Cannes 2015: Marion Cotillard e Michael Fassbender presentano il loro Macbeth

Macbeth

Anche il Festival di Cannes 2015 è arrivato al termine, un’edizione numero 68 ricca di ovazioni, lacrime e applausi. Molti di questi tutti per l’ultimo film in concorso, l’attesissimo Macbeth di Justin Kurzel con Michael Fassbender e Marion Cotillard. Nonostante negli spazi del Palais des Festivals ci sia molta meno gente rispetto alla prima settimana, poiché molti sono già ripartiti verso casa, l’atmosfera della sala conferenze è assolutamente calorosa e ricca di tensione, esattamente come durante la proiezione del film. Un lavoro impressionante a livello visivo e fedele al testo shakespiriano, girato in Scozia fra panorami mozzafiato non sempre di facile accesso. Quale sarà stato l’aspetto più difficile da affrontare per il regista e i due interpreti? Il primo punta il dito ovviamente contro i luoghi, freddi e impervi.

 

Discorso differente per i secondi: “Il linguaggio, l’approccio alla lingua originale del testo shakespiriano è stato l’aspetto più ostico della produzione” ha detto Fassbender. Anche la Cotillard, oggi pettinata come una sfinge, concorda con il suo partner sullo schermo: “Certamente il linguaggio è stata la cosa più difficile del film, a maggior ragione per me che sono francese. Inoltre bisognava dare al testo un accento particolare per rendergli omaggio come meritava, è stata una grande sfida. Ho sempre sognato di fare Macbeth a teatro nella mia lingua, ma avere questa occasione di affrontare l’inglese classico non potevo farmela sfuggire. Justin del resto ci ha aiutati molto, ci ha diretto con intimità e ci ha fatto immedesimare alla perfezione nei personaggi con il testo alla mano.”

Un linguaggio che racconta personaggi violenti, spietati, come ci si prepara a un progetto del genere, così solenne? “Recitare è il nostro mestiere – ha detto Marion – passiamo tantissimo tempo sui set e siamo sempre supportati da qualcuno a noi caro, riuscendo a superare le difficoltà quotidiane. Questa volta me la sono cavata da sola, senza nessuno accanto, per sentire nel profondo il personaggio. Ho sofferto ma era necessario per comprendere le caratteristiche di ciò che andavo a fare.” “Io ho studiato il testo due volte a scuola – ha aggiunto Michael – si tratta di un personaggio complesso quello di re Macbeth. Non si tratta solo di uccidere molte persone, devi combattere con le tue stesse mani. Devi brandire la tua spada e rompere le ossa ai nemici, spaccare i crani, tagliare gole, è questo l’aspetto più spaventoso di un lavoro del genere. Mi sono preparato pensando a tutte le atrocità contemporanee, alle guerre in medio oriente. Poi concentrandomi sul lavoro una volta sul set, il miglior modo per contenere i nervi” Nonostante l’inglese proprio di Shakespeare, Kurzel ha confermato che il film è già stato venduto in tutto il mondo anche grazie alle spettacolari immagini che completano le parole, raccontando con loro. “Parole, immagini e musica danzano insieme, era proprio quello che volevamo fare, dare un altissimo senso cinematico al progetto.”

Sulla carta, un nuovo adattamento cinematografico di Macbeth può spaventare il pubblico per molti versi, ma stiamo parlando di una storia appartenente al passato o vi è al suo interno un’atroce attualità? Secondo Fassbender si tratta della seconda opzione: “È un racconto classico, è ovvio, ma narra di un tiranno assetato di potere che a causa dell’ambizione perde tutto, un figlio, una moglie, dunque è un testo sulla perdita. Mette in discussione i rapporti di coppia e la lucidità mentale, è assolutamente attuale.” “Esatto – ha aggiunto Kurzel – è interessante vedere le reazioni umane di fronte all’ambizione e la perdita di qualcosa a noi caro. La disperazione ti avvolge e opprime, hai bisogno di colmare i tuoi vuoti con qualsiasi cosa. È un concetto che si può ritrovare tranquillamente anche nella vita di tutti i giorni, oggi.”

Oltre la tecnica, anche parole dolci e di stima da parte di Michael Fassbender rivolte a Marion Cotillard: “È la migliore nel settore, sul set ha portato grazia e talento, la cosa più sorprendente è che riesce ad essere incredibilmente umana. C’è molta umanità in Lady Macbeth e Marion ti ascolta tantissimo, è molto generosa e materna, è stato facile e meraviglioso lavorare con lei.” Si vola verso la fine, abbiamo sentito parlare della Scozia come un luogo incantato, magico, sempre accarezzato dal vento e freddo, ma qual è il migliore ricordo di questa terra selvaggia? L’attore irlandese non ha dubbi: “Che domande, il whisky.”

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