The Last of Us, episodio 3: adattare, tradire, migliorare l’originale. Analisi del migliore episodio della serie (fino a questo momento)

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Chi ha avuto modo di vedere tutte le puntate della serie HBO lo sapeva già, ma ora che è disponibile per tutto il mondo, tutti sanno che l’episodio 3 di The Last of Us, Long Long Time, è uno dei migliori della serie, sicuramente il migliore trai primi tre già distribuiti.

La particolarità dell’episodio risiede principalmente nel fatto che si tratta di una storia nella storia, un mini racconto, quasi una puntata antologica che ci permette da un lato di conoscere a amare nuovi personaggi, dall’altro di avvertire chiaramente la profondità del mondo in cui si muovono Joel e Ellie. E infatti, nell’episodio 3 di The Last of Us assistiamo alla storia di Bill e Frank, che si svolge in contemporanea che quella di Joel, che, scopriremo, si intreccia con la sua, ma che ha un tono e un significato completamente differente e ci mostra altre vite nell’apocalisse.

L’episodio 3 di The Last Of Us racconta una storia a sé (bellissima)

La storia raccontata nell’episodio 3 di The Last of Us è quella di Bill e Frank, due persone sole che si ritrovano per caso all’inizio della pandemia di cordyceps e che si scelgono e si amano fino alla morte, un discorso che amplia ed esalta i temi stessi della serie. L’inizio della storia di Bill lo vede scegliere di rimanere a dopo che ogni altro residente è partito per una QZ nel 2003. L’uomo si industria e costruisce recinzioni, ripristina l’energia, struttura tutto il terreno intorno alla sua casa come una vera e propria fortezza. Dopo anni vissuto anni di pacifica solitudine insoddisfatta, Bill incontra Frank, un sopravvissuto che cade in una delle varie trappole che circondano il fortino di Bill.

Questo incontro, sbilanciato per forze messo in campo eppure sorprendente, è l’inizio di una storia d’amore bellissima, che è il vero cuore dell’episodio 3 di The Last of Us, e che mostra come anche nei luoghi più bui si possono trovare umanità e amore. Non solo la relazione tra Bill e Frank è scritta molto bene, ma compie anche una parabola completa, con tanto di conclusione romanticamente tragica sulle note di Long Long Time, di Linda Ronstadt.

Le grandi performance di Nick Offerman e Murray Bartlett

A conferma che il cast di The Last of Us è uno dei punti forti della serie, anche Nick Offerman e Murray Bartlett, che danno volto a Bill e Frank, sono degli interpreti perfetti. I due attori si inseriscono nella scia di Pedro Pascal, Anna Torv e Bella Ramsey e offrono delle interpretazioni che valgono l’Emmy. Considerato che la puntata si regge esclusivamente sulle loro spalle e sulla loro chimica, era fondamentale che i due attori lavorassero bene insieme, un po’ come accade per tutto lo show a Pascal e Ramsey.

Pur allontanando la narrazione dalla trama centrale e mostrando un episodio che ha un impatto laterale sulla storia principale, la puntata 3 di The Last of Us è un “filler” che premia la pazienza e la volontà di approfondire il mondo che viene raccontato nella serie. Bill e Frank contribuiscono a creare un attaccamento dello spettatore con quel mondo.

Il legame della storia dell’episodio 3 con quella di Ellie e Joel

Il legame tra questa storia “filler” e quella principale, che segue il viaggio di Joel e Ellie è non solo logistico, ma anche contenutistico. Bill e Joel si trovavano nella stessa situazione, fino a che non è arrivato Frank nella vita del primo. Sono dettagli, consonanze, che vengono alla luce alla fine della puntata, quando Ellie legge a Joel la nota che Bill ha lasciato prima di suicidarsi. Quello che Bill dice all’amico è che una volta loro due erano uguali, erano morti, dentro, e che andava bene se il mondo si distruggeva e crollava su se stesso, perché non c’era niente per cui valeva la pena vivere.

Dopo aver conosciuto Frank, Bill dice a Joel che si sbagliavano e che basta trovare qualcuno per cui vale la pena vivere. Afferma che uomini come lui e Joel fanno parte di questo mondo per proteggere le persone che amano. Nella sua lettera, Bill si riferisce a Tess, ma lui non sa che la donna è morta e non sa neanche che adesso Joel deve amare e proteggere, in maniera diversa, si intende, Ellie.

Joel sente di dover scontare una pena per non essere riuscito a proteggere Sarah, né Tess, ma con Ellie ha un’altra possibilità. L’episodio 3 di The Last of Us non solo racconta una bella storia autoconclusiva sull’amore reciproco tra Bill e Frank, ma si lega anche a quello che sarà il rapporto tra Joel e Ellie, legati da un amore padre-figlia che pian piano si sta sviluppando.

Il gioco è stato cambiato per il meglio

Nel gioco, Bill è vivo quando Joel ed Ellie raggiungono la sua città. Vive da solo, dopo che il suo compagno Frank lo ha lasciato. Più avanti nella storia del gioco, Bill, Joel ed Ellie trovano Frank che si è impiccato dopo essere stato morso. Il modo in cui la serie ha cambiato questo aspetto della storia del gioco dimostra quanto sia importante, in molti casi, tradire l’originale per adattare al meglio la storia. Dando più spazio a Bill e Frank, facendoli morire insieme la serie ha stabilito la sua priorità: nel mondo che muore, in situazioni dove si fa facilmente spazio il peggio che resta dell’umanità, si deve dare spazio al quello che resta di bello nell’essere umani.

La scelta artistica si rivela vincente anche perché a conti fatti, non modifica la storia principale e il risultato finale, ovvero quello di fornire a Joel e Ellie un’automobile, è alla fine rispettato. Il punto di partenza e il punto di approdo di gioco e serie, in questa puntata, sono gli stessi: Joel e Ellie hanno accesso al furgone e ai rifornimenti. Questo rende ancora più prezioso il cambiamento rispetto al gioco.

The Last of Us non è la classica storia di zombie

Probabilmente il motivo principale per cui l’episodio 3 di The Last of Us è prezioso, è perché dimostra che la serie non è la classica zombie story. Una cosa che ha sempre contraddistinto The Last of Us, in termini di gioco originale, è stata la sua esplorazione dei personaggi, dei temi e della storia. Piuttosto che essere un gioco slasher di zombi senza cervello, The Last of Us ha compiuto uno sforzo per creare personaggi eccezionalmente ben scritti, una eredità che la prende in serissima considerazione.

L’episodio 3 lo dimostra con grande efficacia, raccontando la storia di Bill e Frank – e la tragica malattia di quest’ultimo – in un modo che non è quasi influenzato dal mondo infestato dagli zombi. Sebbene i due siano uniti dall’impatto che l’infezione ha avuto sul questo mondo, la storia di Bill e Frank è in gran parte autonoma e focalizzata semplicemente sullo sviluppo della loro relazione. Così facendo, The Last of Us della HBO continua a differenziarsi dalla sovrabbondanza di altre serie di zombi che sono diventati sempre più popolari negli ultimi decenni.

Chiara Guida
Chiara Guida
Laureata in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è una gionalista e si occupa di critica cinematografica. Co-fondatrice di Cinefilos.it, lavora come direttore della testata da quando è stata fondata, nel 2010. Dal 2017, data di pubblicazione del suo primo libro, è autrice di saggi critici sul cinema, attività che coniuga al lavoro al giornale.

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