Bonelli Entertainment: Dampyr e Il Confine, il ‘futuro prossimo’ secondo Masiero e Sarno

Regina tra le case editrici del panorama fumettistico italiano, la Sergio Bonelli Editore si sta aprendo all’universo audiovisivo con la Bonelli Entertainment. Questa nuova divisione, che ormai è una realtà, permetterà alla casa editrice di affacciarsi al mondo dell’intrattenimento cinematografico e televisivo e, mentre già diversi progetti sono stati annunciati, molti altri, ne siamo sicuri, si agitano nelle fucine bonelliane.

 

Dalla serie Il Confine, che si svilupperà come fumetto, romanzo e serie tv in parallelo, alla serie su Dylan Dog (notizia della scorsa estate), fino al film su Dampyr, annunciato a sorpresa durante il keynote al Lucca Comics & Games 2018, il futuro della Bonelli Entertainment è ricco di idee e di auspici. Ne abbiamo parlato, in occasione della fiera lucchese, con Michele Masiero, Direttore Editoriale di Sergio Bonelli Editore, e con Vincenzo Sarno, Responsabile Ufficio Sviluppo.

La Bonelli Entertainment e i suoi progetti prendono forma. Avete deciso di cominciare con il film su Dampyr, annunciato qui a Lucca. Che sforzo è per la Sergio Bonelli Editore avventurarsi nell’entertainment in questa maniera crossmediale?

Masiero: “È uno sforzo grande, quasi obbligato. Noi abbiamo i personaggi più importanti del fumetto italiano che godono di fama e importanza anche all’estero. In questo momento c’è una grande fame di contenuti, e chiaramente la nostra fabbrica delle idee ha un ricco catalogo di storie già pubblicate e già note. Era il momento adatto per tentare questa nuova avventura, per la Bonelli, che è leader nel mondo del fumetto con i personaggi più venduti, da 70 anni a questa parte, e detiene i diritti delle property che pubblichiamo. Abbiamo noi la gestione. Negli anni abbiamo dato poche licenze di sfruttamento e qualche esperimento è stato fatto, ma non siamo mai stati soddisfatti di quello che è stato prodotto. E anche per questo Sergio Bonelli aveva sempre rifiutato proposte del genere.

Per noi è arrivato il momento di fare questo passo ulteriore e quindi quattro anni fa abbiamo istituito questa divisione interna, guidata da Vincenzo Sarno, che potesse portare a sviluppo in una dimensione nuova le nostre property. Sono stati anni di progettualità e studio, abbiamo imparato a gestire i rapporti con altri partner, perché fare fumetti è un po’ più semplice rispetto a realizzare un film. Siamo partiti dal giorno 1 con un imperativo categorico, ovvero che saremmo stati co-produttori di tutti i nostri progetti e che non avremmo ceduto in licenza nulla, perché dobbiamo avere sempre rispetto per il personaggio e rispetto per l’autore, e vogliamo che siano proprio gli autori a collaborare alle produzioni. Il momento storico è il più favorevole, c’è richiesta, c’è disponibilità da parte dei network (tradizionali, di streaming) che si stanno aprendo, in Italia e all’estero. Il nostro Paese ha dimostrato di saper realizzare importanti progetti in co-produzione.

Noi vogliamo che l’asticella sia molto alta e che i prodotti siano di alta qualità; questo richiede molto tempo. Abbiamo annunciato Dampyr come nostro primo film, ma non è il primo progetto a cui stiamo lavorando, lo abbiamo annunciato perché adesso per questo film abbiamo un preciso orizzonte, ma sottotraccia stiamo già lavorando ad altre cose.”

Dampyr, il primo progetto con un orizzonte temporale

Dampyr è il primo film ad essere stato annunciato perché la produzione è ad uno stadio più avanzato rispetto agli altri progetti?

Masiero: “Si tratta del primo progetto di cui abbiamo un orizzonte temporale preciso, con dei partner di alto livello: Brandon Box che ci accompagna nella fase dello sviluppo sin dall’inizio e Eagle Pictures che si è inserita come partner finanziario. Abbiamo stabilito con loro un orizzonte temporale preciso che vogliamo rispettare. Altri progetti hanno bisogno di tempo e hanno partner internazionali importanti. Annunceremo i prossimi quando avremo degli orizzonti precisi anche per quelli.”

Sarno: “La volontà è dare una promessa da mantenere ai nostri lettori, nel rispetto della linea editoriale che ha sempre avuto la Sergio Bonelli Editore. Nel desiderio di migrare i contenuti dalla carta stampata alle immagini sullo schermo, il dipartimento di sviluppo ha ricevuto dalla direzione un mandato chiaro di interpretazione della condotta narrativa ed editoriale di un produttore. Non devono avvenire gli errori che sono avvenuti in passato, perché la Bonelli vuole che ogni sua emanazione sia coerente con se stessa. Costruire una galassia con pianeti che gravitano nello stesso modo in forma coerente, senza collassare su se stessi, senza avere orbite di intralcio. Costruire un grande affresco vuol dire iniziare a porre le basi e strategicamente pianificare a lungo termine.”

