Barbara Ronchi ospite del BFF42: “Abbiamo il dovere di sostenere i progetti in cui crediamo”

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L’attrice Barbara Ronchi (premiata ai David di Donatello per Settembre e candidata anche quest’anno per Rapito) è tra gli ospiti del Bellaria Film Festival, dove ha ricevuto il Premio Casa Rossa per la sua interpretazione nel film Io e il secco, opera d’esordio di Gianluca Santoni. Proprio in occasione della proiezione di quest’ultimo, l’attrice ha ricordato l’importanza delle opere prime, soffermandosi sul dovere che avverte nei loro confronti.

“Quella di Io e il secco è una sceneggiatura, scritta da Gianluca Santoni e Michela Straniero, che è stata scritta nel 2017, quando ha anche partecipato e vinto un premio al Solinas. – racconta l’attrice Da lì ha avuto inizio un lungo processo per cercare una produzione che sostenesse il progetto e ci sono voluti anni prima che si concretizzasse. Io sono arrivata nel corso di questo processo. Mi è stata segnalata la sceneggiatura, che ho trovato molto bella, ho sostenuto due provini e mi sono unita al progetto”.

Il film racconta la storia di Denni, un bambino di dieci anni molto legato alla madre e stanco di vedere la donna maltrattata da suo padre. Per fermare questa violenza decide di assumere un killer per ucciderlo. Il criminale ingaggiato dal ragazzino è il Secco, un delinquente sprovveduto che non ha mai ucciso nessuno e non ha intenzione di iniziare adesso. L’uomo ha solo un disperato bisogno di soldi e progetta così di avvicinare il padre di Danni solo con lo scopo di derubarlo. Inizia così un’avventura strampalata e un’amicizia improbabile che aiuterà i due a capire meglio il valore dei rapporti tra padri e figli.

Barbara Ronchi e il sostegno alle opere prime

In certi progetti ci cadi un po’ per caso. Per Fai bei sogni [regia di Marco Bellocchio] è stato così, mentre Io e il secco l’ho proprio voluto fare. L’ho voluto perché riconosco la difficoltà che c’è nel produrre gli esordi e io, oggi, posso essere un aiuto in tal senso, da un punto di vista produttivo. Penso che abbiamo un po’ il dovere, nei confronti dei progetti in cui crediamo, di sostenerli e io continuerò a farlo con opere prime che meritino di essere viste e di circolare”.

Naturalmente non si tratta di beneficienza, come dicevo bisogna crederci davvero in un progetto per decidere di sostenerlo. Personalmente scelgo di fare un film non sul ruolo ma sulla storia. Se la storia mi piace e penso di poter essere un ingranaggio perché possa essere raccontata allora mi unisco. Non potrei mai fare un film solo perché un ruolo è bello. Sarebbe un esercizio di stile fine a sé stesso, mi sentirei sola. I ruoli che mi piacciono, quando leggo una sceneggiatura, sono quelli che riescono a commuovermi o che mi inteneriscono. Non è tanto quello che fa il personaggio, quanto quello che mi lascia come emozione”.

“La verità è che non so in quante copie usciranno questi film e forse verranno visti più nei festival che non al cinema. – afferma l’attrice – Ecco perché la mia presenza in tali eventi può fare la differenza, perché magari c’è un pubblico che viene per vedere me e scopre il film. Il punto è che quando si stabiliscono le copie di un film a volte è come se si stesse dando un giudizio al merito del film, ma io mi auguro che gli esercenti imparino a fidarsi sempre di più del loro pubblico, magari proponendo anche titoli all’apparenza “rischiosi”.

Io e il secco Barbara Ronchi
Barbara Ronchi in Io e il secco.

Io e il secco: una storia di figli, padri e madri

L’attrice condivide poi qualcosa in più su Io e il secco, a partire dal suo ruolo di madre nel film. Una tipologia di personaggio ricoperta più volte nella sua carriera perché “interpretare il ruolo della madre mi ha dato la possibilità di recitare più con i bambini che con i grandi. Non è facile, ma è molto bello. I bambini, quando non sono “addestrati” e sono invece genuini, sanno anche essere straordinari. Ti spingono ad essere sincero, altrimenti se menti se ne accorgono. Naturalmente è importante anche che i registi sappiano dirigerli, magari non fornendo loro tutto quello che c’è da sapere in anticipo”.

Per Io e il secco è andata così. Francesco Lombardo, l’interprete di Danni, non ha letto la sceneggiatura. Giorno per giorno gli veniva raccontata la storia, permettendogli anche di recitare le battute che gli venivano più naturali e oneste”. L’attrice condivide poi una sua riflessione sui temi del film, tra cui si ritrova appunto quello degli abusi domestici: “Il film ci spinge anche a chiederci quali siano i nostri modelli di riferimento. Credo che noi donne abbiamo avuto tanto tempo per ragionare sulla nostra emancipazione e ciò che vogliamo o non vogliamo essere, mentre gli uomini probabilmente questo percorso devono ancora farlo”.

Gianmaria Cataldo
Gianmaria Cataldo
Laureato in Storia e Critica del Cinema alla Sapienza di Roma, è un giornalista pubblicista iscritto all'albo dal 2018. Da quello stesso anno è critico cinematografico per Cinefilos.it, frequentando i principali festival cinematografici nazionali e internazionali. Parallelamente al lavoro per il giornale, scrive saggi critici e approfondimenti sul cinema.

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