito a Peter Bogdanovich, Intrigo internazionale era una “fantasia”, libera dalle esigenze della logica e di una trama rigorosa. Si tratta di uno dei film più liberi di Hitchcock, in linea con i precedenti classici incentrati sul viaggio come Il prigioniero di Amsterdam e Sabotatori, che culmina anche con un duello in cima a un monumento americano.
All’inizio del film, Thornhill fa eco all’intenzione di Hitchcock e Lehman dicendo alla sua segretaria che “nel mondo della pubblicità non esiste la menzogna, esiste solo l’esagerazione opportuna”. Alla fine, è la relazione tra Cary Grant ed Eva Marie Saint che porta il film alla sua notevole e soddisfacente conclusione. Thornhill salva la Kendall dalla sua caduta in tempo utile. Proprio come Thornhill e Eve Kendall si sono incontrati su un treno, anche loro finiscono su un treno, appena promessi sposi. Mentre si abbracciano, Hitchcock taglia su un’allusione sfacciata: il treno che entra in un tunnel ad alta velocità.