Masiero: “Questo significa lavorare sulle property importanti già esistenti della Sergio Bonelli Editore, di cui fa parte Dampyr, di cui fa parte Dylan Dog, la cui serie è già stata annunciata, ma nello stesso tempo, progettare nuove serie che siano contemporaneamente di carte e di celluloide, e di questo gruppo fa parte Il Confine.”

Dylan Dog e Dampyr sono quindi in fase di sviluppo, il secondo ha addirittura una data d’uscita, il 23 gennaio 2020, tuttavia nessun nome coinvolto è stato ancora fatto, né su chi sta scrivendo film e serie, né su chi dirigerà i progetti, né tantomeno su chi si occuperà di portare in vita, in carne e ossa, questi personaggi di carta e inchiostro. Ovviamente, a domanda diretta, Masiero e Sarno sorridono, ma non rispondono.

Si comincia a varcare Il Confine

Arriviamo invece a parlare de Il Confine, progetto segretissimo di cui si può dire molto poco. Da un punto di vista produttivo, insieme a Bonelli Entertainment, è coinvolta la Lucky Red. Come siete arrivati all’accordo con la casa di produzione che, in Italia, pur essendo una indipendente, è una delle realtà produttive di maggiore attività? Nel momento in cui entra in gioco un partner così importante, come è gestito l’aspetto creativo del progetto?

Sarno: “La familiarità di intenti. L’aver iniziato a fare meeting con Andrea Occhipinti e con il suo staff ci ha fatto comprendere delle affinità elettive che raramente avremmo pensato di avere con altre società. Una visione simile sulla relazione con il mondo autoriale, una visione sui termini narrativi estremamente vicina alla nostra e in più una grande volontà di affidare a noi, di mettere nelle nostre mani il futuro di questo progetto. Durante il keynote, Andrea Occhipinti ha detto una delle frasi più importanti per noi di Sergio Bonelli Editore, perché rappresenta il raggiungimento di un obbiettivo: mettere l’autore al centro. Fare questo con un progetto come Il Confine significa non avere Mauro Uzzeo e Giovanni Masi lontani dal soggetto di serie e dalla sceneggiatura, ma coinvolti.

Questo vuol dire che Sergio Bonelli Editore è co-produttore del progetto, questo vuol dire che Lucky Red è il partner con cui viene elaborata la strategia di comunicazione di un progetto che ha nella serialità televisiva solo uno delle tessere del puzzle, del grande affresco che stiamo andando a realizzare. Ci piace avere dei partner con cui relazionarci in maniera volece e costruttiva e in maniera coerente alla nostra, e il team di Occhipinti lo ha sempre dimostrato. Oggi, assumendo, davanti al pubblico di Lucca e di tutti quelli che ci hanno seguito, l’impegno di tenere gli autori al centro, sembra aver compreso appieno i nostri obbiettivi e desideri.”

Masiero: “Editorialmente parlando abbiamo anche la fortuna che sia Mauro Uzzeo che Giovanni Masi sono due autori al confine, appunto. Hanno lavorato nel mondo del fumetto, nell’animazione, nella produzione live action. Uzzeo ha anche co-firmato la sceneggiatura di Monolith che è stato il nostro primo piccolo esperimento come co-produttori, in questo campo. Sono entrambi professionisti transmediali e questo ci avvantaggia perché conoscono tutti i linguaggi che parleremo. Ovviamente stiamo cercando di far crescere al nostro interno delle professionalità di autori e sceneggiatori, ma anche di disegnatori, perché c’è anche la componente legata all’animazione e allo storyboarding. Vogliamo formare delle writing room a cui in futuro si potranno affidare progetti specifici.”

Sia Sarno che Masiero sono però molto meno loquaci quando invece ci spostiamo a parlare di ciò che Il Confine racconterà. Il portfolio presentato al Lucca Comics & Games ha portato alla luce tanti piccoli elementi della storia: ricorre un paesaggio innevato, un fitto bosco, una figura di donna che compare in diversi disegni e nel bellissimo ritratto di spalle di Tanino Liberatore, troviamo, in ben due illustrazioni (Gipi e LRNZ), uno scuolabus giallo. Sono senz’altro elementi narrativi e di trama che faranno parte della storia, ma in che modo sono ordinati e connessi tra loro, non possiamo ancora saperlo.

Cosa si può commentare alle immagini che sono state mostrate nel prezioso portfolio a tiratura limitata?

Masiero: “Intanto complimenti per lo spirito di osservazione, hai individuato diversi elementi. Ma non ha senso commentare ulteriormente per due motivi, primo perché non vogliamo dire di più, poi perché qualsiasi cosa si dica, essendo una serie che ha una importante componente thriller, si rischia di rovinare la sorpresa. C’è anche un’altra discriminante. Tutti gli elementi che hai citato possono dare delle chiavi con cui costruirsi un percorso, ma sono anche molto ingannevoli.”

