Room: 10 cose che non sai sul film

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Room è dei film degli ultimi anni che ha affascinato il pubblico per la sua storia e per le interpretazioni strabilianti di Brie Larson e del piccolo Jacob Tremblay. Performance cariche di emozioni e dotate di intensità uniche.

 

Questo è un film che andrebbe visto almeno una volta nella vita per motivi diversi. Dalla delicatezza dei vari temi afforntati alle difficoltà delle riprese e delle loro qualità.

Ecco, dunque, dieci cose da sapere su Room.

Room film

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1. È stato girato cronologicamente. Per far sì che Jacob Tremblay riuscisse ad esibirsi mentre il suo personaggio evolveva passo passo, si è preferito girare Room con sequenze in maniera cronologica. Ciò ha reso più semplice al giovane attore capire cosa stesse succedendo e come potersi esprimere.

2. Il primo mese di riprese è stato complicato. In questo periodo di tempo, girare il film ha richiesto una certa dose di creatività, dato che il regista del film e la sua crew lavoravano in un set dalle dimensioni di 11 x 11. Ciò ha significato lavorare entro i confini dello spazio limitato, rimanendo in tema con la claustrofobia e le pareti non sono mai state rimosse per facilitare le riprese.

3. Sono stati coinvolti i genitori di Tremblay. Affinché tra Brie Larson e il piccolo Jacob si instaurasse un legame intenso, i genitori dell’attore hanno deciso di invitare la Larson a casa loro prima delle riprese di Room. In questi momenti i due hanno avuto l’occasione di conoscersi bene, giocando ad uno dei giocattoli preferiti di Jacob, i LEGO (con cui gioca anche nel film).

Room streaming

4. Il film è disponibile in streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere Room, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse piattaforme di streaming digitale e legale, come Infinity, Rakuten Tv, Chili, Google Play, Netflix e iTunes.

Room finale

5. Il ritorno nella stanza per riprendere la propria vita. Nella scena finale di Room, è possibile notare come i due protagonisti ritornino alla stanza-bunker che li aveva tenuti segregati per molti anni. Proprio in questo frangente, il bimbo avrà modo di rivedere uno a uno gli oggetti che gli hanno fatto compagnia, compresa la sua unica finestra sul mondo, il lucernaio. Questa rivisitazione non sarà altro che il modo di dire addio al passato e di riprendere in mano la propria vita.

6. Rivedere il bunker aiuta a ristabilire gli spazi. Sebbene la sopravvivenza nel bunker sia stata una prigionia atroce, i due protagonisti hanno necessità di tornare anche per poter riprendere in mano i propri spazi, per prendere confidenza con il mondo esterno in cui ora possono vivere e che, un tempo, era l’insolito, riuscendo a prendere consapevolezza di loro stessi per poter andare oltre.

Room storia vera

7. Il film non si basa su una storia vera, ma su un libro. Come ha più volte dichiarato Emma Donoghue, l’autrice della sceneggiatura del film e anche scrittrice del libro su cui il film si basa, Stanza, letto, armadio, specchio (2010), non ci sono riferimenti su fatti realmente accaduti.

8. Ci sono eventi simili ad avvenimenti reali. Sebbene il film non si basi su una storia realmente accaduta, vi sono delle somiglianze con il caso di Amanda Berry, una delle tre giovani detenute per oltre un decennio da Ariel Castro. La ragazza fu rapita a Cleveland e violentata dal suo rapitore: dalle violente nacque un figlio. Dopo aver passato anni chiusi in una stanza, la giovane era riuscita a fuggire. Un’altra storia vera alla quale il libro, come la sceneggiatura, si avvicina molto, è quella di Elisabeth Fritzl, una donna austriaca rinchiusa in un bunker dal padre, rimanendo prigioniera per 24 anni e partorendo, a seguito di numerose violenze, ben 7 figli.

Room cast

9. Brie Larson si è chiusa in casa un mese. Per poter capire cosa stavano passando Ma e Jack, Brie Larson ha deciso di isolarsi per un mese nella sua casa, senza utilizzo del telefono o di Internet e seguendo una dieta rigorosaa. Considerandosi una persona introversa, l’attrice pensava che chiudersi in casa potesse essere per lei quasi una vacanza, salvo ricredersi. Nelle ultime settimane, infatti, era diventata molto depressa e piangeva tutto il giorno.

10. Jacob Tremblay non riusciva a gridare in faccia a Brie Larson. Il giovane Jason Tremblay, che aveva già avuto qualche esperienza attoriale, durante le riprese non riusciva a urlare a Brie Larson nella scena in cui era arrabbiato per la sua torta di compleanno senza candeline. Alla fine, il regista Lenny Abrahamson ha fatto in modo che l’intero cast e la troupe inziassero a saltare su e giù, urlando a più non posso, fino a quando il bambino non fosse stato in grado di farlo da solo.

Fonti: IMDb, Useless Daily

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