Road to Oscar 2013: ecco i nominati per la migliore sceneggiatura

Due forme d’arte della scrittura: la capacità di ridurre (o di approfondire) per il grande schermo una storia che è stata romanzo, e che quindi ha già avuto un suo pubblico, il più grande giudice, e la capacità di inventare una storia per lo schermo, che tenga per due ore o più il pubblico in sala.

 

I film nominati agli Oscar nelle due sottocategorie nelle quali si divide la macro categoria Sceneggiatura, racchiudono questi grandi talenti. La predominanza è ovviamente di penne americane o inglesi, tranne per la candidatura di Amour di Michael Haneke tra le sceneggiature originali, buttata nell’agone a sfidare il colosso di Quentin Tarantino, Django Unchained.

Nella sezione di sceneggiature non originali, adattamenti di romanzi o libri o addirittura semplici articoli di giornale, è una sfida a tre tra biografie, storie di fantasia e una sola commedia. Il primo, probabilmente favorito se non vincerà altri premi più importanti è la sorpresa Argo, regia di Ben Affleck, adattato per lo schermo da Chris Terrio dall’articolo scritto da Tony Mendez su come riuscì, negli anni ’70 a liberare sei diplomatici americani rifugiati presso l’ambasciatore canadese durante la crisi degli ostaggi in l’Iran, usando l’artificio con cui gli americani ipnotizzano da secoli il mondo intero: il cinema. Il premio dovrebbe andare più alla persona di Mendez che a chi ha adattato la storia, ma anche riuscire a mettere sullo schermo una fuga degna di Logan non è roba da poco.

Segue tra i maggiori accreditati alla vittoria Lincoln, l’adattamento della biografia del presidente USA redatta da Doris Kearnes Goodwin realizzata da Tony Kushner. Il film è candidato praticamente in ogni categoria, e non poteva mancare la riduzione per lo schermo dei concitati ultimi mesi di vita del presidente che ha cambiato il volto e forse il pensiero degli Stati Uniti.

Favorito, e anche guardato con interesse, è la storia portata allo schermo da Lucy Alibar e Benh Zeitlin, (anche regista) di Re della Terra Selvaggia (Beasts of the southern wild), la vera sorpresa delle nomination, di prossima uscita nelle nostre sale, adattato proprio dallo spettacolo teatrale della stessa Alibar che narra una storia reale a metà strada con la favola e con qualche accenno al disastro dell’uragano Kathrina con protagonista una bambina, anche lei outsider di queste nomination.

Gli altri candidati ma chissà con quali chance di accaparrarsi il premio sono Il Lato Positivo – Silver Lining Playbook, una commedia romantica con Bradley Cooper che grazie ai Golden Globes e le candidature ai più importanti premi cinematografici del mondo è riuscito a risalire la classifica del box office che fino a quel momento non lo aveva affatto premiato. La candidatura sembra più che altro omaggiare lo sceneggiatore, David O. Russel, assolutamente riconosciuto per altri lavori diversi per originalità e spessore come I  Huckabeese l’intenso The fighter, candidato due anni fa. Last but not least, Vita di Pi, adattato per lo schermo dal romanzo bestseller omonimo di Yann Martel, portato sullo schermo da Ang Lee e da David Magee la cui ultima apparizione tra i nominati agli Oscar fu per Neverland – un sogno per la vita, il biopic su Matthew Barry con Johnny Depp.

Per la sezione relativa alle sceneggiature originali, come abbiamo già anticipato, a contendersi la statuetta ci sarà il genio esplosivo di Tarantino e la sua originalità nello scrivere Django Unchained, districandosi bene tra generi, citazioni e schiavitù. L’altro titolo degno di nota è appunto Amour scritto dallo stesso Haneke, che già convinse a suo tempo per l’opera la giuria del festival di Cannes dello scorso anno, che ne decretò la vittoria. Anche in questa sezione c’è un possibile outsider: Flight, la storia di un tormentato e tossico pilota che diventa eroe, a quanto  pare la storia riesce a tenere agganciati gli spettatori tanto da averlo fatto definire da alcuni giornali d’oltreoceano il miglior thriller di quest’anno. Non poteva sfuggire alle nomination, nonostante le polemiche, anche il film sulla cattura del nemico pubblico n°1 Osama Bin Laden descritta anche con occhio un po’ accusatorio in Zero Dark Thirty  di Kathryn Bigelow. Come accadeva per The hurt locker, anche questo film è stato scritto dal suo collaboratore, nonché compagno, Mark Boal.

Ultimo e dovuto spazio dato al cinema indipendente è rappresentato dalla candidatura di Moonrise Kingdom, scritto dallo stesso regista Wes Anderson insieme all’inseparabile Roman Coppola, colorata e tenera storia di una fuga d’amore durante una tempesta. Vedremo durante la serata chi avrà la meglio: il cinema altisonante o quello sussurrato? i film che sono già un cult, o quello per cinefili cronici? Il 24 febbraio sapremo.

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