Quindi, con questa strategia di promozione, dando piccoli suggerimenti pur mantenendo il segreto su tutto, che sforzo chiedete ai vostri lettori e spettatori per fa sì che Il Confine sia un successo?

Masiero: “Noi stiamo chiedendo lo sforzo ai nostri autori di stare zitti, perché loro non vedono l’ora di raccontare tutto! Al di là del discorso produttivo, c’è anche quello comunicativo, molto importante, che segue anche le stesse traiettorie. L’hype, come si dice, va creato e va creato scientemente, non casualmente. I piccoli indizi e le piccole informazioni, che diventeranno sempre di più, si confonderanno tra loro, perché fa parte della dinamica del Confine, confondere le idee. È un lavoro molto particolare, quello che stanno facendo gli autori, anche perché magari la serie tv seguirà in parte, non completamente, il fumetto. Ci sarà una parte che sarà legata ai romanzi su Il Confine, a quel mondo e ai personaggi marginali che si vedono passare. Il portfolio che abbiamo presentato a Lucca è un altro di questi tasselli. Non è né fumetto, né narrazione, solo un racconto autoconclusivo che racchiude qualche altro indizio. Stiamo cercando di creare un mondo in cui l’utente verrà invitato ad entrare. Anche comunicativamente c’è una tensione che va a crescere.”

Il Bonelli Universe

Tornando ad allargare il campo a tutti i progetti di Bonelli Entertainment, dunque, si può parlare di un Bonelli Universe?

Sarno: “Sono affascinato dall’idea di una coerenza, che non sia solo, come nell’Universo Marvel, di coesistenza all’interno dello universo, ma una coerenza stilistica. Il nostro direttore ha varato una delle collane più importanti della Bonelli degli ultimi vent’anni, la collana Audace. La collana Audace non fa vivere tutti i personaggi nello stesso universo, ma ha una coerenza di narrazione incredibile. C’è un sottile filo rosso che collega Mister No a Deadwood Dick e lo fa anche attraversando sceneggiatori differenti. Questo perché è sempre stata la volontà della Bonelli quella di avere una narrazione riconoscibile. Si dice che in Bonelli esista una gabbia che non è solo quella dell’impaginazione, ma della scrittura. Io credo che quella gabbia si stia aprendo e stia dando la possibilità alle proprietà di vivere nel medesimo cielo. A volte, quel cielo, può essere lo stesso universo narrativo, altre volte può essere la coerenza di dialogo, di scrittura, la qualità che unisce tutte le scelte che vengono fatte.”

Masiero: “Questa gabbia che si evolve e si modifica ha comunque le fondamento nella bonellianità più pura. Non vogliamo tradire la nostra essenza, abbiamo una linea editoriale che può impazzire, allargarsi e richiudersi, raccontare storie per bambini e storie per adulti. Prima eravamo molto più lineari, adesso possiamo deviare il percorso, ma ricordando sempre che veniamo da un background riconoscibile. Insieme a Dylan Dog, stiamo lavorando con altri due personaggi, Mister No e Martin Mystere, che compariranno nella serie e che possono vivere anche in storie loro.”

Vincenzo Sarno ha detto in altre circostanze che “la migrazione dell’utente non è la nostra chiave”. Che cosa chiedere ai vostri utenti in questa nuova avventura?

Sarno: “Noi non vogliamo che i nostri utenti migrino, che i lettori passino dal fumetto al film. Noi vogliamo fare un film bellissimo, che sappia raccogliere spettatori a prescindere, che sia un bel film e che crei una nuova generazione di fan, inclusiva dei fan precedenti. Migrarli significherebbe fare dei fan film che piacciono solo ai fan, ma non è il nostro desiderio. Noi non vogliamo realizzare qualcosa che piaccia solo ai lettori di Dampyr, noi vogliamo realizzare qualcosa che piaccia anche ai lettori. Essere inclusivi e non esclusivi. La qualità è l’obbiettivo, questo significa mantenere inalterato lo spirito originale, ma realizzare la miglior grammatica per raccontare lo stesso concetto con un altro mezzo.”

Nel fervido panorama cinematografico italiano, ricco di novità, sorprese e nuove storie da raccontare, la Bonelli Entertainment è certamente destinata ad acquisire una posizione importante, grazie alla traduzione, su grande e piccolo schermo, di storie a fumetti che hanno fatto la storia della cultura popolare italiana. Inoltre, durante il keynote, la Bonelli Editore ha annunciato una partnership importantissima con la DC Comics, che prevede un primo crossover con Flash e Zagor e che pare vedrà coinvolti molti altri personaggi di entrambe le etichette.

Che possa essere anche questo materiale per la divisione Entertainment? Lo sapremo a tempo debito. Per ora, il primo appuntamento certo è fissato per il 23 gennaio 2020, con l’uscita di Dampyr, ma chissà, magari anche prima, i “ragazzi Bonelli” riusciranno a farci varcare “confini” fino ad ora rimasti invalicati.

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